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mercoledì 29 gennaio 2025

St. Vitus, Obertelfes — S. Vito, Telves di Sopra (Ridnauntal — Val Ridanna, BZ )




Una breve gita mi ha portata il 30 dicembre 2024 in due località, non lontane da  Sterzing — Vipiteno: Obertelfes —Telves di Sopra e Thuins — Tunes. 

1. Vista anteriore della chiesa dedicata a S.Vito che si affaccia sul cimitero



Sono partita da Obertelfes — Telves di Sopra, frazione di Ratchings — Racines. Il borgo è ubicato a un’altitudine di 1720 metri e mi ha attratta, ancora una volta, grazie alla chiesetta posta su un’altura e dedicata a S. Vito (Vitus). È straordinario pensare come un luogo di culto così ricco d’arte si trovi dove abitano meno di 300 persone. L'area di Telfes — Telves, però, custodisce una storia antichissima: era già popolata prima dell'epoca romana, come dimostrano i ritrovamenti archeologici. Considerato il più antico insediamento della Ridnaundtal —Val Ridanna, risale al IX secolo. È probabile che i Bajuvari abbiano abitato queste valli solo a partire dal VI secolo, mentre la toponomastica offre testimonianze documentarie risalenti al XII secolo.


2.3. Il panorama di cui si gode dall'altura sulla quale 
è ubicata la chiesa di S. Vito


L’esterno della chiesa, parrocchia del luogo, è semplice, ma l’interno colpisce per la sua sorprendente ricchezza decorativa. Tante opere d’arte adornano la chiesetta, che è così preziosa da avere un sistema d’allarme installato che non permette di avvicinarsi troppo all’altare. 


4. Interno della chiesa visto dal coro: a sinistra l'altare con la Madonna con Bambino


Un dipinto di S. Vito spicca sul medesimo altare, accanto ai simboli che lo rappresentano: il calderone e il gallo, quì raffigurato in un colore diverso dal consueto bianco, tipico dell'iconografia del Santo.

È però l’affresco del soffitto, anch’esso dedicato alla sua testimonianza di fede, a costituire il capolavoro della chiesa. Il dipinto, infatti, fu realizzato nel 1826 da Leopold Puellacher di Innsbruck, pittore di corte dell'impero austro—ungarico. 


5. L'affresco sul soffitto effettuato, nel 1826, dal pittore di corte austro—ungarico Leopold Puellacher di Innsbruck


Sulla sinistra, poco prima dell'arco che introduce al presbiterio, un altare con Madonna con Bambino, che suscita sempre in me un interesse nell’analisi del Sacro Femminile cristiano e che si sovrappone a siti arcaici. La posizione della chiesa, del resto, lascia immaginare un’origine cultuale ben precedente a quanto attestato dalle fonti storiche arrivate sino a noi. 


6. L'altare ripreso al meglio dalla posizione consentita. Al centro, il dipinto di San Vito con i suoi simboli: il gallo e il calderone 


All’esterno, accanto alla porta principale in legno, si trova una finestra con una cornice decorata, nella parte superiore della quale si trovano un gallo stilizzato, sormontato dalla data 1522. Questo, insieme alla cornice che segue il perimetro della porta dotata di intagli, è uno dei pochi elementi originali sopravvissuti all’incendio che devastò la chiesa nel 1783.


7. Il timpano quadrangolare, datato 1522, opera del Maestro di Vipiteno Hans Scheiter. Spicca il gallo bianco, uno dei simboli di San Vito


Dal cimitero, si gode una splendida vista sul panorama circostante. E sempre dal cimitero si sale attraverso strade scoscese che offrono il passaggio tra strutture ricettive e antichi masi. Sono proprio questi ultimi a colpire la mia attenzione. Specialmente uno, per i simboli di croci solari sulla struttura in legno, segni di protezione per stalle e fienili.


8. Il cimitero, una delle poche aree in cui la neve caduta sembra resistere più a lungo 



9.10. Croci solari su antichi masi a protezione di fienili e stalle



11. La chiesa di San Vito ripresa dalla strada che, partendo dal basso, porta fino alla sua posizione 



Immagini
* Tratte dall'archivio personale

Sitografia
* Cfr. Tra Santi e Antichi Dei: brevi soste fra Arte e Luoghi di Culto sospesi nel Tempo

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