Follower

mercoledì 29 gennaio 2025

St. Jakob, Thuins — S. Giacomo, Tunes (Wipptal — Alta Valle Isarco, BZ)








Poco più in basso di Telfes—Telves, ad un’altitudine di 1065 metri, si trova Thuins—Tunes, una piccola frazione di Sterzing—Vipiteno costituita da una manciata di case. Qui si trova una chiesa dedicata a San Giacomo (Jakob), che reca sulla facciata la conchiglia del Cammino di Compostela. In passato, il luogo di culto era dedicato a San Lorenzo (Lorenz).




L’interno, sebbene più grande, è meno ricco rispetto alla chiesetta di Obertelfes—Telves di Sopra vista precedentemente. Anche qui è presente un sistema d’allarme, che non permette di avvicinarsi più di tanto all'altare. Mi colpisce l’ovale sospeso dall'arco trionfale che incornicia una Madonna con Bambino. L’elemento lunare ai piedi della Vergine, simbolo ricorrente in altre opere sia lignee che pittoriche, è ben evidente. L'immagine così collocata genera un impatto visivo di grande intensità.




La particolarità più rilevante è però un grande affresco situato sulla parete nord, a sinistra entrando. Si distingue non solo per le sue dimensioni, ma anche per una scritta in caratteri gotici, datata 1715, che descrive la Madonna Nera dell’Abbazia Benedettina di Einsiedeln, in Svizzera. Questo luogo, il principale centro di venerazione mariana della Confederazione Elvetica, è parte, così come Thuins—Tunes, del Sentiero di San Giacomo. Questa immagine solleva una domanda spontanea: cosa ha portato a rappresentare questa Madonna Nera in un affresco così distante (oltre 300 chilometri) dal famoso santuario svizzero?








Immagini
* Tratte dall'archivio personale

Sitografia
* Cfr. Tra Santi e Antichi Dei: brevi soste fra Arte e Luoghi di Culto sospesi nel Tempo








St. Vitus, Obertelfes — S. Vito, Telves di Sopra (Ridnauntal — Val Ridanna, BZ )




Una breve gita mi ha portata il 30 dicembre 2024 in due località, non lontane da  Sterzing — Vipiteno: Obertelfes —Telves di Sopra e Thuins — Tunes. 

1. Vista anteriore della chiesa dedicata a S.Vito che si affaccia sul cimitero



Sono partita da Obertelfes — Telves di Sopra, frazione di Ratchings — Racines. Il borgo è ubicato a un’altitudine di 1720 metri e mi ha attratta, ancora una volta, grazie alla chiesetta posta su un’altura e dedicata a S. Vito (Vitus). È straordinario pensare come un luogo di culto così ricco d’arte si trovi dove abitano meno di 300 persone. L'area di Telfes — Telves, però, custodisce una storia antichissima: era già popolata prima dell'epoca romana, come dimostrano i ritrovamenti archeologici. Considerato il più antico insediamento della Ridnaundtal —Val Ridanna, risale al IX secolo. È probabile che i Bajuvari abbiano abitato queste valli solo a partire dal VI secolo, mentre la toponomastica offre testimonianze documentarie risalenti al XII secolo.


2.3. Il panorama di cui si gode dall'altura sulla quale 
è ubicata la chiesa di S. Vito


L’esterno della chiesa, parrocchia del luogo, è semplice, ma l’interno colpisce per la sua sorprendente ricchezza decorativa. Tante opere d’arte adornano la chiesetta, che è così preziosa da avere un sistema d’allarme installato che non permette di avvicinarsi troppo all’altare. 


4. Interno della chiesa visto dal coro: a sinistra l'altare con la Madonna con Bambino


Un dipinto di S. Vito spicca sul medesimo altare, accanto ai simboli che lo rappresentano: il calderone e il gallo, quì raffigurato in un colore diverso dal consueto bianco, tipico dell'iconografia del Santo.

È però l’affresco del soffitto, anch’esso dedicato alla sua testimonianza di fede, a costituire il capolavoro della chiesa. Il dipinto, infatti, fu realizzato nel 1826 da Leopold Puellacher di Innsbruck, pittore di corte dell'impero austro—ungarico. 


5. L'affresco sul soffitto effettuato, nel 1826, dal pittore di corte austro—ungarico Leopold Puellacher di Innsbruck


Sulla sinistra, poco prima dell'arco che introduce al presbiterio, un altare con Madonna con Bambino, che suscita sempre in me un interesse nell’analisi del Sacro Femminile cristiano e che si sovrappone a siti arcaici. La posizione della chiesa, del resto, lascia immaginare un’origine cultuale ben precedente a quanto attestato dalle fonti storiche arrivate sino a noi. 


6. L'altare ripreso al meglio dalla posizione consentita. Al centro, il dipinto di San Vito con i suoi simboli: il gallo e il calderone 


All’esterno, accanto alla porta principale in legno, si trova una finestra con una cornice decorata, nella parte superiore della quale si trovano un gallo stilizzato, sormontato dalla data 1522. Questo, insieme alla cornice che segue il perimetro della porta dotata di intagli, è uno dei pochi elementi originali sopravvissuti all’incendio che devastò la chiesa nel 1783.


7. Il timpano quadrangolare, datato 1522, opera del Maestro di Vipiteno Hans Scheiter. Spicca il gallo bianco, uno dei simboli di San Vito


Dal cimitero, si gode una splendida vista sul panorama circostante. E sempre dal cimitero si sale attraverso strade scoscese che offrono il passaggio tra strutture ricettive e antichi masi. Sono proprio questi ultimi a colpire la mia attenzione. Specialmente uno, per i simboli di croci solari sulla struttura in legno, segni di protezione per stalle e fienili.


8. Il cimitero, una delle poche aree in cui la neve caduta sembra resistere più a lungo 



9.10. Croci solari su antichi masi a protezione di fienili e stalle



11. La chiesa di San Vito ripresa dalla strada che, partendo dal basso, porta fino alla sua posizione 



Immagini
* Tratte dall'archivio personale

Sitografia
* Cfr. Tra Santi e Antichi Dei: brevi soste fra Arte e Luoghi di Culto sospesi nel Tempo

Tra Santi e Antichi Dei: brevi soste fra Arte e Luoghi di Culto sospesi nel Tempo

 


Nel mio percorso, ho già dedicato articoli a luoghi di culto cristiani intrecciati a leggende locali o chiaramente legati a Tradizioni e Culti precedenti. Tuttavia, mi sono resa conto che, durante le mie escursioni, mi imbatto spesso in chiese, talvolta parrocchie, chiesette, cappelle o piccoli siti sacri che testimoniano una fede antica e radicata, ma che restano fuori dagli itinerari più noti. Questi luoghi, talvolta situati in posizioni inaspettate, emergono come sentinelle tra i fitti boschi o vigilano da alture remote e isolate. 

Alla semplicità delle loro facciate, quasi sempre spoglie, si contrappone, non di rado, un interno sorprendentemente ricco, persino inusitato per luoghi rurali spesso situati in alta montagna. Ma queste strutture non sono soltanto luoghi di culto cristiani: in parecchi casi, la loro storia, come accennato sopra, rivela un passato più remoto, segnato da stratificazioni che raccontano di epoche pre-cristiane e di successive trasformazioni storiche e simboliche. 

Se fino ad oggi ho privilegiato chiesette, cappelle o santuari più noti, d’ora in poi desidero raccontare anche delle “altre” chiese, quelle meno conosciute ma altrettanto affascinanti. Ho realizzato, inoltre, quanto sia importante riordinare i dati raccolti su questi luoghi di culto, per creare una sorta di mappatura delle loro peculiarità: dalle dedicazioni ai simboli che li contraddistinguono, passando per tracce di animali o figure che richiamano iconografie particolari, fino ai rapporti che legano i Santi a cui sono intitolati. 

Seguendo questo itinerario — che più che un tracciato lineare si configura come un intricato dedalo di vie che si intersecano — significa anche imbattersi in opere d’arte di rara bellezza. Si tratta di tesori che, in molti casi, restano nascosti dietro mura modeste e candide, e che, all’apparenza sembrano quasi inaccessibili, collocati in luoghi impervi o distanti, sparsi in contesti rustici e montani, spesso ad un primo sguardo inarrivabili. Sovente, inoltre, queste realtà sono trascurate dai visitatori e neglette da chi non appartiene alla comunità locale, poiché situate lungo sentieri che conducono a malghe o lungo strade che le escludono dallo sguardo, per noncuranza o ignoranza. 

Negli ultimi vent'anni circa ho avuto l’occasione di visitare molti di questi siti. Tuttavia, ho realizzato che ora più che mai sento il bisogno di riordinare non solo le immagini raccolte nel tempo, ma anche tutta una serie di osservazioni e frammenti storici — una sorta di censimento — che mi aiuti a mettere ordine nei dettagli, nelle sensazioni, e nelle domande che inevitabilmente emergono, accumulati lungo il percorso. Dati che, a volte, sono scarsissimi, frutto di racconti frammentari o della sola osservazione diretta; altre volte, invece, rivelano connessioni affascinanti, quasi inaspettate, capaci di offrire chiavi per nuove letture. Ogni luogo avrà comunque il suo spazio e il suo valore, sia esso grande o piccolo. 

Credo, però, che questo lavoro possa essere utile anche a chi, in privato, spesso mi chiede lumi su quali luoghi vedere in una determinata area, con l'interesse volto agli intrecci nati fra antiche religioni e credo cristiano, ma anche a chi, imbattendosi in un’immagine o in una breve descrizione troverà l’ispirazione per mettersi in cammino, esplorando un itinerario insolito, percorrendo sentieri poco battuti, o anche solo scoprendo un luogo ideale per una breve sosta. Tra opere d’arte inaspettate, antichi richiami simbolici e la quiete di una fede che attraversa i secoli si possono incontrare le tracce di un passato che ancora vibra, eco di un tempo che non svanisce. 

Questo viaggio — fatto di passi, scoperte e suggestioni — sarà per me, e spero anche per altre viaggiatrici e altri viaggiatori, un cammino che attraversa la religiosità, l’arte e la storia, scavando nelle sue radici più arcaiche, alla ricerca di quei legami che seppur trascurati, riescono ancora oggi a raccontarci storie sospese tra Santi e Antichi Dei.






Immagine

* Collage di foto tratte dall'archivio personale

Sitografia

* Cfr. Percorrendo Strade, riscoprendo Storie

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2017/04/percorrendo-strade-riscoprendo-storie.html

*Cfr. Sentieri del Sacro

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2017/10/sentieri-del-sacro.html

*Cfr. Narrare per tramandare