Un antico racconto di origine ugro-finnica [1], giunto
sin qui non si sa come, si è mantenuto però vivo anche in questa Terra e narra
di Tre Mondi. Il Mondo di Sopra costituito di acqua e vapore, il Mondo di Mezzo
costituito dalla Terra ed il Mondo di Sotto, il cui elemento è il fuoco ed è
fatto di profondità inimmaginabili. Solo un leggero strato di nuvole fra le
quali si nasconde un ponte, divide il Mondo di Mezzo da quello di Sopra e la
crosta terreste ospita luoghi ed anfratti che permettono di accedere al Mondo
di Sotto. Ci fu un tempo, molto lontano che i Tre Mondi erano in perfetto
equilibrio, gli abitanti della Terra, se avevano bisogno di pioggia si
rivolgevano agli abitanti del Mondo di Sopra che gliela procuravano, così come gli
stessi abitanti si relazionavano con il Mondo di Sotto, in pace e
collaborazione. Gli abitanti dei Tre Mondi non solo comunicavano, ma erano
anche in grado di spostarsi da un Mondo all’altro e così facendo sentivano le
storie che venivano raccontate. C’era un profondo riguardo,
si sapeva perfettamente come comportarsi, a chi rivolgersi, chi non andava
disturbato, si conoscevano i luoghi a cui poter accedere e quelli che invece
non bisognava avvicinare, ed il rispetto di antichi equilibri, arcaici come le tre
dimensioni, permetteva armonia che stringeva patti di amicizia forti e
duraturi e collaborazioni fra i Mondi che consentivano a tutti di vivere bene.
Sempre in quel tempo orsi, lupi e aquile parlavano con gli esseri umani, e lo
stesso facevano piante e fiori, anzi di più, potevano spostarsi e magicamente
volare in cielo. Fu un tempo lontano quello, quando gli esseri umani vivevano
nel grembo della Terra fra rocce e grotte, cibandosi per lo più di erbe e frutti selvatici e vivendo in piena armonia con la natura che li circondava e le sue
stagioni. La leggenda ci narra come tutti vivessero semplicemente e nella considerazione degli uni verso gli altri, sino al giorno in cui tutto questo
scomparve. Un caos improvviso alterò equilibri
e concordia. Il Mondo di sopra riempì d’acqua il Mondo di Sotto, ed in
molti morirono. Coloro che si salvarono, che furono pochissimi trovarono la
salvezza in una porta che attraversarono, e tramite la quale poterono
sopravvivere.
Note:
[1] Ugro-finnico detto di popoli originari della Russia
settentrionale e più precisamente della zona uralica, di matrice non
indoeuropea, diffusisi poi all’Europa del nord e dell’est.
La narrazione fa parte di una raccolta orale effettuata in Valle e nello specifico nel comune di Niederdorf–Villabassa ed appartenente ad Anna Lechner
La narrazione fa parte di una raccolta orale effettuata in Valle e nello specifico nel comune di Niederdorf–Villabassa ed appartenente ad Anna Lechner
Questa leggenda mi ha colpito innanzitutto per la
provenienza così lontana che però ben si compara anche con narrazioni più
autoctone per origine, che ci parlano di un’Età di pace ed equilibrio che finì
in tempi rapidi. Questo racconto inoltre, sebbene con una storia diversa
fondamentalmente, mi ha riportato alla leggendaria popolazione locale di
Fanis, i cui superstiti ripararono all’interno della montagna il cui accesso, secondo
quanto indicato chiaramente dalla leggenda corrisponde a ciò che ancora oggi si
chiama il Sass d’la Porta cioè il Sasso della Porta, il varco di roccia dal
quale una volta all’anno la principessa Lujanta e la vecchia Regina sua madre, ricompaiono
a questo Mondo, navigando sulle acque del lago di Braies attendendo la nuova
Era dell’Oro che verrà, un nuovo periodo di pace e serenità, come fu quello da
cui originarono.
Immagine
*David Ladmore Forest Light 33 davidladmore.com
Bibliografia
*Bruna Maria Dal Lago Fiabe
del Trentino Alto Adige, Mondadori 1997 Pag. 193,194
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