E’ nella Terre delle Alte Vette Dolomitiche e specialmente nella Passeiertal-Val Passiria che si narra che la Grande Madre si
mostra nel mondo attraverso i fiumi e le spiagge, attraverso le profondità del
mare e le altezze vertiginose dei picchi rocciosi spesso coperti da ghiacci
antichissimi. E fu quando gli abitanti del pianeta iniziarono a dividersi per
aree, che alcuni scelsero le zone pianeggianti, altri la campagna ed altri
ancora il mare, ma in montagna era davvero difficile la vita e nelle vallate
sudtirolesi nessuno voleva andare a viverci, troppo dura la vita. Alle alte
quote poi è una prova continua, distese verdi di erba e fiori in piena estate
che si stagliano su cieli azzurrissimi, ma è un periodo brevissimo, poiché la
primavera inizia a maggio che è il mese che rinnova tutto, ma nel quale sono
ancora possibili nevicate. Giugno è piovoso e spesso ancora fresco, di quel
fresco che chi abita in pianura definirebbe più vicino all’ inverno ed è solo
dalla fine di giugno che le temperature diventano calde e l’estate inizia
veramente, ma così vicini al cielo non è raro che intorno alla fine di luglio,
solo un mese dopo l’inizio dell’estate avvengano nevicate sulle punte più
elevate, che rinfrescano bruscamente il clima, creando un contrasto con un sole
caldissimo e scintillante e così i mesi con temperature notturne sotto lo zero,
sono all’incirca otto, nove, questo rende difficile qualsiasi tipo di coltura.
Temperature che trovano il loro apice in inverni da favola, abbigliati di manti
candidi di neve e ghiaccio, ma rigidissimi. Così chi doveva venire ad abitare
qui valutando e riflettendo su tutto questo chiese : “Grande Madre! Tu sei
ovunque ed offri a tutti i tuoi frutti perché si sostengano, ma noi che
vorremmo abitare qui cosa mangeremo? Erba e fiori colorati? Nuvole e
arcobaleni? Sassi ed aghi di abete?”. Fu così che la Dea prese una scheggia di
roccia da un pendio montano, due rami di abete profumatissimo e gocce di laghi
cristallini, li unì alla magia di alcuni fiocchi di neve e li mise nel cuore di
coloro che avevano scelto questa Terra tanto dura ma impareggiabile per
viverci. La Dea facendo dono ai loro cuori disse “Potrete andare da molte
parti, ma non potrete mai stare lontani da questi luoghi,visiterete posti
bellissimi, ma solo queste montagne fatte di roccia e ghiaccio che custodisce
il fuoco della vostra anima, vi chiameranno a tornare per essere solo qui e non
altrove, a Casa.”
Note:
La storia appartenente alla Tradizione orale di
Niederdorf-Villabassa è declinata da chi la raccontò verso il Dio monoteista,
io l’ho rinarrata in maniera rivisitata e riferita e dedicata alla Dea Madre.
Anche questo racconto nella sua versione originale raccolta dalla Professoressa
Dal Lago appartiene ad Anna Lechner.
Immagine
*Tratta dall’archivio personale
Didascalia
*Pragser Wildsee-Lago di Braies
Bibliografia
*Bruna Maria Dal Lago Fiabe
del Trentino Alto Adige, Mondadori 1997
Pag.196,197
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