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domenica 2 dicembre 2018

Demoni e vampiri di Alpi e Mitteleuropa, un viaggio fra le paure della Tradizione





Il  mese di novembre porta con sé non solo l’inizio della stagione oscura, ma anche la narrazione di figure leggendarie che legate ad essa hanno tramandato nei secoli e nel tempo un senso di timore se non di paura vera e propria. Piccoli gesti di tipo rituale apotropaico e protettivo, scandiscono i riti inseriti in festività cristiane, ma che mantengono una palese matrice pagana, anche in questo periodo dell’anno,  come ad esempio le fumigazioni delle abitazioni specialmente durante precisi momenti dei Dodici Giorni che segnano il passaggio dalla Festa di Yule a quello della Notte di Berchta/Perchta anticipo del suo Giorno, il Berchetentag (6 gennaio), atte a scacciare spiriti considerati maligni. E’ proprio alla vigilia dello stesso giorno che i Sternsinger-Cantori della Stella passano di casa in casa su autorizzazione del parroco di ogni più piccola borgata a fumigare pesantemente le abitazioni (oltre ad annunciare l’arrivo di coloro che nella religione cristiana sono i Magi ed a raccogliere offerte).

Quella benedizione però avviene alla vigilia di una delle notti più ricche di demoni ed entità guidate da Perchta/Holda che volano in cielo secondo la tradizione mitteleuropea celto-germanica. E così figure di leggendaria memoria che appartengono a tempi di cui non conosciamo l’origine, ma che vivono ancora oggi, trovano eco nelle manifestazioni folkloristiche e tradizionali, nei richiami e nelle invocazioni fatte con incensieri nei masi sperduti dei versanti montani innevati come nelle famiglie cattoliche più tradizionaliste. Rituali che hanno luogo specialmente il giovedì durante il mese di dicembre.

Il giovedì non è un giorno scelto a caso, ma è un giorno considerato ideale o funesto, sempre nella tradizione nordica, a differenza di quella mediterranea in cui è il venerdì, per fare o per non fare tassativamente delle cose, come anche il martedì, tanto quanto il sabato è considerato il giorno d’eccellenza in accezione positiva per il fato. I primi tre giorni, la cui osservazione è anche legata ai cicli lunari, crescenti o decrescenti sono considerati Schwendtage, i giorni fatidici della Tradizione. Il termine che deriva dal vocabolo Alto Tedesco Switan ha significato di diminuire, consumarsi. Schwenden nel Medio Tedesco ha la valenza di distruggere, rendere arido, sradicare. In questi giorni quindi se la luna è crescente avrà successo tutto ciò che deve avere una crescita, al contrario se la luna è calante bisognerà evitare di fare molte cose come intraprendere un viaggio, portare gli animali in alpeggio, piantare nuove piante come tagliare il fieno o cuocere il pane. 

Il termine dialettale Ertig che significa martedì è legato al Dio della guerra greco Ares, omologo del Marte romano. In Tirolese il vocabolo Pfinztig per giovedì (considerando la domenica come primo giorno della settimana) deriva da Pfinz che sta per cinque, quindi il giovedì è giorno di streghe e raduni di maghe e demoni. Proprio per questo le ritualità di dicembre destinate alla purificazione delle case da spiriti nefasti avviene in questo giorno. Del resto il cinque torna e ritorna…Sebbene le prime sfilate di Krampusse e Perchten inizino intorno al 25 novembre, giorno in cui il calendario celebra Santa Caterina d’Alessandria, la Santa che si stratificò sul Culto della Dea Wilbeth (colei che tesse i destini e la vita), ufficialmente il loro arrivo è celebrato la sera/notte del 5 dicembre così come la Festa di Berchta/Perchta trova il suo apice la notte del 5 gennaio.

Il periodo dedicato agli Antenati del resto, sebbene  venga  considerato strettamente legato a tre giorni a cavallo fra il 31 ottobre ed il 2 novembre, in effetti si protrae sino all’11 novembre con la festa di San Martino, che funge da Porta sul Mondo di Perchta, e di tutti gli altri numerosi nomi con cui questa Dea legata a neve e ghiaccio si manifesta dal Sud Tirolo alla Slovenia, dalla Germania all’Austria. Le manifestazioni di queste figure affascinano lo sguardo quanto evocano paure profonde.

Jung nel suo Libro Rosso scrisse: "La natura è giocosa e terrifica. Gli uni ne scorgono il lato giocoso, si trastullano con quello e lo fanno sfavillare. Gli altri scorgono l'orrore, si coprono il capo e sono più morti che vivi. La via non passa in mezzo a questi due estremi, bensì li contiene entrambi. E' gioco divertente e al tempo stesso freddo orrore."

I demoni nell’immaginario collettivo vengono associati erroneamente alla figura del Diavolo cristiano di cui spesso si usa il termine come sinonimo, perdendo il loro significato originario ed evocando qualcosa di esclusivamente negativo, ma il termine greco daimon da cui il vocabolo origina, indica ben altro. Questi geni, semidei, fungono da punto di giunzione fra gli esseri  umani e gli Dei, sono Esseri posti a riequilibrio della Terra. E si badi che il riequilibrio e l’armonia non passano per la dualità bene-male a cui siamo abituati. Certo le loro peculiarità possono apparire poco gradevoli, ma la cultura in cui siamo stati educati le ha solo estremizzate e viste come negative. Possono essere benevoli o malevoli, o essere dotati di entrambi gli aspetti, ma in essi, a prescindere che siano di sesso femminile o maschile si manifesta l’essenza selvaggia ed indomita della figura che da sempre viene contrastata: la strega. 

Il loro potere incontrollabile fu estremizzato e così nelle narrazioni queste figure sono giunte sino a noi prevalentemente come vampire, come esseri che ritornano dalla morte lacerando sudari e distruggendo tombe, figure che si nutrono di sangue, di sperma, di latte, di energia vitale, dedite anche ad atti di cannibalismo. Creature rese terribili, per il semplice fatto di essere oscure e decontestualizzate dalla loro origine e quindi secondo il cattolicesimo esclusivamente riprovevoli.

Nelle descrizioni che seguiranno, il mio intento è quello di raccontarle per come sono arrivate a noi, con la lucida consapevolezza, che esattamente come la figura di Holda e stata traslata e raccontata dai Grimm come quella della nonnina, Frau Holle, che fa nevicare quando sprimaccia il suo piumone, alterandone la figura, che in origine fu una Gigantessa, anche nel caso delle entità di cui andrò a raccontare si creò una vera e propria letteratura relata al vampirismo specialmente intorno al 1700, atta solo ad amplificare i sentimenti di terrore delle persone. Al contempo però, come all’interno della fiaba sopracitata, seppur rivisitata ed ammorbidita permangono elementi archetipici di facile individuazione, ugualmente nel caso di queste figure di cui andremo a leggere, al di là del senso di timore che incutevano ed al fatto che siano state rese quasi tutte, orride manifestazioni, in esse c’è spesso un comune denominatore che è il nutrirsi come detto più sopra di elementi vitali appartenenti ad esseri umani quanto ad animali, riportando il discorso all’arte stregonica in cui queste sostanze rivestono valore e donano potere. Le stesse figure acquisiscono sfumature diverse a seconda delle zone ed esattamente come Perchta/Holda variano nome a seconda della regione da cui proviene la narrazione, sfumano le loro caratteristiche in altre simili ma non cambiano sostanza, perché ci parlano di esseri, demone fisici ed energetici di cui a volte si hanno rade informazioni.

Furono gli incubi di interi villaggi, l’incontro che più si temeva, i loro luoghi sono le profondità delle foreste, le montagne buie e misteriose. Spesso i loro tratti peculiari diventano comuni ad altre figure delle stesse zone in cui vengono raccontate le loro storie. Sono però per alcuni aspetti evanescenti come la neve e le notti oscure di nuvole basse da cui nascono. 



















Immagine tratta da sanghhan.com

Bibliografia

*Brunamaria Dal Lago Veneri Numina Rustica, Edizioni Alpha Beta Verlag 2014 Pag. 18,19

*Bob Curran Vampires: a field guide to the creatures that stalk the night, New Page Books, 2005 Pag. 13,14

* Karl Gustav Jung, Il libro rosso – Liber novus, Bollati Boringhieri 2012

Sitografia

Miei articoli 2016

Wielenberg, nel nome di Wielbeth, la Dea lunare, una delle Tre Bethen, la Triade di Dee celtiche delle Dolomiti pusteresi 


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