Da questa figura dai caratteri complessi e talora
contraddittori nascono sogni angoscianti ed oppressori. Vive nelle profondità
di oscuri boschi, ma visita di tanto in tanto i valligiani che hanno imparato a
riconoscerne i rumori che lo introducono nei masi esclusivamente di notte. Il
suo nome deriva da una storpiatura del vocabolo tedesco Elfe-elfo che però a
differenza dell’Italiano, è un termine femminile, sebbene lo si conosca in
questo caso per essere invece invariatamente di sesso maschile, lui è l’Alp.
In alcune aree della Germania è una forza elementare
come uno gnomo, in altre dell’Austria è spesso visto come lo spirito di un
morto mosso da influssi malevoli, in questo caso il suo attacco è diretto verso
la famiglia che ha lasciato. Essendo fondamentalmente un mutaforme, può
comunque assumere forma umana o animale, diventando così ancora più pericoloso
e creando più difficoltà in chi deve riconoscerlo, ma quando le abitazioni sono
immerse nel buio, alcuni rumori peculiari danno la certezza che voglia entrare
proprio in quella casa.
L’Alp con attenzione cerca, in case le cui porte e
finestre sono chiuse, un varco che lo conduca all’interno. Lo trova attraverso
le fessure che si creano fra gli assi o i travi di legno, e così il rumore più
caratteristico della sua presenza esterna è quello di pressione contro le
pareti dell’abitazione. Il contadino allora se lo sente scende al piano terra, attendendo
che l’Alp sia dentro per farsi promettere che non vada a disturbare altre
persone. E lo può fare solo chiudendo la crepa attraverso la quale l’Alp è
entrato. Perché una volta dentro l’Alp non può che uscire se non attraverso lo
stesso varco tramite cui si è introdotto all’interno della casa, anche se porte
e finestre fossero spalancate. Proprio per questo, è successo che si siano
verificati casi in cui abbia cercato di fare compassione al contadino che aveva
preso di mira, dicendo che a casa lo aspettavano i figli, che erano in attesa
di cure.
Ma lo si può allontanare anche prima che sia dentro se
si riesce ad intervenire prima che sgattaioli all’interno, semplicemente
invitandolo a tornare il giorno dopo per una bevuta. In quel caso si dovrà far
trovare, proprio chi lo ha invitato.C’è anche una breve filastrocca che si può
recitare prima che riesca a entrare “Trud vieni domani da me, che presto
qualcosa a te” l’Alp si darà alla fuga, tornando il giorno seguente, in
sembianze umane e con il pretesto di prendere qualcosa in prestito. Ed ancora,
se il prescelto dell’Alp si sveglia all’improvviso e lo riconosce, l’entità non
potrà fargli più del male, ritornando magari il giorno dopo, in sembianze umane
per bere qualcosa di caldo insieme. In rarissimi casi comunque abbiamo visto,
vuoi perché scoperto e forzato dagli eventi, è in grado di comportarsi bene.
Che aspetto ha l’Alp? In alcune aree assume le
sembianze di un vecchio uomo, in altre di un potente mago, in altre è un nano, secondo
talune versioni specialmente legate al Medioevo, assume le forme di gatto, di
un uccello, o ancora di un maiale. Per altri invece era solo il servitore di
streghe che aiutavano a diffondere sortilegi e malefici sotto forma di topo di
campagna o di gatto. Può volare o galoppare e può anche trasformarsi in
farfalla ed appoggiarsi sulla schiena di qualcuno che sta dormendo, succhiando
sangue dai capezzoli di uomini e bambini, anche se preferisce nutrirsi del
latte delle donne. Per questo atteggiamento viene visto come un vampiro. Inoltre
ama succhiare i capelli dei suoi prescelti arruffandoli ed annodandoli. Ma
l’Alp nella maggior parte dei casi non ucciderà mai l’essere umano che prende
di mira.
Proprio nella forma di vampiro, può manifestare la sua
presenza anche come morto che ritorna e che non pago della sua manifestazione,
attacca anche altri defunti, lacerando prima il suo sudario ed al contempo
divorando le sue stesse carni lo stesso giorno del funerale per poi passare a
quelle di coloro che gli riposano accanto, per nutrirsi del loro corpo. In
merito a questa profanazione la
Chiesa fomentò nella popolazione tutta una serie di paure e fobie, e nel 1679
uscì un trattato, che fu considerato un’opera seme, per la letteratura sui
vampiri che da lì in avanti prese piede fra Germania ed Austria. Lo scritto a cui
fu dato il titolo di Dissertatio
Historico-Philosophica de Masticatione Mortuorum fu pubblicato dal teologo tedesco Philipp
Rohr.
Nella visione persecutoria delle donne, nella Chiesa specialmente
di quel secolo, la nascita di un Alp era da considerare imputabile alla colpa
di una sola persona: la madre. Infatti secondo la comune opinione, lei poteva
avere commesso un peccato durante la gravidanza e quindi l’Alp essere la
risposta a quell’atto, oppure aver mangiato bacche da un cespuglio su cui dei
nani avevano precedentemente sputato. E se durante la nascita non si prendevano
misure appropriate, anche se non meglio specificate, si incorreva nel rischio
di far crescere un bambino che sarebbe divenuto un Alp. Ci si imbatteva nello
stesso pericolo se la madre nutriva un timore per animali selvatici,
specialmente verso un cane o un cavallo.
Inoltre anche un bambino nato avvolto nella placenta
poteva divenire un vampiro, sebbene la stessa peculiarità in altre aree, la
nascita con la camicia, fosse vista
come evento particolarmente fortunato. I bambini così alla nascita erano
soggetti ad ispezioni particolari, per scoprire macchie o segni peculiari che
ne potessero indicare il futuro o per scongiurare il pericolo che potessero
divenire vampiri, o ancora ravvedere, come nei casi in cui avessero avuto dei
peli sulle mani, il pericolo che potessero trasformarsi in lupi mannari. Ed è
proprio legato a questa ultima accezione che in altre narrazioni si credeva l’Alp vagasse in forma di un grosso
cane libidinoso, in quanto si asseriva che in vita fosse stato un lupo mannaro.
In questa variante la figura dell’Alp si lega ad altre leggende.
Nelle narrazioni, generalmente, ha la forma di una
scimmietta, in tutti i casi ha il corpo estremamente peloso, e le sopracciglia
unite a formare una riga unica. Ed anche quando assume forma umana mantiene le
stesse caratteristiche di villosità. Un tratto peculiare che in qualche modo lo
rappresenta e distingue è un cappellino chiamato Tarnkappe-cappello magico, attraverso il quale questa entità
manifesta le sue qualità magiche come quella di trasformarsi in ciò che appare
più consono alle situazioni, come anche rendersi invisibile al fine di agire
indisturbato. Per questo al suo morbido copricapo, dalle peculiari tese larghe
guarda sempre con molta cura, poiché perderlo significherebbe perdere i suoi
poteri. Lo stesso copricapo in alcune varianti assume la forma di velo, che
oscura la maggior parte del volto.
Lo abbiamo visto in qualità di vampiro che quindi
detesta anche la luce rivelandosi solo di notte, ma soprattutto l’Alp
fondamentalmente personifica l’incubo, in quanto la sua presenza si manifesta
nel sonno con forte sensazione di pressione sul petto che da luogo a brutti
sogni che disturbano il riposo del(la) malcapitato/a . Può indurre anche la
persona visitata a sviluppare malattie croniche, in quanto diventa impossibile
liberarsi dalla sua presenza.
Dal suo nome originano le parole tedesche Alpdruck e Alptraum entrambe con il significato di incubo. Dal vocabolo
alternativo, Mahr deriva la parola Nachtmhar che significa fantasma
notturno da cui deriva il termine inglese nightmare.
Anche in questo caso oggi il termine Mahr
viene definito maschile come indicazione di genere, ma guardando alla sua
etimologia, la sua primitiva forma includeva un utilizzo sia al maschile che al
femminile. E nel passato l’aspetto dell’Alp fu di figura esclusivamente
femminile, che tormentava una donna sedendole sul petto.
I suoi sinonimi sono Alb o Alm che ha anche il significato di malga con valenza di
prato montano utilizzato per alpeggio. Ed il suo plurale è Alpen, che indica
anche la catena montuosa delle Alpi.
L’Alp può effettuare nella stessa notte più visite a
luoghi vicini. Una storia ci racconta che alcuni pastori, mentre stazionavano
lungo un corso d’acqua, nell’attesa che i loro greggi si radunassero, videro
arrivare un Alp e sciogliere le funi che tenevano legata al molo una barca,
giungendo così dall’altra parte della riva. Qualche ora dopo, l’Alp ritornò
facendo la stessa strada a ritroso. La stessa scena si ripeté per diverse sere,
tanto che i pastori decisero di nascondere l’imbarcazione. Quando l’Alp arrivò
e vide che la barca non c’era, iniziò ad urlare e strepitare, minacciandoli di
fare avere loro dei problemi se non gliela avessero tirata fuori.
Specialmente in Austria l’Alp assume una caratteristica
che è quella di agire sulla volontà del dormiente prescelto, manipolandola. Si
vengono a creare così casi di sonnambulismo e convulsioni. Queste azioni erano
sempre fatte per volere delle streghe. L’Alp venne così associato al Mahr
germanico, entità simile ad un cavallo bianco che porta con sé l’incubo. Nella
sinonimia delle due figure, il cavallo ricorre anche legato all’Alp che usa
cavalcarlo tutta la notte e sino a
sfinimento.
Fra i metodi usati per tenere lontano un Alp dalla
propria casa o dalla propria vita ce ne sono diversi e singolari. Rimanendo in
tema cavallo, con delle teste di questo animale morto l’Alp può essere tenuto lontano. Fare anche molta attenzione
a come si posiziona una sedia all’interno della camera da letto, per evitare di
offrirla alla cavalcata dell’Alp. Per fare si di non essere attaccati, alcuni poggiano
un pettine sull’addome, il rischio è però che l’Alp lo prenda e lo conficchi dalla
parte appuntita nella carne della persona visitata. Un metodo più sicuro ed
efficace sarebbe dato dal posizionare, sempre sull’addome, uno specchio, in
questo caso l’Alp vedendo la sua figura riflessa, si spaventerà così tanto
della sua bruttezza da scappare. E ancora per difendersi dalle sue incursioni
notturne: porre ciabatte o scarpe con la parte dell’apertura da cui si infila
il piede o del tacco rivolto verso la sponda del letto. Attaccare oggetti di
ferro alla testiera del letto. Dormire con la luce accesa in camera da letto. Anche
le levatrici che fasciano un bambino, devono segnare croci mentre lo avvolgono
nei vari lembi di tessuto, altrimenti l’Alp lo fascerà a sua volta, rischiando
di costringerlo e di farlo morire.
Gli Alp(en) sono tenuti naturalmente lontani da coloro
che sono arrabbiati ed in quel caso proprio dalle sue sopracciglia unite,
uscirà in forma di farfalla bianca per andare a cercare un’altra persona da
opprimere.
Gli Alp(en) sono però impossibili da uccidere, in
quanto legati a forme mentali di paura che si manifestano nel sonno. Sebbene
talvolta si dice che l’uso di reliquie benedette o la croce possano avere
effetto liberatorio, questo non corrisponde al vero, in quanto essi sono
appartenenti ad una Tradizione molto lontana dal Cristianesimo che non
riconosce nei simboli tipici di questa religione un deterrente al loro agire.
Alla luce di quanto scritto sopra sorgono due
considerazioni. L’Alp che vedremo assume anche altri nomi ed altre peculiarità,
specialmente di tipo fisico, potrebbe semplicemente essere un vampiro energetico,
figura di cui l’esoterismo di qualsiasi origine e tradizione narra, rivestito poi
dalla Chiesa con associazioni ad animali di vario tipo che nell’iconografia
cristiana riportano alla strega. In tal senso però, un grande dubbio compare
quando vedo che uno dei suoi sinonimi è Alm-malga ed al plurale il termine che
lo designa significa anche la catena montuosa delle Alpi.
In primo luogo le malghe di oggi, intese non solo come
prati di alta montagna dove portare a pascolare il bestiame in estate, ma anche
come area ricettiva, mi ha sempre fatto riflettere molto. I masi che oggi
viviamo come punti di ristoro, una volta erano esclusivamente edifici
utilizzati da famiglie di pastori per vivere, talvolta solo in estate, ma nella
maggior parte dei casi erano l’abitazione abituale esattamente come ancora
oggi, molti masi lo sono, sebbene posti su versanti boschivi molto alti e
scoscesi. Queste strutture sappiamo essere state costruite su precedenti
insediamenti di tipo celto-retico, almeno per l’area alpino-dolomitica. Ancora
oggi alcuni masi hanno circa 600-700 anni ed appunto si insediarono su
precedenti agglomerati millenari. Le abitazioni specialmente in passato non
venivano costruite su terreni a caso, ma se da una parte determinate
caratteristiche fisiche, come ad esempio la presenza di una fonte d’ acqua
furono fondamentali, per Culture che fondavano la loro vita sulla simbiosi con
la Natura, possiamo verosimilmente pensare che le abitazioni sorsero in aree
dove si era raggiunto un contatto ed equilibrio con numi tutelari delle varie
aree, quelli che ancora oggi sono conosciuti come il genius loci, lo Spirito di un luogo. Potremmo quindi pensare all’Alp come ad una figura non del tutto
negativa, ma appunto come viene anche descritta, talvolta (anche se raramente)
anche benevola. Ma allora cosa può influire sul comportamento di questa entità?
Le fiabe ed i racconti, ci narrano come
l’atteggiamento mentale degli umani, muova certi personaggi della Tradizione,
verso un comportamento piuttosto che verso un altro. L’Alp come altre figure
leggendarie a noi arrivate solo come diaboliche, riconducono alla figura di
Frau Trude, strega per antonomasia. Anche in questo racconto vedremo come
l’intento cambia l’esito del racconto esattamente come succede per le due
sorelle che troviamo nella fiaba di Frau Holle.
Il termine Alpen non solo come plurale dell’entità, ma
come indicativo della più importante catena montuosa d’Europa, attingendo alla
stessa fonte potrebbe indicare che l’importanza di questa figura era tale da
essere associata al nome di queste montagne.
Sebbene oggi il termine Alpi lo si leghi
etimologicamente al latino Alpes, che
i Romani attinsero da un vocabolo ben più antico che sembra indicare pietra o
roccia o comunque luogo elevato, il primo ad utilizzare il termine Alpi fu
Erodoto, filosofo greco, vissuto fra il 480 ca. ed il 430 a.C. che viene
considerato padre dell’etnografia. Nella sue Storie IV, 46 si
riferisce alle Alpi come nome celtico originario di due fiumi come l’Alpis ed
il Carpis, entrambi affluenti del Danubio. Nomi oggi ricondotti a due precisi
corsi d’acqua entrambi originari di quella Terra che fu l’Illiria. Il Carpis corrisponde
all’attuale Culpa che nasce dal Monte Risnjak in Croazia, segnando peraltro per
parte del suo tragitto il confine fra la stessa nazione di origine e la
Slovenia, confluendo poi nella Sava, uno dei maggiori fiumi sloveni e che è il nome attuale dell’Alpis. Sava che
a sua volta confluisce nel Danubio come uno dei suoi maggiori affluenti.
Sapendo che i fiumi spesso nell’antica Cultura celtica,
ma non solo in quella, attingevano, per i nomi, dall’ampio bacino di Divinità e
semidivinità, includendo fra esse anche i demoni, non trovo azzardato pensare che l’Alp
avrebbe potuto essere figura tanto diffusa quanto nota e importante, al punto
di legare il suo nome a corsi d’acqua che poi avrebbero potuto essere la fonte
per denominare un gruppo montuoso di tale pregio, oltre a riverberarne ed
alimentarne il ricordo. O che secondo la prima versione di cui sopra e oggi
accreditata come la più autentica, il nome della catena montuosa tragga il nome
da figure che vivevano sugli stessi alti monti a cui diedero il nome.
Immagini
Entrambe Wikipedia.org
*1 Nachtmahr, Johann Heinrich
Füssli 1781
Bibliografia
*Alberto Mari Ulricke Kindl La montagna e le sue
leggende, Mondadori 1988 Pag. 200,201
*Bob Curran Vampires: a field guide to the creatures
that stalk the night, New Page Books, 2005 Pag. 17,18,21
*Charles Troye Storia d’Italia del medio-evo e codice
diplomatico longobardo, Napoli della Tipografia del Tasso 1839 Pag. 172, 173, 174
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