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lunedì 17 dicembre 2018

L' Alp




Da questa figura dai caratteri complessi e talora contraddittori nascono sogni angoscianti ed opprimenti. Vive nelle profondità di oscuri boschi, ma, di tanto in tanto, visita i valligiani che hanno imparato a riconoscerne i rumori che annunciano il suo arrivo nei masi, esclusivamente di notte. Il suo nome deriva da una storpiatura del vocabolo tedesco “Elfe”(elfo) che, a differenza dell’Italiano, è un termine femminile; tuttavia, in questo contesto, è noto per essere invariatamente di sesso maschile: lui è l’Alp, a sottolineare la sua singolare anomalia nel folklore.

In alcune aree della Germania, è considerato una forza primordiale, simile ad un piccolo essere, mentre in altre zone dell’Austria è spesso visto come lo spirito di un defunto mosso da influssi malevoli. In quest’ultimo caso, il suo attacco è diretto verso la famiglia che ha lasciato. L’abilità del mutaforme di assumere sembianze umane o animali, lo rende particolarmente temuto, poiché maschera la sua vera natura rendendo difficile il suo riconoscimento. Eppure anche nell’oscurità più completa, alcuni rumori peculiari confermano il suo desiderio di entrare proprio in quella casa.


1. L'Alp: tra leggenda e mistero nelle Tradizioni Alpine

L’Alp con astuzia e determinazione cerca, in case le cui porte e finestre siano accuratamente chiuse, un varco che lo conduca all’interno. Predilige infiltrarsi attraverso le strette fessure tra gli assi o i travi di legno; la sua presenza esterna si manifesta attraverso rumori distintivi di pressione contro le pareti dell’abitazione. Se il contadino lo percepisce, scende al piano terra e attende che l’Alp sia entrato costringendolo a promettere di non disturbare altre persone. Ciò può essere fatto solo sigillando la fessura attraverso la quale l’Alp è penetrato. Infatti, una volta all’interno, questo essere può uscire solo attraverso lo stesso varco tramite cui si è introdotto all’interno della casa, anche se porte e finestre fossero spalancate come possibili vie di fuga. Proprio per questo motivo, è successo che si siano verificati episodi in cui l’Alp abbia tentato di suscitare la compassione del contadino che aveva preso di mira, raccontando che, a casa, lo aspettavano i figli, bisognosi di cure.

L’Alp può essere allontanato anche prima di entrare, se si interviene mentre tenta di introdursi all’interno, semplicemente invitandolo a tornare il giorno dopo per una bevuta. In questo caso chi lo ha invitato dovrà farsi trovare. Esiste anche una breve filastrocca da recitare prima che entri: “Trud vieni domani da me, che presto qualcosa a te”. L’ Alp si darà, allora, alla fuga, tornando il giorno seguente, in sembianze umane e con il pretesto di prendere qualcosa in prestito. Inoltre, se la persona prescelta dell’Alp si sveglia all’improvviso e lo riconosce, l’entità non potrà fargli più del male, ritornando magari il giorno dopo, in sembianze umane per bere qualcosa di caldo insieme. Tuttavia, in rarissimi casi, l’Alp, scoperto e forzato dagli eventi, è in grado di comportarsi bene.


2. L'Alp: manifestazioni vampiresche e impatto culturale nel Folklore Europeo

In alcune aree, l’Alp, può assumere diverse sembianze: in talune zone è un anziano, in altre un potente mago, mentre in altre ancora è un nano. Secondo alcune versioni di leggende specialmente medievali, assume le forme di un gatto, di un uccello, o ancora di un maiale. Altre storie lo descrivono, invece, come un servitore delle streghe, sotto forma di topo di campagna o di gatto per diffondere sortilegi e malefici. È capace di volare o galoppare e può anche trasformarsi in farfalla. In quest’ultima forma può appoggiarsi sulla schiena di qualcuno che stia dormendo, succhiando il sangue dai capezzoli di uomini e bambini, anche se preferisce nutrirsi del latte delle donne. Per questo atteggiamento, spesso viene visto come una figura vampiresca. Ama anche succhiare i capelli delle persone prescelte, arruffandoli ed annodandoli. L’Alp, tuttavia, nella maggior parte dei casi non ucciderà mai l’essere umano che prende di mira.

Nella sua incarnazione vampiresca, l'Alp può rivelarsi anche come un morto che ritorna e, non pago della sua sola manifestazione, attaccare anche altri defunti. Durante il proprio funerale, lacera il proprio sudario e divora le proprie carni, per poi nutrirsi dei corpi di coloro che gli riposano accanto. Di fronte a tali profanazioni la Chiesa alimentò nella popolazione un intenso timore e una serie di fobie. La risposta a queste ossessioni arrivò nel 1679, con un trattato: la “Dissertatio Historico-Philosophica de Masticatione Mortuorum” scritta dal teologo tedesco Philipp Rohr. Quest’opera segnò un punto di svolta divenendo fulcro della letteratura sui vampiri, diffondendosi e radicandosi fra Germania ed Austria.


3. Origini e legami sovrannaturali dell'Alp nella Cultura Popolare

Nel contesto della Chiesa di quel tempo, dominato da una visione persecutoria delle donne, si riteneva che la nascita di un Alp fosse attribuibile esclusivamente a una colpa della madre. La credenza diffusa sosteneva che un peccato commesso durante la gravidanza potesse manifestarsi nella nascita di un Alp, o che il consumo di bacche, contaminate dalla saliva di nani, potesse avere lo stesso effetto. Inoltre, se non venivano prese determinate precauzioni durante il parto — non meglio specificate — si aumentava il rischio di crescere un bambino destinato a diventare un futuro Alp. Un pericolo analogo emergeva se la madre provava paura verso animali selvatici, in particolare cani o cavalli.

Inoltre, si riteneva che un bambino nato avvolto nella placenta potesse diventare un vampiro, anche se in altre aree la stessa condizione, conosciuta come “nascita con la camicia”, era considerata un augurio di buona sorte. I neonati con queste caratteristiche erano soggetti a ispezioni particolari per identificare macchie o segni premonitori del loro futuro o per scongiurare il rischio che si trasformassero in vampiri. Un'altra preoccupazione emergeva se venivano trovati peli sulle mani del neonato, un presagio che poteva indicare una futura trasformazione in lupo mannaro. Legato a questa credenza, esiste un racconto in cui l'Alp appare come un grande cane dall'indole libidinosa, poiché si credeva che in vita fosse stato un lupo mannaro. In queste narrazioni, l'Alp si fonde con altre leggende del folklore.

Nelle narrazioni, l'entità ha generalmente la forma di una scimmietta e in tutti i casi presenta un corpo estremamente peloso, con le sopracciglia unite in una singola linea. Anche quando assume forma umana, conserva questa caratteristica villosità. Un tratto distintivo che lo rappresenta è un cappellino chiamato “Tarnkappe” o cappello magico che gli conferisce abilità sovrannaturali, come trasformarsi in forme adatte alle varie situazioni o rendere sé stesso invisibile per agire indisturbato. Per questo motivo, guarda sempre con molta cura al suo morbido copricapo dalle peculiari tese larghe, poiché perderlo significherebbe perdere i suoi poteri. In alcune varianti, lo stesso copricapo può assumere la forma di un velo che copre gran parte del volto.

Abbiamo visto l'Alp agire come un vampiro, quindi ha un'avversione per la luce e si rivela solo di notte, ma fondamentalmente incarna l'incubo stesso. La sua presenza durante il sonno provoca una forte sensazione di pressione sul petto, generando brutti sogni che disturbano il riposo della persona colpita. Inoltre, può indurre lo sviluppo di malattie croniche, rendendo impossibile liberarsi dal suo influsso.


4. Le origini linguistiche dell'Alp e le sue manifestazioni storiche

Dal nome dell'Alp originano le parole tedesche “Alpdruck” e “Alptraum” entrambe traducibili con “incubo”. Un altro termine correlato, “Mahr" ha generato la parola “Nachtmahr" che significa fantasma notturno/incubo da cui deriva il termine inglese “nightmare”. Attualmente, “Mahr” è classificato come maschile, ma un'analisi etimologica mostra che originariamente il termine era utilizzato sia al maschile che al femminile. In passato l'Alp era sempre rappresentato come una figura femminile che causava tormento alle donne, sedendosi sul loro petto mentre dormivano.

I suoi sinonimi sono “Alb” o “Alm”, quest’ultimo termine ha anche il significato di malga con valenza di prato montano utilizzato per alpeggio. Il plurale è Alpen, che indica anche la catena montuosa delle Alpi.

L’Alp è in grado di effettuare, nella stessa notte, più visite a luoghi vicini. Secondo un racconto, alcuni pastori che attendevano che le loro greggi si radunassero lungo un fiume, videro un Alp arrivare e sciogliere le funi che tenevano una barca legata al molo, giungendo così dall’altra parte della riva. La stessa scena si ripeté per diverse sere, tanto che i pastori decisero di nascondere l’imbarcazione. Quando l’Alp arrivò e vide che la barca non c’era, si infuriò e iniziò ad urlare e strepitare, minacciando i pastori di fare avere loro dei problemi se non avessero restituito la barca.

In Austria, l'Alp è temuto per la sua capacità di manipolare la volontà dei dormienti, provocando sonnambulismo e convulsioni in chi viene prescelto. Si ritiene che queste azioni siano compiute sotto l'influenza delle streghe. L’Alp è spesso associato al “Mahr”germanico, entità simile ad un cavallo bianco che incarna l’incubo. Nel contesto culturale, l'immagine del cavallo è frequente anche in riferimento all'Alp, che lo cavalca per tutta la notte fino allo sfinimento.


5. Metodi di difesa e caratteristiche degli Alp nel Folklore Europeo

Tra i metodi usati per tenere lontano un Alp dalla propria casa o dalla propria vita ci sono diverse pratiche peculiari. Tra queste, le teste di cavallo possono allontanare l'Alp. È importante anche fare attenzione a come si posiziona una sedia nella camera da letto, per non offrirla come sella all'Alp. Alcuni pongono un pettine sull'addome per evitare attacchi; tuttavia, c'è il rischio che l'Alp usi la parte appuntita per ferire la persona. Un metodo più sicuro ed efficace consiste nel posizionare, sempre sull’addome, uno specchio, in questo caso l’Alp vedendo la sua figura riflessa, spaventato così tanto della sua bruttezza fuggirà. Altre difese includono posizionare ciabatte o scarpe con l'apertura o il tacco rivolto verso il letto, attaccare oggetti di ferro alla testiera del letto, o dormire con la luce accesa.

Le levatrici che fasciano un bambino, dovrebbero segnare croci sui tessuti mentre lo avvolgono, altrimenti l’Alp potrebbe fasciare il bambino a sua volta, con conseguenze potenzialmente letali.

Gli Alp(en) sono tenuti naturalmente lontani da coloro che sono arrabbiati ed in quel caso proprio dalle sue sopracciglia unite, uscirà in forma di farfalla bianca per andare a cercare un’altra vittima.

Tuttavia, gli Alp(en) essendo intrinsecamente legati a forme mentali di paura che si manifestano nel sonno non possono essere uccisi. Anche se si crede che reliquie benedette o croci possano liberare da questi esseri, in realtà, questo non corrisponde al vero, in quanto essi sono appartenenti ad una Tradizione molto lontana dal Cristianesimo che non riconosce nei simboli tipici di questa religione un deterrente al loro agire.


6. L'Alp e le Alpi: considerazioni sulla connessione tra Mitologia e geografia europea

Alla luce di quanto sopra, emergono due considerazioni significative. L’Alp, con i suoi molteplici nomi e attributi fisici, potrebbe semplicemente essere interpretato come un vampiro energetico, un archetipo presente nell’esoterismo di diverse origini e tradizioni. Questa entità viene spesso associata dalla Chiesa a manifestazioni animali legate alla stregoneria. Tuttavia, sorge un dubbio quando si considera che uno dei suoi sinonimi è Alm-malga e, al plurale, il termine designa anche la catena montuosa delle Alpi.

Oggi le malghe non sono solo prati alpini per il pascolo estivo del bestiame, ma anche strutture ricettive. Alcuni masi, un tempo esclusivamente abitazioni estive delle famiglie di pastori, sono attualmente popolari punti di ristoro. Nonostante oggi, prevalentemente, siano ancora abitazioni permanenti, si trovano su versanti montuosi alti e impervi. Queste costruzioni sono erette su antichi insediamenti celto-retici, particolarmente nell'area delle Alpi e delle Dolomiti. Alcuni di questi masi, con una storia di 600-700 anni, sono stati costruiti su preesistenti agglomerati millenari.

Le abitazioni, specialmente in passato, non venivano costruite casualmente; invece, considerando che determinate caratteristiche naturali, come la presenza di una fonte d’acqua, erano essenziali per le Culture che vivevano in simbiosi con la Natura, possiamo ragionevolmente ipotizzare che le case fossero erette in luoghi dove si era stabilito un contatto e un equilibrio con i numi tutelari del territorio, noti come il Genius Loci, ovvero lo Spirito del Luogo.

Pertanto, l'Alp potrebbe essere visto non solo come una figura negativa ma, come descritto in alcune narrazioni, anche come un'entità, talvolta, benevola. Ciò solleva una domanda: che cosa influisce sul comportamento di questo spirito? Le leggende e le fiabe suggeriscono che l'atteggiamento mentale degli umani possa influenzare il comportamento di queste figure mitologiche, portandole verso azioni benevole o malevole. L'Alp, così come altre figure leggendarie percepite come diaboliche, è collegato alla figura dell'archetipo della Strega: Frau Trude. In queste narrazioni, vediamo come l'intenzione modifichi l'esito delle storie, come accade con le due sorelle nella fiaba di Frau Holle.

Il termine “Alpen”, oltre a essere il plurale di questa entità, indica anche la catena montuosa più importante d'Europa, suggerendo che l'importanza di questa figura mitologica fosse tale da essere associata al nome di queste montagne.

Sebbene oggi il termine “Alpi” sia etimologicamente legato al latino “Alpes”, derivato da un vocabolo molto più antico che sembra indicare pietra, roccia o comunque luogo elevato, il primo a utilizzare il termine “Alpi” fu Erodoto, il filosofo greco vissuto fra il 480 a.C. e il 430 a.C., considerato il padre dell’etnografia. Nelle sue Storie (IV, 46), Erodoto si riferisce alle Alpi come il nome celtico originario di due fiumi come l’Alpis ed il Carpis, entrambi affluenti del Danubio. Questi nomi sono oggi associati a specifici corsi d’acqua originari di quella Terra che fu l’Illiria; il Carpis corrisponde all’attuale Culpa che nasce dal Monte Risnjak in Croazia e segna per parte del suo percorso il confine fra la Croazia e la Slovenia, confluendo poi nella Sava, uno dei maggiori fiumi sloveni che a sua volta è uno dei maggiori affluenti del Danubio.

Sapendo che i fiumi, nell’antica cultura celtica e non solo, spesso prendevano i nomi da un vasto pantheon di Divinità e Semi-Divinità, inclusi i Demoni, non è azzardato pensare che l'Alp potesse essere una figura tanto diffusa quanto nota e importante, tanto da legare il suo nome a corsi d'acqua che poi avrebbero potuto dare il nome a un gruppo montuoso così prestigioso, perpetuandone così il ricordo. Oppure, secondo l'interpretazione più accreditata oggi, il nome della catena montuosa potrebbe derivare dalle figure che abitavano questi monti e che ne diedero il nome.


Conclusioni

L' Alp rappresenta una presenza potente nel folklore europeo, come evidenziato in questa ricerca di specifica matrice germanica. Questa figura leggendaria radicata nelle regioni alpine, ha attraversato secoli e culture per giungere sino a noi con il suo carico di simboli ed evocazioni. L’Alp non ci parla soltanto di una figura notturna; incarna anche le preoccupazioni ed i timori suscitati dalla sua presenza o dal solo narrarne le storie, originariamente legate alla figura archetipica della Strega: Frau Trude. Questo legame si è evoluto fino alle moderne interpretazioni psicologiche degli incubi.

La sua influenza potrebbe aver lasciato il segno anche sui nomi geografici, come quello della catena montuosa delle “Alpi", testimoniando il profondo e indissolubile legame tra questo spirito e l'ambiente naturale.

L'Alp ci rivela anche quali interpretazioni e soluzioni le generazioni passate hanno trovato per i fenomeni che si manifestavano intorno a loro, fenomeni che altrimenti non avrebbero trovato spiegazione, se non nel legame con le forze della natura.









Immagini

* Tratte entrambe da Wikipedia.org, la prima si riferisce al dipinto Nachtmahr, Johann Heinrich Füssli 1781


Bibliografia

*Curran Bob, Vampires: a field guide to the creatures that stalk the night, New Page Books 2005

*Mari Alberto Kindl Ulricke, La montagna e le sue leggende, Mondadori 1988

*Troye Charles, Storia d’Italia del medio-evo e codice diplomatico longobardo, Napoli della Tipografia del Tasso 1839 




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