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domenica 2 settembre 2018

In viaggio nella Terra dei Bardi. L'arpa celtica nella magica cornice di Schloß-Castel Welsperg






Il Clan Ui Briain che fu tradotto in Inglese come O’Brien originò da Brian Boru, la cui Marcia, la Brian Boru’s March suonata al suo funerale e per suo volere, riecheggia delle sue imprese che intorno all’anno 1000 lo videro spendere tutta la sua vita in azioni guerresche volte ad unificare l’Irlanda. Ed è proprio con questa melodia suonata con arpa celtica, che riporta il pensiero all’Isola di Smeraldo, come viene definita l’Irlanda proprio per il paesaggio dal verde scintillante, che venerdì 3 agosto Elisa Manzutto ha iniziato il suo concerto solista presso la Sala dei Cavalieri di Schloß-Castel Welsperg, accolta da un pubblico interessato ed entusiasta.
Non avrebbe potuto scegliere brano migliore per onorare la cornice che la accoglieva in quella che viene definita la Valle Verde, la Pustertal-Val Pusteria, per le tonalità e screziature del colore principe della natura.
E mentre le note dell’arpa iniziavano a riempire la sala, lei era ignara di aver realizzato un mio desiderio espresso tre anni fa…



Quando a luglio 2013 incontrai nelle mie ricerche sul territorio la Pietra dei Solstizi nella frazione di Wielenberg-Montevila presso il Comune di Percha-Perca, non sapevo ancora di questa giovane musicista che incontrai solo attraverso un video del Kräuterhaus-Maso delle Erbe, sul cui terreno sorge l’area rituale che ospita questa singolare pietra a forma di calotta cranica, che fungeva anche da calendario oltre che da zona cerimoniale. 
In quel video l’accompagnamento alla spiegazione sia nella versione italiana che tedesca è costituito da un sottofondo musicale che è proprio la Brian Boru’s March, e quindi ogni volta che mi reco in visita a Wielenberg nella mia testa il motivo ritorna ad accompagnare la salita all’area, alternandosi al Silenzio compagno di passeggiata. 



Così, quando scoprì dell’esistenza di Elisa Manzutto era l’estate del 2015 proprio attraverso quel video, e mi domandai come una giovane arpista triestina era arrivata a suonare al Kräuterhaus-Maso delle Erbe e quale passione l’aveva spinta sino a quel luogo, così speciale ma anche posto in una frazione nascosta ed isolata. Fu proprio durante quelle passeggiate negli anni che tornando in quel luogo del Sacro che sorsero in me due desideri, il primo dei quali fu potere ascoltare dal vivo quella ragazza dai lineamenti dolci e armoniosi. Certo, dentro di me pensavo pure che il luogo migliore dove poter ascoltare la sua Arte sarebbe stato Schloß Welsperg, la sua sala preposta ogni anno ad incontri di tipo musicale, grazie alla preziosa tutela del Kuratorium Schloß Welsperg che nella persona della Signora Brunhilde Rossi, egregia padrona di casa, che si occupa con eleganza, ogni anno di accogliere ed introdurre i vari artisti che si susseguono sul palco. 





E così a luglio ho scoperto che quel desiderio sarebbe diventato realtà grazie ad una serata dedicata all’Arte Bardica che portava proprio su quel palco poco lontano da casa, colei che avevo chiesto di poter ascoltare dal vivo. Elisa si è presentata a noi con classe, vestita in una tonalità di blu il colore tipico dei cantastorie-musicisti della Tradizione Druidica e fin dal suo entrare sul palco ci ha portato nel Mondo dei Bardi di un tempo che fu e che è grazie a coloro che si impegnano a mantenere viva una Cultura. Ogni brano è stato introdotto da una breve descrizione riguardo l’origine ed il contenuto del suo testo, spaziando da brani più conosciuti come Greensleeves a meno famosi al grande pubblico, portando la platea attraverso il tempo, quello cronologico più antico come nel caso di Brian Boru sino a colui che fu definito l’utimo Bardo Turlough O’ Carolan (1670–1738). Elisa ci ha portati fra castelli e nebbie, su strapiombi sul mare e fra canti d’amore. Non avrebbe potuto trovare uno sfondo migliore la sua Arte, i dipinti della stirpe dei Welsperg che attorniano il palco sembravano sorridere guardandola esibirsi. Elisa nel suonare il suo repertorio ha unito luoghi fisicamente lontani ma vicini per Tradizione, visto che la Pustertal-Val Pusteria fece parte del Regno celtico del Norico, ma ancor molto prima fu culla di quel proto celtismo che affonda le sue radici nella Cultura di Hallstatt a cui lo stesso Comune di Welsberg-Taisten Monguelfo-Tesido appartenne. Ci ha parlato anche di Donne Elisa, di cui si occupa da anni e per le quali ha anche frequentato e concluso un percorso nel 2013, un sentiero formativo per la diffusione della cultura di genere all’interno di istituzioni culturali, sociali e politiche. Lei che accanto alla sua formazione musicale sta anche continuando i suoi studi di giurisprudenza. Al termine del concerto ci ha poi condotti mentalmente nella sua casa di Sexsten-Sesto Pusteria che sorge di fronte alla più grande Meridiana di roccia del mondo, e di fronte alla quale spesso suona ispirata ed ispiratrice per chi magari proprio nei pressi si ritrova a passare in quel momento.
Ci hai rapiti Elisa ed hai lasciato qualcosa dentro che non è solo un bel ricordo, qualcosa di te parla e richiama il tuo legame antico anche con questa valle. Ti ringrazio e penso di poterlo fare a nome di tutti coloro che insieme a me non sono stati paghi del tuo concerto e del tuo bis, ma ti avrebbero voluta su quel palco per ascoltarti ore e ore e che dalla platea ti hanno abbracciata con un lungo, interminabile applauso. Hai realizzato un mio grande sogno!
Giusto! All’inizio ho parlato di due desideri legati ad Elisa, ma i desideri vanno custoditi e del secondo vi parlerò laddove si verificasse, statene certi.
Il mio ultimo pensiero è l’auspicio da appassionata di cultura e musica, che il Castello ogni anno offra serate dedicate alla Cultura celtica, una sorta di filo conduttore musicale, che offra all’ascoltatore turista o locale, appassionato o semplicemente interessato il modo per riscoprire qualcosa che visceralmente appartiene alla storia di questo territorio e che è vivificabile attraverso la vibrazione del suono che appartiene a quella Tradizione.


















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