Il
Clan Ui Briain che fu tradotto in Inglese come O’Brien originò da Brian Boru, la cui Marcia, la Brian Boru’s March suonata al suo
funerale e per suo volere, riecheggia delle sue imprese che intorno all’anno
1000 lo videro spendere tutta la sua vita in azioni guerresche volte ad
unificare l’Irlanda. Ed è proprio con questa melodia suonata con arpa celtica,
che riporta il pensiero all’Isola di Smeraldo, come viene definita l’Irlanda proprio
per il paesaggio dal verde scintillante, che venerdì 3 agosto Elisa Manzutto ha
iniziato il suo concerto solista presso la Sala dei Cavalieri di Schloß-Castel
Welsperg, accolta da un pubblico interessato ed entusiasta.
Non
avrebbe potuto scegliere brano migliore per onorare la cornice che la
accoglieva in quella che viene definita la Valle Verde, la Pustertal-Val
Pusteria, per le tonalità e screziature del colore principe della natura.
E
mentre le note dell’arpa iniziavano a riempire la sala, lei era ignara di aver
realizzato un mio desiderio espresso tre anni fa…
Quando
a luglio 2013 incontrai nelle mie ricerche sul territorio la Pietra dei
Solstizi nella frazione di Wielenberg-Montevila presso il Comune di Percha-Perca,
non sapevo ancora di questa giovane musicista che incontrai solo attraverso un
video del Kräuterhaus-Maso delle Erbe, sul cui terreno sorge l’area rituale che
ospita questa singolare pietra a forma di calotta cranica, che fungeva anche da
calendario oltre che da zona cerimoniale.
In
quel video l’accompagnamento alla spiegazione sia nella versione italiana che
tedesca è costituito da un sottofondo musicale che è proprio la Brian Boru’s
March, e quindi ogni volta che mi reco in visita a Wielenberg nella mia testa
il motivo ritorna ad accompagnare la salita all’area, alternandosi al Silenzio
compagno di passeggiata.
Così, quando
scoprì dell’esistenza di Elisa Manzutto era l’estate del 2015 proprio
attraverso quel video, e mi domandai come una giovane arpista triestina era
arrivata a suonare al Kräuterhaus-Maso delle Erbe e quale passione l’aveva
spinta sino a quel luogo, così speciale ma anche posto in una frazione nascosta
ed isolata. Fu proprio durante quelle passeggiate negli anni che tornando in
quel luogo del Sacro che sorsero in me due desideri, il primo dei quali fu
potere ascoltare dal vivo quella ragazza dai lineamenti dolci e armoniosi. Certo, dentro di me pensavo pure che il luogo migliore dove poter ascoltare la sua
Arte sarebbe stato Schloß Welsperg, la sua sala preposta ogni anno ad incontri
di tipo musicale, grazie alla preziosa tutela del Kuratorium Schloß Welsperg
che nella persona della Signora Brunhilde Rossi, egregia padrona di casa, che si
occupa con eleganza, ogni anno di accogliere ed introdurre i vari artisti che si
susseguono sul palco.
E così a luglio ho scoperto che quel desiderio sarebbe
diventato realtà grazie ad una serata dedicata all’Arte Bardica che portava
proprio su quel palco poco lontano da casa, colei che avevo chiesto di poter
ascoltare dal vivo. Elisa si è presentata a noi con classe, vestita in una
tonalità di blu il colore tipico dei cantastorie-musicisti della Tradizione Druidica e
fin dal suo entrare sul palco ci ha portato nel Mondo dei Bardi di un tempo che
fu e che è grazie a coloro che si impegnano a mantenere viva una Cultura. Ogni brano è stato introdotto da una breve descrizione riguardo l’origine ed il contenuto del suo
testo,
spaziando da brani più conosciuti come Greensleeves a meno famosi al grande
pubblico, portando la platea attraverso il tempo, quello cronologico più antico
come nel caso di Brian Boru sino a colui che fu definito l’utimo Bardo Turlough O’ Carolan (1670–1738).
Elisa ci ha portati fra castelli e nebbie, su strapiombi sul mare e fra canti
d’amore. Non avrebbe potuto trovare uno sfondo migliore la sua Arte, i dipinti
della stirpe dei Welsperg che attorniano il palco sembravano sorridere
guardandola esibirsi. Elisa nel suonare il suo repertorio ha unito luoghi
fisicamente lontani ma vicini per Tradizione, visto che la Pustertal-Val
Pusteria fece parte del Regno celtico del Norico, ma ancor molto prima fu culla
di quel proto celtismo che affonda le sue radici nella Cultura di Hallstatt a
cui lo stesso Comune di Welsberg-Taisten Monguelfo-Tesido appartenne. Ci ha
parlato anche di Donne Elisa, di cui si occupa da anni e per le quali ha anche
frequentato e concluso un percorso nel 2013, un sentiero formativo per la
diffusione della cultura di genere all’interno di istituzioni culturali, sociali
e politiche. Lei che accanto alla sua formazione musicale sta anche continuando i
suoi studi di giurisprudenza. Al termine del concerto ci ha poi condotti mentalmente
nella sua casa di Sexsten-Sesto Pusteria che sorge di fronte alla più grande
Meridiana di roccia del mondo, e di fronte alla quale spesso suona ispirata
ed ispiratrice per chi magari proprio nei pressi si ritrova a passare in quel
momento.
Ci
hai rapiti Elisa ed hai lasciato qualcosa dentro che non è solo un bel ricordo,
qualcosa di te parla e richiama il tuo legame antico anche con questa valle. Ti
ringrazio e penso di poterlo fare a nome di tutti coloro che insieme a me non
sono stati paghi del tuo concerto e del tuo bis, ma ti avrebbero voluta su quel palco per
ascoltarti ore e ore e che dalla platea ti hanno abbracciata con un lungo, interminabile applauso. Hai realizzato un mio grande sogno!
Giusto!
All’inizio ho parlato di due desideri legati ad Elisa, ma i desideri vanno
custoditi e del secondo vi parlerò laddove si verificasse, statene certi.
Il
mio ultimo pensiero è l’auspicio da appassionata di cultura e musica, che il
Castello ogni anno offra serate dedicate alla Cultura celtica, una sorta di
filo conduttore musicale, che offra all’ascoltatore turista o locale,
appassionato o semplicemente interessato il modo per riscoprire qualcosa che
visceralmente appartiene alla storia di questo territorio e che è vivificabile
attraverso la vibrazione del suono che appartiene a quella Tradizione.
Nessun commento:
Posta un commento