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sabato 15 settembre 2018

Malga Oberberg Alm St. Magdalena im Gsies-Santa Maddalena di Casies






Il fondo della Gsiesertal-Valle di Casies, offre all’ escursionista sentieri boschivi diversi, per grado e difficoltà, che gli permettono di entrare in contatto con questa meravigliosa area la cui natura è rimasta intatta nei secoli. Infatti, non vi è che un impianto di risalita per lo sci alpino, giusto al termine della valle, nei pressi del Talschlusshütte, in quanto la zona è legata fondamentalmente allo sci di fondo. Da ben più di tre decenni, ogni anno, nel mese di febbraio una maratona internazionale richiama atleti di trenta nazioni: la Gsiesertal Lauf-Gran Fondo Val Casies.


Rimangono così inalterate le peculiarità naturali e selvagge di questa che è anche chiamata la Valle delle Malghe, in quanto se la malga come punto di ritrovo e ristoro tipico del Sudtirolo è un must per tutte le vallate alpine locali, qui se ne trovano una numero superiore alla norma, talvolta anche a poca distanza l’una dall’altra, offrendo così non solo itinerari diversi, ma anche le certezza che qualunque strada si imbocchi porterà ad un contatto autentico con la cucina e tradizioni più tipiche. Oggi nel mio percorso vi condurrò attraverso una delle due più lontane, dal punto di partenza, la Malga Oberberg Alm.




Imboccando la strada, dal Talschlusshütte (1465 m.) ci si avvia lungo un tracciato inizialmente asfaltato e di facile percorrenza, intorno solo prati, fino a che è sulla destra ci imbatteremo in una struttura che è la Malga Moos Alm (1477 m. possibilità di ristoro). 
Camminando ancora, sulla sinistra si incontra un punto di sosta e la partenza del sentiero 49, lì si trovano anche le indicazioni per le tre malghe, tutte con possibilità di ristoro, che si incontreranno lungo il tracciato: la Malga Messner Hütte (1659 m.), la Malga Kradorfer Alm (1704 m.) ed infine la Malga Oberberg Alm (1975 m.). Lungo il percorso si è accompagnati dalle acque del Pidigbach-Rio Pudio detto anche Gsieserbach-Rio Casies, un affluente della Rienz-Rienza lungo 22,3 km. Ad un certo punto sulla destra vi sarà l'opportunità di imboccare un sentiero boschivo non asfaltato accessibile da un ponticello, l’Eichhörnchenweg-il Sentiero dello Scoiattolo. In questo caso si mantiene invece la propria sinistra e si procede abbracciati da un’abetaia che strada facendo si apre sulla sinistra su una Malga con ombrelloni viola che è la Malga Messner Hütte. 


Continuando a camminare sulla sinistra sì incontrerà un casolare nei pressi di una fontana dalla quale sgorga un'acqua limpida e gelida anche nei primi giorni di settembre. 
Andando avanti, il tracciato poco più su sulla destra e dopo aver incrociato un altro capanno di nuova costruzione, si intravede oltre un ponte che attraversa il Pidig–Pudio la Malga Kradorfer Alm a questo punto saremo giunti a metà del percorso che da quì  in poi diventerà sterrato è più scosceso.








Cambia il panorama, cambia  il tracciato. Tanti tornanti costeggiati da prati aperti diventano i compagni della salita. Le pareti delle montagne si manifestano in tutta la loro imponenza, solenni guardiane sempre più vicine, vigili dei passi di chi si avvicenda su quella strada. In un settembre particolarmente caldo per queste altitudini, radi contadini si apprestano a tagliare l'ultimo fieno, laddove la vegetazione si fa mano a mano che si sale più rada, mentre vacche da latte pascolano serenamente spesso seguite dai loro vitelli nati poche settimane prima. Tutto intorno un silenzio che sa di infinito e che viene interrotto solo dal rumore dei passi sulla ghiaia e dai saluti che gli escursionisti si rivolgono nel loro incrociarsi. 






Alcuni preferiscono accorciare le distanze tagliando le serpentine ghiaiose con passaggi attraverso i ripidi pendii erbosi fino a che sulla propria sinistra un maso inganna l'occhio e forse anche l'appetito del viandante, in quanto non è un punto di ristoro. 








A questo punto ci si sta avvicinando ai 2000 metri, poco più avanti sempre sulla sinistra ci si imbatte nella Malga Oberberg Alm, una struttura che vista l'altitudine viene aperta solo dagli inizi di luglio e tendenzialmente fino alla fine di agosto. A quella quota del resto le precipitazioni di fine agosto possono già portare significativi quantitativi di neve che non ne permettono più l’utilizzo, ci viene poi spiegato dai gestori. La Malga non è segnalata da nessun cartello o indicazione, lasciati quelli più a valle. Si presenta estremamente minimale nella sua struttura in muro grezzo e bianca, con una consumata scala in legno che porta al primo piano. 






Lontana da qualsiasi altro locale che io abbia finora incontrato, per offerta e servizio, estremamente essenziale è praticamente una baita di alta montagna con una cucina privata che si apre al pubblico, facendo sentire a casa





Sul prato, poche panche ai piedi della gradinata, sono disposte intorno ai pochi tavoli per chi desidera mangiare fuori uno dei pochi piatti disponibili, ma genuini. 





L'ospitalità dei due gestori Maria e Franz rimane indimenticabile. Dopo la passeggiata che mi ha portata in cima sotto il sole, ho deciso che volevo mangiare dentro, ma non pensavo che il dentro mi portasse direttamente negli ambienti privati di questa anziana coppia. La stanza, semplice, con un lavatoio, una cucina elettrica (probabilmente alimentata da un generatore) una credenza e di fronte due lunghi tavoli intorno ai quali corre una panca smaltata di bianco avorio sulla quale si aprono piccole finestre, all’angolo un gatto ancora cucciolo dormiva su un cuscino. 





Sul tavolo la tipica tovaglia tirolese con cuori questa volta nella variante blu e ad accogliermi oltre quella porta Maria, che con i suoi grossi occhi azzurri mi ha subito detto in un’ Italiano stentato “Se vuole può mangiare fuori oppure qui!” Come si farebbe con una persona che si conosce da sempre, e devo dire la verità per la prima volta andando per malghe mi sono sentita in famiglia. Franz il marito, gioviale ultraottantenne si è subito premurato di chiedere che cosa volessimo da bere servendoci birra come nella migliore delle tradizioni, mentre Maria era indaffarata a preparare uova e speck o polenta al formaggio o ancora omelette con mirtilli rossi ed a far bollire tazze di caffè accompagnate da torta di mele rigorosamente fatta da lei. Ho avuto modo di intrattenermi a parlare con Franz, che fra un servizio al tavolo e l’altro si è seduto a chiacchierare della sua gioventù, della sua vita lavorativa passata e presente la cui principale caratteristica è il silenzio e la fatica, del militare come artigliere di montagna fatto nel veronese e per un tempo lungo, diciassette mesi e due giorni, ha riferito in modo molto preciso. Ha raccontato della sua permanenza, quando più giovane, in Val Visdende nel Comelico bellunese, della necessità per chi abita a certe altitudini di avere una moglie non tanto per amore, quanto per necessità ed organizzazione lavorativa, un maso lo si può portare avanti solo se in coppia ed anche i figli una volta erano visti come braccia utili a governare il bestiame o nella stagione estiva a fare fieno, del resto non c’erano i trattori di oggi, e qui molto raramente l’erba è su campi in piano, la maggior parte è su ripidi versanti. Il tutto mentre mangiavo un pezzo di polenta con formaggio fuso precedentemente scaldata nel forno, una delle tre opzioni possibili che avevo a disposizione per rifocillarmi con un pranzo semplice. Eppure mi ha arricchito molto più di altre malghe molto ben fornite e molto più ricercate. Quell'attimo di rapporto umano per me rimane indelebile, ho chiesto a Franz e Maria dove abitassero durante l'inverno e mi hanno detto più a valle a St. Magdalena-Santa Maddalena. Per un attimo ho guardato il viavai di varie persone che entravano e uscivano da quella cucina, vuoi per portare il piatto vuoto dando una mano a sparecchiare a questi due amabili anziani gestori, per pagare il conto, per salutare, o alcuni anche solo per chiedere come stessero a riprova di ritorni negli anni, ed ho capito che nonostante l’estrema sobrietà del tutto, quella sensazione di profonda autenticità era sentita anche da altri, e molti non era certo la prima volta che nel loro periodo di ferie passassero per un saluto. Al momento del dolce, mi sono vista passare sotto gli occhi le ultime due fette di torta di mele, proprio come quando in una casa pensi di mangiare qualcosa che invece qualcun’altro ha fatto sparire perché ghiotta. 






Le ultime chiacchiere le abbiamo scambiate fuori seduti sulla panca di legno consumata dal tempo, dal sole, dalle intemperie; il ballatoio stretto ospitava due vasi di gerani rossi, quasi a voler dare vita a quella casa i cui muri esterni non lasciavano certo pensare ad un punto di ristoro aperto al pubblico, poco più in là il Gsieser Törl-la Forcella di Casies a 2205 m. La Malga Oberberg Alm una struttura che nei decenni ha accumulato parole e storie, vicende di vita e che è l’ultimo baluardo lungo uno dei tre Sentieri dei Contrabbandieri che in tempi passati percorrevano queste vie per scambiare merci fra le Gsiesertal-Valle di Casies e la Defereggental-Valle di Defereggen. Pochi metri più su infatti c'è oggi quello che è il confine tra Italia e Austria con un cippo a segnare la divisione delle due valli confinanti e poco dopo dalla sorgente del torrente Pidigbach- Rio Pudio che scorre lungo tutto il percorso e che vicino alla sua fonte è poco più di un rivolo d’acqua. Qui la chiara dolomia delle Dolomiti pusteresi incontra il granito ed il ghiaccio delle Westliche Tauernalpen- Alpi dei Tauri Occidentali. “Lei parla molto bene l’Italiano!” Ho detto a Franz, lui mi ha risposto che in estate fa pratica con i turisti, mentre in inverno percorre un’ora di strada per arrivare sino a Bruneck-Brunico, dove almeno può parlare con qualcuno madrelingua italiano per mantenere il livello. Scesa la vecchia scala di legno, salutati i due nonni tirolesi, un ultimo sguardo alla malga custode di segreti e voci antiche di pastori, contrabbandieri, margari. Oltre, il Törl come viene comunemente chiamata la vetta di confine.Le nuvole incombenti ci ricordano che la montagna è repentina, dal sole scintillante di poco prima, pochi lembi di cielo sono ancora sereni. Arrivederci Maria e Franz! Grazie per quello che ho respirato e che è stato prezioso, perchè mi ha parlato anche se brevemente della vostra vita.




La Oberberg Alm è gestita dalla Famiglia Taschler, non ha giorno di chiusura. Il dislivello dal punto di partenza Talschlusshütte è di m. 510. Il tempo di percorrenza lungo il sentiero 49 è di 1 ora e 30 minuti/2 ore per tratta (se non vi fermate a fare foto come me). Il percorso per chi è abituato a camminare in montagna è di grado facile-medio.





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