Credo di non aver mai sperimentato tutte le variabili meteorologiche possibili in una sola giornata. Partita con il gelo e una strada completamente ghiacciata, mi sono presto ritrovata in una nevicata che, in direzione di Sterzing—Vipiteno, si trasformava in una vera e propria coltre bianca. Giunta a Bozen—Bolzano, ecco il sole: impensabile fino a pochi istanti prima, subito seguito, lungo la strada per Meran—Merano, da pioggia mista a sole. Salendo verso la Vinschgau—Val Venosta ho attraversato tratti innevati intervallati da improvvisi spiragli di luce, mentre nuvole minacciose incombevano all’orizzonte, annunciando una nuova nevicata. E invece, dopo tre ore di viaggio, da un capo all’altro, attraverso l’intera Provincia, sono giunta alla porta medievale di Glurns—Glorenza, cittadina a soli dieci chilometri dalla Svizzera, sotto un cielo nuvoloso che incorniciava il suo incantevole mercatino di Natale.
1.„Alphornbläser Gargazon“ — Suonatori di "Alphorn" (corno delle Alpi) di Gargazzone
Si svolge esclusivamente nei giorni intorno all’ 8 dicembre e quest'anno era previsto da venerdì 6 a domenica 8. Ho scelto, così, di visitarlo il primo giorno per evitare la folla, che durante questo fine settimana, si riversa particolarmente nei mercatini tipici non solo del Sudtirolo, ma anche dell’Austria e della Germania, Terre unite da questa antichissima tradizione.
Accedo alla città dal Malser Tor—Porta Malles, la più settentrionale delle tre che ne permettono l’accesso, insieme al Schludernser Tor—Porta Sluderno e al Tauferer Tor—PortaTubre.
2. Malser Tor—Porta Malles, una delle tre Porte che introducono a Glurns-Glorenza
Appare assonnato il centro medievale, nonostante sia ormai mezzogiorno passato, e penso che questo mi offrirà la giusta quiete per osservare non solo le merci esposte, ma anche per godere di una visione d’insieme del borgo, che avevo visitato in estate, più di dieci anni fa. Un’insegna in ferro battuto, che apprezzo sempre molto, cattura la mia attenzione: è quella del Gasthof Zur Post—Locanda alla Posta, accompagnata dalla scritta gotica che spicca sull’edificio.
3. Scorci di Glurns-Glorenza
4. Frauenkirche — Chiesa di Nostra Signora, illuminata da una torcia stilizzata, una delle tante che rischiarano l'oscurità cittadina.
Avvicinandomi alla chiesa centrale di Frauenkirche—Nostra Signora, comincio a intravedere qualche turista, e da lì Glurns—Glorenza si svela in tutta la sua accogliente bellezza. È nella Stadtplatz—Piazza Città che si erge l’abete, pronto a illuminarsi nel pomeriggio.
5. Verso la Stadtplatz—Piazza Città
6. Visioni dalla Stadtplatz—Piazza Città con l’abete
7. Meridiane risaltano sui bianchi muri di abitazioni medievali
8. Dalla Stadtplatz—Piazza Città, con lo sguardo verso la Frauenkirche—Chiesa di Nostra Signora
9. Il Boutiquehotel Belvenu, costruito in un antico ex- monastero di epoca gotica, affascina con le sue suggestive alte mura candide.
Da quel punto il mercatino si offre ai visitatori con un carattere unico, mettendo subito in evidenza produzioni esclusivamente locali: dalla gastronomia ai prodotti in lana, soprattutto cotta, passando per articoli in ceramica, composizioni floreali, porta candele artigianali intagliati nella betulla, oggetti scolpiti in legno e, naturalmente, presepi.
11. Tra le produzioni artigianali in lana, fiore all’occhiello di questa Provincia, uno "scaldabottiglia" in lana è davvero una sorpresa
12. L’intaglio del legno, tradizionalmente caratterizzato da linee classiche, si rinnova con rappresentazioni stilizzate ed essenziali, come questi angeli
13. 14.15. La lana cotta, fiore all’occhiello dell’artigianato alpino, si trasforma in opere di creatività: dalle tradizionali e calde pantofole in feltro a cappelli, guanti e adorabili topini che sbirciano dai loro cesti
16. Un tavolino rotondo e una sedia, posti ai lati di un banchetto e vestiti con un drappo impreziosito da rami sulla sedia, creano un espositore originale per liquori e prelibatezze
Non mancano nemmeno le eccellenze casearie a base di latte di capra e le specialità realizzate con la Pera Pala (nota localmente come Palabira, nel dialetto tirolese), un’antichissima varietà autoctona con cui si producono succhi, marmellate e persino un pane unico nel suo genere. Proprio quest’ultimo sarà uno dei souvenir che porterò con me da questa giornata, insieme, ovviamente, al succo e alla marmellata, conoscendo e apprezzando da tempo questo straordinario frutto.
Al centro della piazza, un chiosco offre panini tipici con salsicce e würstel, ma due aspetti attirano subito la mia attenzione: la grande griglia centrale, completa di braciere per la cottura, che richiama con forza tempi medievali, e i contenitori per le salse. Questi ultimi, appesi all’esterno della struttura e riempiti di maionese, ketchup e senape, sono in realtà bottiglie per l’allattamento dei vitelli, dotate di tettarelle, che trasformandosi in modo simpatico e originale, divengono dosatori della salsa scelta dall’affamato avventore.
17. Come in un dipinto medievale, il calderone sul braciere e la cornice che lo racchiude trasportano chi guarda in un tempo leggendario
18. Non si può fare a meno di sorridere davanti all’originale scelta delle bottiglie per l’allattamento dei vitelli, con tanto di tettarella da strizzare per condire il proprio panino.
Con il freddo e la stanchezza del viaggio che si fanno sentire, scelgo di pranzare in un locale affacciato sulla piazza, attratta, a primo acchito, dalla merlatura della facciata, che in qualche modo richiama quella di un castello. Parlo del Gastof zum Grüner Baum—Locanda all’Albero Verde, un rinomato locale storico, ospitato al primo piano di un edificio a tre piani che funge anche da hotel. Salendo la scala, non posso fare a meno di sorridere fra me e me: le volte a botte, con la loro eleganza antica, hanno un fascino capace di incantarmi.
19. Gasthof zum Grüner Baum, la tradizionale Locanda all’Albero Verde
Le tre sale da pranzo della Locanda, utilizzate al mattino per la colazione degli ospiti, offrono un’atmosfera accogliente e curata. Ogni ambiente, rivestito in legno, combina stili che alternano un carattere ora più antico, ora più moderno. In due di queste sale, il cuore del calore è rappresentato da stufe tradizionali: una Kachelofen, l’elegante stufa in maiolica, e una Bauernofen, l’essenziale e robusta stufa contadina. Dopo un ottimo pasto, mi affaccio dal balcone che dà sulla piazza, regalando una vista privilegiata sul mercatino, ancora tranquillo e poco affollato. Ora che ho trovato ristoro e calore, mi sento pronta per riprendere il mio giro e immergermi nell'atmosfera, che con il calare della luce diventa più intensa.
Il mercatino si snoda non solo nella piazza principale, ma anche lungo la Laubengasse—Via dei Portici, una strada dall’architettura unica, caratterizzata da porticati bassi e irregolari, punteggiati da attività artigianali. Per l’occasione, alcune di queste spostano i loro prodotti su banchetti, trasformando ogni angolo degli asimmetrici portici in uno spazio espositivo. Alcune arcate, dotate di muretti, diventano esse stesse banchi improvvisati, che ne esaltano l’artigianalità e creano un’atmosfera autentica. Bancarelle si trovano anche nei dintorni della Porta Taufers—Tubre, e in Sankt Pankratius Gasse—Via San Pancrazio, dove altri espositori si distribuiscono lungo la via.
20.21.22. Tra le arcate degli antichi porticati del Laubengasse — Via dei Portici, questa attività ha creato una suggestiva esposizione esterna
Fra tutte, mi colpisce un cartello scritto a mano che recita: Waldweihrauch Räucherwerk vom Berg — Incenso del bosco, prodotti per fumigazioni dalla montagna. Il banco è semplice, forse il più essenziale di tutti, con pochissimi articoli: erbe per fumigazione e pezzi di lana cotta. La venditrice, impegnata con alcuni acquirenti, mi induce quindi a passare più tardi. Intanto, continuo il mio giro, soffermandomi anche su banchi già visitati per cogliere dettagli che, magari, prima mi erano sfuggiti.
23. Il cartello che promuove gli incensi di montagna per le Rauchnächte non poteva passare inosservato
E poi un banco, però, suscita la mia attenzione più di altri: espone collane e monili molto particolari, realizzati in marmo di Laas—Lasa. Il marmo per me, confesso, non è mai stato un materiale affascinante. L’ho sempre percepito come freddo, distante, quasi ostile. Le sue venature e varianti cromatiche così amate da molti, non hanno mai incontrato i miei gusti, se non nelle sculture d’arte. Non l’ho mai apprezzato né nelle pavimentazioni di casa, né come materiale per lapidi.
24. Amo come questa Terra sappia coniugare arte e natura. Il marmo di Laas diventa gioiello, un regalo prezioso da accompagnare con un dolce o una marmellata di albicocche di montagna, fiore all’occhiello della Vinschgau — Val Venosta
Tuttavia, tutto è cambiato quando ho scoperto il marmo di Laas, una pietra di un bianco purissimo, con una concentrazione di carbonato di calcio pari al 99%. Estratto da cave situate a 1.500 metri sul livello del mare, nel cuore delle montagne, è considerato uno dei marmi più belli e pregiati al mondo.
Questo marmo non è solo materia, ma un’emozione visiva. Il suo candore immacolato evoca in me l’immagine della neve fresca, l’essenzialità di un bianco osseo e, soprattutto, le leggende alpine che riportano alla figura della Bianca Signora del Tempo, la Donna di Veggenza, eco di antiche storie alpine, tramandata attraverso vari nomi, come Willeweiß o Wilwiss che permea l’immaginario di chi vive fra queste montagne.
In quel momento, di fronte a quei monili, mi rendo conto che la mia idea del marmo è cambiata. Non è più solo un materiale. È una storia. È un simbolo. E in questo bianco perfetto, trovo un riflesso della purezza e della forza delle Alpi che lo custodiscono.
Il mercatino di Glurns—Glorenza non è solo un insieme di espositori, ma un luogo dove anche la musica ha un ruolo fondamentale. A dare il via ai contributi musicali sono stati due ragazzini — probabilmente fratello e sorella — che si sono esibiti su un palco posto sotto un grande ippocastano. Questa prima performance ha introdotto con semplicità e autenticità il ricco programma musicale, che ha contribuito a rendere il mercatino ancora più particolare.
A seguire, si sono esibiti due gruppi di strumenti a fiato, sebbene in punti opposti della città ed in ore diverse. Il primo, il Quintett „Gebläse“ aus Nauders (A) — Quintetto "Gebläse" di Nauders (A), ha iniziato con un brano strumentale, proseguendo poi con la versione cantata e a cappella.
Il secondo gruppo: „Eppan Blech“— i "Suonatori di Trombe di Appiano", invece, ha incantato gli avventori radunati, a pomeriggio inoltrato, intorno a un banco che offriva Glühwein — vin brulé — e dove anch’io mi trovavo.

Era curioso osservare l’addetto che, munito di carriola piena di ciocchi, si spostava con precisione e cura da una stufa all’altra per alimentare i focolari accesi affinché non si spegnessero e potessero, così, riscaldare coloro che vi si avvicinavano. Il suo lavoro, apparentemente semplice, contribuiva a mantenere vivi i punti di calore, anima calda dell’atmosfera del mercatino.
Non da meno, e suggestivi alla vista quanto affascinanti da ascoltare, sono stati „Alphornbläser Gargazon“ — i Suonatori di "Alphorn" (corno delle Alpi) di Gargazzone. Al termine delle loro esibizioni, è stato sorprendente vederli muoversi con disinvoltura tra i banchi, portando i lunghi strumenti in spalla con una leggerezza inaspettata.
I musicanti, hanno contribuito, davvero, a creare un’atmosfera unica e indimenticabile.
È ormai tempo di ritornare al banchetto che vendeva erbe da fumigazione per le Raunächte. Finalmente, ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con la venditrice, Sandra, una tedesca che ha scelto di vivere fra le montagne della Vinschgau—Val Venosta e con la quale ho avuto una piacevole conversazione sulla pratica della fumigazione nelle "Notti fumose". Incensieri, braci, resine, erbe e demoni sono stati al centro del nostro dialogo.
Uno scambio gradevole e intenso, al calare della sera, che mi ha lasciato un piccolo bagaglio di saperi e conoscenze, sul quale ho riflettuto per gran parte del tempo del ritorno.
Glorenza, anche quest’anno, con il suo mercatino, si è confermata la cornice perfetta per gli artigiani e i produttori della Valle. Mentre mi lasciavo le sue luci alle spalle, uscendo dalla stessa Porta da cui ero entrata, mi sono resa conto che il mio era solo un semplice "arrivederci".
Immagini
* Tratte dall'archivio personale
Sitografia
*cfr. La Willeweiß, l'Antica Signora delle Profezie delle Montagne (Schlern—Rosengarten/Sciliar—Catinaccio, BZ)
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2017/12/la-willewei-lantica-signora-delle.html
*Cfr. La Vecchia dei Boschi dell'Oberpurstein (Tauferertal —Valle di Tures, BZ)
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2019/11/la-vecchia-dei-boschi-delloberpurstein.html
*Cfr. La Wilwis, la Veggente della radura dell'Hexenbödele (Langstein — Longostagno, BZ)
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2019/11/la-wilwis-la-veggente-della-radura.html