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mercoledì 31 agosto 2022

La Strega della Bielerturm (Wernigerode, Harz, Sachsen-Anhalt Sassonia-Anhalt, Germania)



Katharina von Bieler era una Strega, so che ora il vostro pensiero correrà ad una donna brutta, con porri sul viso ed un naso adunco, ma Katharina non era affatto così.

Le sue forme erano sinuose come la sua camminata, sebbene la sua espressione fosse sempre imbronciata. La sua pelle candida, i suoi occhi verdi e trasparenti come acqua limpida, ed il suo corpo dalle morbide movenze, lasciavano intravedere i tratti della pienezza della gioventù. Su di lei si posavano anche gli sguardi dei conti e dell'aristocrazia del luogo in cui viveva ed il suo pensiero in più di un uomo stimolava erotiche fantasie.

Un giorno in paese si presentò un monaco del Monastero di Himmelpforte, predicava ed intanto chiedeva offerte per sé ed i suoi confratelli, mentre il suo volto si guardava intorno cercando elemosine, i suoi occhi incontrarono quelli di Katharina. Era giovane il monaco e Katharina resasi conto di quello sguardo insistente lo avvicinò dicendogli che lo avrebbe portato dove avrebbe potuto ottenere molte più offerte per la sua comunità, ma una volta che si furono allontanati dalla piazza principale, in un luogo appartato lei tentò di baciare il monaco, il quale la prima volta cercò di allontanarla mentre la seconda cedette a quel richiamo carnale così forte. L'uomo conobbe il sesso per la prima volta in vita sua, ed il piacere pervase i corpi di entrambi, facendo sentire lui – come mai prima – vicino a Dio e Katharina adorata come fosse una Dea.

Ma si sa che le voci corrono veloci, tanto più in un piccolo borgo, dove l'accaduto arrivò all'orecchio della Badessa di Drübeck che meditò subito come vendicare l'accaduto. Per lei Katharina del resto era solo una strega e come tale, il suo comportamento sconsideratamente libero andava punito, come aveva osato sedurre il povero monaco?Soprattutto con quali mezzi lo aveva incantato per condurlo alla perdizione?

La Badessa era perfettamente cosciente che una sua parola avrebbe condannato la giovane e bella fanciulla, ma per lei il seme di quella libertà era da estirpare, quella sfrontatezza non era ammissibile, il tutto era riconducibile solo ad una parola, stregoneria.

Katharina fu accusata, andarono a prenderla a casa, la portarono in piazza, la folla si era accalcata per assistere a quell'ennesimo finto processo, per inveire contro di lei che meritava solo di essere arsa sulle fiamme. Era una strega, bisognava cercarne i segni sul corpo, le strapparono i vestiti, la denudarono, la umiliarono, la ragazza spavalda che tutti conoscevano ora era fragile, indifesa, pagava il suo essere stata libera, femminile, attraente, bella, per aver saputo onorare il suo essere donna e averne saputo godere; le occhiate della folla accorsa scrutavano il suo corpo, il tutto era parte di un qualcosa di così aberrante che il suo sguardo impietrito non riusciva a comprendere.

Legata con le mani dietro la schiena e nuda, fu sistemata sopra della legna accatastata pronta ad arderla. Intanto del monaco sedotto si era persa ogni traccia, condannato ad espiare quello che veniva considerato il peccato più grande, unirsi sessualmente con una Strega.

Erano state appiccate le fiamme, iniziava a salire il fumo, Katharina svenne, la fine era vicina, da lontano si sentì il rumore degli zoccoli di un cavallo al galoppo, il cavaliere estrasse la sua spada, si fece largo fra la folla, con un colpo di lama liberò il corpo della giovane, dalle corde che lo bloccavano e lo caricò sul cavallo, allontanandosi sotto gli sguardi attoniti dell'intera comunità.

Katharina era stata lavata e messa a letto, il mattino dopo si svegliò non capendo dove fosse, pensò di essere morta per essere in un luogo così bello, guardando il suo letto a baldacchino riccamente decorato. Ma presto entrarono delle servitrici, le spiegarono che era nel castello, che il Signore del maniero l'aveva salvata da una fine ingiusta, e aveva trovato salvezza fra quelle mura. L'aiutarono ad alzarsi, avevano preparato per lei un ricco abito, e fu acconciata raccogliendo i lunghi capelli che generalmente le cadevano sulle spalle. Una volta pronta scese una scala che conduceva ad un salone, il Conte che stava guardando attraverso una grande vetrata verso il parco, si voltò lentamente, i loro sguardi si incontrarono, lei abbozzò solamente 'Perchè mi hai salvata?', lui le si avvicinò e rispose 'Perché il mio cuore è stato tuo fin dalla prima volta che ti vidi in paese, non ho mai pensato che tu fossi da allontanare e punire, non ho mai creduto al male che si dice su di te, potrai rimanere qui sino a che vorrai'. Katharina rispose con sguardo d'amore. 'Posso rimanere per sempre allora?' Il Conte si inginocchiò di fronte a lei e chiese, prendendole la mano 'Per sempre?' Lei annuì mentre rispondeva 'Si'.

Katharina aveva trovato chi, non solo, la amava per quella che era ma non temeva la sua femminilità libera e prorompente, il suo Sapere, la sua Arte, si sentiva trattata come mai prima, come una Dea, pensava spesso mentre passeggiava per il viale alberato del Castello, di cui ancora oggi la torre si chiama la Bielerturm.


Nota

Nei racconti di stregoneria, per quello che ho potuto trattare, si favorisce tendenzialmente descrivere la Strega come una vecchia nell'atto di visione e premonizione. Nelle leggende dello Harz compare una variante che in ambito alpino-dolomitico non mi è ancora accaduto di incontrare; in questa narrazione innanzitutto la Strega è giovane e bella, ma l'argomento principale del racconto è che Katharina è una donna libera sessualmente, che sa godere del proprio corpo e di quello di colui con cui condivide il suo piacere. Questo suo modo di agire si pone in antitesi al pensiero cristiano per cui il piacere è qualcosa di peccaminoso, altra antitesi si mostra attraverso l'uomo che seduce, un monaco; i loro due mondi si incontrano per evidenziare però il contrasto insanabile fra politeismo e monoteismo. Una leggenda che mette in risalto la libertà anche sessuale della Strega, una leggenda che mostra come questa indipendenza sia consapevole nel pagano, quanto si ponga in opposizione alla negazione del corpo e delle sue naturali pulsioni in ambito cristiano, una leggenda che però trova il suo lieto fine nella libertà che il Conte le regala liberandola dalle fiamme che stanno per avvolgerla, nello sguardo di questo uomo che guarda a Katharina non solo come alla bella e disinibita giovane, ma con rispetto alla sua Arte, alla sua Visione, al suo Mondo, tanto da renderla Signora del Castello e rendendole la sua Sovranità, che Lei, Donna di Conoscenza merita, offrendole così una vita degna di una Divinità. Per Katharina in qualche modo il suo elevarsi socialmente corrisponde al suo essere riconosciuta come Strega, ed al collocare l'Ars Stregonica in un ambito aristocratico che marca il distinguo fra la cultura non dogmatica rappresentata dall'apertura del  Signore del Castello e l'atteggiamento della massa inferocita che invece assiste al processo di Katharina mossa solo da paura e ignoranza. Katharina diventa aristocratica, la sua Arte lo diviene, questa leggenda insegna che l'opposto della paura è la conoscenza, quella Conoscenza che diviene Saggezza. Onore alla figura di Katharina Von Bieler, Strega di Wernigerode condannata al rogo, la cui leggenda ed il cui ricordo viene evocato dalla Bielerturm, la torre del Castello che ancora oggi porta il suo nome.




Immagine

*Tratta da Pinterest liebedeutschland.tumblr.com

Bibliografia

*Kiehne Casten, Sagenhafer Nordharz. Die 100 schönsten Sagen & Märchen von Goslar bis Wernigerode, BoD – Books on demand, Norderstedt 2018


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