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domenica 17 febbraio 2019

Haselwurm, il Serpente del Nocciolo





Che il Serpente, animale totemico peculiare della Dea Brigit, legata al periodo di Imbolc, sia un simbolo antico come l'umanità è risaputo, e che lo stesso simbolo poi, all'interno di culture che a loro volta hanno sviluppato spiritualità e religioni diverse abbia acquisito valenze differenti anche. Ma per la Cultura celtica e pre-celtica ha un valore fondamentale tanto che molte leggende e racconti ne parlano. 

La Regina dei Serpenti, come la definì Brunamaria Dal Lago Veneri nel suo racconto Il serpente con la corona d’oro del 1989, e di cui nell’articolo dal titolo: Brigit la Dea Serpente della Trasformazione e del Mutamento, della Conoscenza e della Fortuna, chi scrive inserì un breve video che ne parlava, mostra come pure in ambito alpino-germanico sia figura foriera di fortuna e favori.

Tendenzialmente dalle grandi dimensioni è peculiarmente bianca, fra le figure mitologiche dell’area a cavallo fra le alte vette alpine e l’area germanofona in una variante, che andrò ad analizzare, la simbologia articolata e profonda della serpe si potenzia, nel contesto narrativo, di un altro potente simbolo celtico e druidico, il nocciolo. E’ proprio da questo albero che esce solo di notte, abita fra le sue radici per nutrirsi del cuore delle sue foglie. E sono le lacerazioni del fogliame di cui si ciba che segnalano la sua presenza al pari del cespuglio di vischio che spesso è ospitato sull’albero, è l’Haselwurm (letteralmente il verme del nocciolo).

Anche in campo celto-germanico la rassegna di animali leggendari si veste così di una figura fondamentale, definita come il Serpente della Conoscenza.
Di questo animale però oltre a conoscere che è bianco, sappiamo che dispone di una carne che fa acquisire a chi se ne nutre proprietà magiche come apprendere i segreti di erbe, piante e fiori, oppure la capacità di comprendere il linguaggio degli animali, o ancora l’abilità a rendersi invisibile. Leggenda vuole che anche il famoso alchimista svizzero Paracelso che a lungo svolse la sua opera in Tirolo se ne cibò. La profonda trasformazione che trasmuta in comprensione magica un solo boccone di carne, riporta alla trasformazione che vive il serpente a partire dal primo accenno di primavera e che muta la sua pelle, trasformandolo di anno in anno, rinnovandolo, eppure lasciandolo sempre uguale a sé stesso.

Il nome tedesco Haselwurm oltre alla sua traduzione letterale ha come sinonimo italiano il  termine Milauro. Figura di un bestiario che principalmente appartenente  alla zona che giunge sino a Brixen-Bressanone, Bozen-Bolzano, Ritten-Renon e la Fleimstal-Val di Fassa La sua forma può variare da quella di una semplice biscia albina dal grande aspetto, a quella di un animale dalle sembianze di drago, essere umano e bambino; in altre apparizioni ancora, invece avrebbe manifestato la testa di un bambino ed un corpo dotato di aculei, ed anche nelle varianti possibili esce sempre dalla base di un nocciolo dove dimora.

La Tradizione vuole che chi ha l’opportunità di incontrarlo debba essere nato di domenica, ed il suo incontro porta con sé il dono di un sacchetto d’oro. Da questo origina il detto trovare Milauro per dire che si è incontrata la fortuna. Notare come il giorno festivo, implichi la fortuna del non lavorare nel giorno di riposo e festa, e l’essere nati in quel momento corrispondeva già a qualcosa di particolarmente propiziato dalla sorte, a cui si aggiungeva l’oro della conoscenza e del buon auspicio che porta con sé il Milauro.

In questa narrazione la valenza della serpe della Dea Brigit con attributi trasformativi, forieri di buoni auspici e fortuna, amplifica e potenzia i suoi significati attraverso il nocciolo e dal suo essere albero che genera nutrimento di saggezza. Il pensiero inevitabilmente ci conduce alla mitologia irlandese che all’interno dei propri tratti peculiari, ci offre confronto fra diverse figure creando intrecci molto interessanti.



                                  
Note:

Il fiume irlandese Boyne, che prese il suo nome dalla Dea Boann, porta con sé il ricordo mitologico della sua sorgente in un pozzo della saggezza, chiamato Pozzo di Connla o di Segais, da cui originano sette corsi d’acqua fra cui quello dedicato a Boann appunto, considerato il primo e più importante di tutti i fiumi, quello in cui lo Spirito della Dea dimora. La pozza, racconta il mito, fu una cavità in cui nuotavano cinque Salmoni, i Salmoni della Conoscenza, che si nutrivano ogni giorno di nove nocciole ciascuno, che cadevano in acqua da nove alberi di nocciolo, le cui fronde si protraevano verso la cavità stessa. Cibandosi di sapienza i pesci acquisivano nelle loro carni la stessa qualità e di conseguenza chi avesse mangiato la loro carne, avrebbe assimilato le stesse peculiarità di Saggia Conoscenza del Mondo, esattamente come chi si fosse cibato dell’Haselwurm. La leggenda narra che Boann, desiderosa di aumentare i suoi poteri si avvicinò al Pozzo per abbeverarsi delle sue acque per fare sua la Conoscenza anelata da molti, ma le acque di fronte alla sua presenza non autorizzata, esplosero inondando la terra e fluendo verso il mare, quel momento coincise con la nascita di sette corsi d’acqua sacri fra cui il Boyne che originò dal suo nome e che custodisce la sua essenza. Ma il Boyne a livello mitologico, fu considerato il primo a nascere in una sorta di origine prima di tutte le acque. E sebbene ad una prima lettura sembra che il mito veda la tragica fine di Boann, c’è invece da osservare come quell’acqua divina, tesoro sacro, inondando la Terra, regala le sue caratteristiche di sapienza e conoscenza al mondo, così come la Dea Boann diventa lei in primis nutrimento dal prezioso valore, per la Terra.

Nell’analisi, interesechiamo con la sua figura quella della Dea Brigit, che è colei che unisce in sé gli elementi del fuoco e dell’acqua e del polivalente simbolismo serpentino. Dea solare, figlia di Dagda, attinge forza dall’acqua del freddo e del gelo che ancora ammantano il suolo, ma grazie al cui scioglimento, permettono alle profondità oscure di iniziare a trarre il loro alimento che con il rafforzamento delle ore di luce e di sole, consentirà il primo germogliare e lo schiudersi della manifestazioni della primavera. Quindi in questo intreccio Boann e Brigit sono entrambe Divinità che portano purificazione attraverso le acque profonde, che rappresentano il primo elemento vitale per la creazione, un altro legame lo hanno anche con colui che per la seconda è padre e per la prima amante, il Dio Dagda.

L’aspetto della guarigione è susseguente quello della purificazione per Brigit. La rigenerazione che attinge dalle acque primordiali che connotano entrambe le Dee, aprirebbe ad una disquisizione sull’elemento, di cui questa non è la sede. Ritorniamo alla valenza del serpente come purificatore e rigeneratore. Questo attributo che si è protratto anche nella mitologia greca e romana, accompagna ancora i nostri giorni visto che il Caduceo, bastone alato lungo il quale si intrecciano due serpenti, oltre a manifestarsi come sinonimo di prosperità, acquisisce in questa accezione il significato di riequilibrio che i farmacisti attraverso i loro rimedi e le loro cure offrono, riportando armonia fra le energie dei due serpenti che rappresentano le forze che si integrano a creare salute, e che avvolgono le loro spire lungo la verga simbolo del Mercurio romano o dell’Hermes-Ermete greco. Allo stesso modo dei simbolo dell'Ordine dei Farmacisti, il simbolo dell’Ordine dei Medici è rappresentato dal Bastone di Asclepio o Esculapio, in questo caso il serpente è uno solo che avvolge la sue spirale intorno all’asta simbolo del Dio greco.

Tornando al nocciolo, l’albero ha un così forte valore che per la sua sacralità il legname è utilizzato ancora oggi per creare le bacchette che servono al rabdomante per individuare vene d’acqua sotterranee, esattamente come si pensava che le sue verghe fossero utili a individuare tesori nascosti, e quindi non solo portasse fortuna in senso lato, ma anche in senso molto materiale. Inoltre l’Ogham, l’alfabeto arboreo celtico, secondo cui ad ogni lettera è legato un albero, era inciso su tavole dello stesso legno. E sempre dello stesso legno si dice anche fosse fatto il bastone dei pastori, in quanto li avrebbe protetti dall’eventuale morso dei serpenti.

Simbolo di nutrimento della vita ed anche della morte, fu il primo albero a sfamare gli abitanti del Neolitico dopo l’ultima glaciazione, in effetti le nocciole hanno alti contenuti di acidi grassi, in particolar modo di Omega 9. Come simbolo di fecondità, i suoi frutti si offrivano ai matrimoni insieme alle noci, ma li si è ritrovati anche in tombe, lasciati ai defunti come cibo rituale. Sempre legato al discorso morte, si diceva che i maghi usassero un coltello nuovo per recidere un ramo di nocciolo, per mezzo del quale avrebbero comunicato con i defunti. A questo aspetto si aggiunge che i rami di nocciolo venivano utilizzati anche negli altri ambiti rituali e religiosi. 

Proviene dalla Conoscenza profonda e ad essa conduce, se solo si riesce ad andare oltre il suo guscio (esteriorità/apparenza) per accedere al suo frutto vero e proprio (centro delle manifestazioni).

Una leggenda del Tirolo narra che la Sacra Famiglia nella sua fuga in Egitto si riparò all’ombra di un nocciolo, da quel momento (o forse molto prima n.d.r.) l’albero venne considerato immune da fulmini. Presso i Germani esisteva il divieto di fare legna di noccioli e querce, in quanto abitati da entità di beneficio a tutto il bosco. L’associazione nocciolo-serpente, unione dalle peculiarità guaritrici appartiene anche alla cultura greco-romana. Solo dal Medioevo inizia ad acquisire proprietà malefiche, in quanto la saggezza e la fertilità delle attribuzioni antiche, ebbe con l’avvento del cattolicesimo una trasformazione in negativo, come del resto per molti altri animali e piante. 

Il nocciolo, in ultimo si lega ad un numero: il nove. Può arrivare sino a nove metri di altezza ed impiega nove anni per raggiungere la sua massima estensione ed oggi le ricerche recenti ci dicono anche che l’Omega di cui offre maggiore disponibilità e come scritto più sopra sia proprio il nove. 

Varco, soglia fra la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, porta nel simbolo del tre che moltiplica se stesso, il potenziamento del simbolo serpentino, che amplifica.
Rompere il guscio del nocciolo per gustarne il frutto affianca il liberarsi della vecchia pelle della serpe. Ciò che sta per sbocciare è celato all’interno, e la loro figura liminale, a cavallo fra termine ed inizio, fra completamento e rinnovamento, volge lo sguardo verso Est e verso la primavera che verrà.

I Fratelli Grimm, narrano in più fiabe di serpi bianche ma in una sola si  riferiscono a questa Serpe candida della Conoscenza e del suo riparo, le radici del Sacro Nocciolo.










Immagine

*depositphotos.com


Bibliografia

*Tersilla Gatto Chanu Saghe e Leggende delle Alpi Newton Compton 2011 

*Dino Coltro  Gnomi, anguane e basilischi, Cierre edizioni 2012

*Alberto Cattabiani Florario, Mondadori 2017 

*Kondratiev Alexei Il tempo dei celti. Miti e riti: una guida alla spiritualità celtica, Apogeo 2005    

*J.C. Cooper Enciclopedia illustrata dei simboli, Franco Muzzio Editore 1987

Sitografia

Miei articoli 2016

*Anagantios il Tempo celtico di Febbraio e del Fuoco Sacro di Brigit la Triplice


*Brigit la Dea Serpente della Trasformazione e del Mutamento, della Conoscenza e della Fortuna 28-5-2016




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