Anagantios è il
termine che gli antichi Celti attribuivano a quello che oggi è il mese di
Febbraio, che per loro era considerato il quarto mese del calendario, iniziando
l’anno secondo quella tradizione con
Samonios, corrispondente all’attuale Novembre. Il calendario di Coligny,
località nel sud della Francia, e più precisamente in Alvergna (Auvergne),
scoperto nel 1897, è
costituito da una targa bronzea, o meglio da frammenti di essa, che ci riportano ad una sequenza di giorni chiaramente
attribuibili ad un calendario di origine celtica. Febbraio inizia con una sacra
festa che stratificazioni religioso-culturali hanno denominato oggi come
Lichtmess (per esteso Maria Lichtmesse) nel mondo
germanico o Candelora in Italia, Chandeleur in Francia, o Candlemas nel mondo britannico. Ma è
soprattutto alle sue origini più antiche che noi guardiamo, e questa è la festa
della Dea Brigit, dal triplice aspetto.
Febbraio nell’Antica
Roma era considerato il mese della purificazione, il suo nome Latino infatti: februarius deriva da februa che significava letteralmente
“mezzi di purificazione”. I februa
erano in generale tutto ciò che serviva a purificare. Da februa oltre a
derivare februarius, deriva
anche il verbo februare cioè purificare.
Pensiamo ancora oggi come la febbre sia considerata mezzo di purificazione del
corpo, e derivi da quel termine. Nel calendario arcaico attribuito a Romolo, febbraio considerato l’ultimo mese
dell’anno, concludeva il ciclo che avrebbe visto un nuovo inizio con marzo. Le
purificazioni avvenivano attraverso tutta una serie di rituali, fra cui anche
le comunicazioni con i parenti defunti nei nove giorni dei Parentalia. La celebrazione del 2 febbraio col nome di Candelora
nasce ad opera dell’Imperatore Giustiniano,
che la introdusse a Costantinopoli nel 542 d.C. e che inizialmente fu dedicata
alla Presentazione al Tempio di Gesù, che poteva avvenire solo dopo quaranta
giorni, periodo nel quale una donna dopo il parto era considerata impura,
secondo un’antica usanza ebraica del Vecchio Testamento. Per rimuovere però una
festa più antica, questa prese
poi il nome di Purificazione della Beata Maria, perché si esorcizzava così il culto
della falsa Dea Februa riconducibile alla figura di Giunone, chiamata anche
Lucina, Dea della Luce e protettrice delle partorienti. In suo onore vi era infatti, l’uso di
percorrere la città con fiaccole accese,
simbolo di luce ed allo stesso tempo di purificazione. Ma insieme a questo
rituale ce n’era un altro.
I Lupercali a Roma rappresentavano una celebrazione che i Gentili (dal
Latino plurale di Gentes), cioè i pagani, non cristiani, svolgevano nei giorni
più nefasti del mese cioè tra il 13 ed il 15 Febbraio. Plutarco ne narra
minuziosamente. Dedicati al
Dio Fauno nella sua accezione di
Lupercus, cioè protettore del bestiame ovino e caprino, dall’attacco del lupi.
I Luperci quindi, sacerdoti di Fauno, correvano per le strade vestiti solo di
una pelle di capra e con una frusta, anch’essa fabbricata con strisce di pelle
di capra, con la quale battevano le giovani donne che volevano che la loro
fertilità fosse propiziata. Per combattere queste usanze quindi la Chiesa, istituì
processioni con le candele e solo dall’XI secolo aggiunse, su richiesta del
clero franco-germanico, la benedizione della candele da portare poi a casa, per
gli altari personali, contro i fulmini, la grandine, le malattie del bestiame,
se una persona non tornava a casa, o se si pensava che fosse in pericolo, ma
anche per persone in fin di vita, durante le epidemie o di fronte a un parto
difficile. Quindi ciò che veniva
definito come superstizioso e pagano fu solo copiato, attribuendogli un nuovo
nome. Ma il suo nome e il suo significato più antico e derivato dalla cultura
celtica, era un altro.
Imbolc rappresenta
però il significato profondo della festa e non è mai cambiato infatti in molte
zone si assiste a vere e proprie commistioni di rituali. In Savoia ad esempio,
talune donne vanno a raccogliere il 2 Febbraio, rami di nocciolo selvatico, per
devozione alla Madonna, che lungo la via al Tempio avrebbe staccato un ramo di
nocciolo, che fra i vari significati ha quello di fecondità e fertilità, oltre
a quello di far scoprire fonti e vene d’acqua esattamente come in questo
periodo escono i primi germogli o i primi fiori della natura. L’idea di
purificazione di questo periodo è rimasta forte in molte tradizioni europee.
Per questo ad esempio le decorazioni natalizie, rimosse nel mondo germanico
solo alla vigilia di Candelora vengono
bruciate in una sorta di rinnovamento fra il Vecchio ed il Nuovo (ovviamente si
parla di rami di pino o addobbi secchi, non di addobbi di plastica o
sintetici).
Imbolc
celebrata il primo Febbraio, rimane sempre quindi la Festa di Mezzo Inverno, celebrata in onore della Dea Brigit ,
quando ancora quaranta giorni ci separano da Ostara, l’Equinozio di Primavera. E’ il tempo della soglia aperta,
il freddo ed il gelo non hanno ancora abbandonato la natura, ma da essi
sta traendo forza per la manifestazione che la attende appunto con la stagione
primaverile. Del resto nella cristianizzazione si assistette ad una vera e
propria assimilazione dei culti pagani, demitizzando allo stesso tempo una
cultura millenaria che aveva una religiosità ed una spiritualità ben radicata.
Imbolc è di orgine irlandese , detta anche Oimelc
o Imbolg. L’etimologia del termine
non è chiara, ma potrebbe derivare da Imbfolc,
cioè grande pioggia, e infatti in
molte località celtiche, questa festa è anche chiamata la festa della pioggia, che può riferirsi al mutamento climatico, ma
anche alla pioggia purificatrice che monda dalle impurità invernali. Ma il
significato generalmente accettato è quello del termine Imbolg e cioè nel ventre,
nel grembo, con riferimento alla
rinascita ed alla natura del grembo della Madre. Invece Oimelc significa lattazione
delle pecore. Questo del resto rimaneva il periodo più duro dell’anno
poiché le scorte invernali erano praticamente terminate, e la lattazione dei
piccoli di ovini e caprini significava sopravvivenza in quanto il latte, così come il burro ed i
formaggi derivati dalla sua lavorazione, permettevano di sostentarsi sino a che
le colture non avrebbero dato nuovamente frutti e raccolti. Imbolc è il tempo
in cui la Dea dopo essere discesa nelle profondità del mondo sotterraneo,
vecchia stanca e non più feconda si rigenera per uscire incontrare il Dio
Kernunnos, innamorarsene e celebrare le nozze a Litha.
La
Dea Brigit il cui
nome deriva dalla radice indoeuropea Birgh, betulla, la pianta che secondo il
calendario celtico arboreo è l’albero del mese di Febbraio. Figlia di Dagda, potente Re del Sole,
aveva due sorelle sue omonime, che la fanno considerare triplice nella sua
manifestazione. E’ la Dea Fanciulla che sostituisce il buio della Dea nella suo
aspetto di Cerridwen, di Crona o di Perchta. Protettrice del Fuoco Sacro, Sole che esce dal suo letargo. L’Antica
Madre che aveva dato rifugio agli animali durante l’inverno, non era altro che
la Dea nel suo aspetto invernale, Frau Percht oHolle. E’ anche protettrice
soprattutto del Fuoco dell’ispirazione e della trasformazione. Patrona dei
fabbri, dei poeti e dei guaritori, in quanto la poesia implicava ispirazione e
memoria degli antenati, quindi magia, rito. Inoltre la capacità di lavorare i
metalli era ritenuta una professione magica, e le figure dei fabbri di origine
semidivina fanno parte di alcune importanti mitologie europee. Pensiamo solo
all’ultima espressione tradizionale della sacra metallurgia, cioè all’Alchimia
medievale. Tutrice anche delle fonti e dell'acqua, dei Druidi, delle ostetriche
e delle levatrici, delle partorienti umane ed animali. E' anche colei che con
l’aumento del calore, scioglie i laghi e i corsi d’acqua congelati durante
l’inverno, quello sciogliere e rimettere in circolo è lo stesso che muove linfa
nelle piante, così come nelle donne e negli uomini si risveglia la sessualità.
E’ quindi Colei che accompagna ogni nuovo fluire. In alcune credenze irlandesi
Brigit aveva il volto diviso in due metà, uno bellissimo ed uno orrendo in
grado di scacciare o provocare malattie. A lei si attribuisce l'invenzione del
fischio per chiamare i suoi amici e del lamento, utilizzato per la prima volta
da lei per la morte di suo figlio Ruadan. Excalibur la spada di Re Artù è stata
forgiata dalla Signora del Lago, figura talvolta associata a Lei. Brigit è anche regina delle Fate.
Fra gli oggetti sacri ed animali legati a Brigit ci sono: la coppa, simbolo di abbondanza e rappresentazione del Grembo da cui tutto ha origine. La ruota del filatoio che rappresenta il Cosmo e che fila anche i fili delle nostre esistenze, ma anche la Ruota dell'Anno. In ultimo, lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l'immagine dell'Altro Mondo a cui hanno accesso eroi ed iniziati. Il serpente appare come animale totemico di Brigit. In molte culture il serpente o il drago è simbolo dello spirito della Terra e delle forze naturali in crescita, decadimento e rinnovamento. La muta della pelle rappresentava il rinnovamento della natura. La vecchia e la nuova Dea sono la stessa persona. Poi il gallo che annuncia il nuovo giorno, la mucca simbolo per antonomasia della fertilità, ma anche pecore, capre e cervi, orsi e lupi.
Il simbolo delle fiaccole prima
romane e poi delle candele cristiane fa inserire Imbolc-Candelora nelle feste
note del fuoco. Il messaggio insito nel rituale è palese, si tenta cioè di
esorcizzare l’inverno portando la luce sulla terra. Del resto l’idea primitiva
di comportamenti imitativi è chiara. I fuochi scaldano gli uomini così come il
Sole deve ritornare a scaldare la Terra. Il Fuoco diventa così propiziatore
della bella stagione, di purificazione appunto e di rinnovata fertilità. Il
Fuoco del cambiamento.
Fra
le Tradizioni antiche ed attuali legate al Fuoco ve ne sono davvero molte. In
passato le donne, specialmente quelle mestruate lasciavano il loro sangue nelle
fenditure coprendolo con del latte. I due liquidi, fluidi di vita, impastati
insieme alla terra donavano vigore e forza spirituale. Oggi vi sono molti riti
legati a questi giorni, ma io vedrò di parlarvi di quelli di cultura austriaca
e locale. Come detto più sopra le prime cose da affidare al fuoco rigeneratore
sono gli addobbi natalizi appena smantellati (evitando di bruciare palline di
plastica o addobbi sintetici). In Stiria specialmente, per purificare il luogo
si usa portare in giro per la casa e la stalla una candela bianca accesa,
facendo il giro in senso orario. In Carinzia invece, si usa far colare tre
gocce di cera su un pezzo di pane, che verrà custodito tutto l’anno a funzione
di protezione. Nel mondo contadino locale si usa ancora scuotere gli alberi e
le arnie annunciando che la luce sta di nuovo aumentando e il caldo arriverà a
breve.
Se si abita vicino ad un corso
d’acqua ad un lago, o torrente che
sia si possono affidare piccole candele che nella notte illumineranno i corsi
d’acqua ed accompagneranno in senso figurato questo nuovo scorrere della vita.
Vaticinii
animali. Una
delle tradizioni del passato che viene rievocata anche oggi, in alcune
manifestazioni legate a questi giorni specialmente nel nord Italia è legata
all’orso, a cui peraltro sono ispirati molti proverbi. In questa festa infatti
si cerca anche di dare una lettura meteorologica delle prossime settimane, ed a
seconda del comportamento dell’animale si evince se farà bello o brutto per i
prossimi quaranta giorni, tradizione della quale, peraltro, non si conoscono le
origini. Altri animali nella
tradizione alpina vengono letti per
le previsioni del tempo delle settimane future come la lontra o la marmotta, ma
anche il lupo. In Austria ci si rivolge al tasso ed alla volpe. La fiera di Sant’Orso
ad Aosta rimane la più grande manifestazione di artigianato e produzione locale
del nord Italia. Anche in questo caso, al nume della vegetazione si è
sovrapposto un santo dalla dubbia esistenza. Ma torniamo a Brigit....
Nomi
che derivano da Brigit Il Culto
della Triplice Dea Brigit era
sicuramente diffuso in tutto il territorio celtico europeo, in Francia, in
Italia, in tutto il territorio germanico abbiamo nomi di località , laghi
riconducibili alla Dea. Bordeaux in Francia, in Italia in provincia di Vicenza alle
falde dell’Altipiano di Asiago abbiamo Breganze, e poi Briga nel Canton
Vallese, zona che era facente parte del territorio della Rezia, e che era
abitata da popoli come gli Uberi, i Seduni, i Veragri e i Nantuates. Ma anche
Bregenz, città austriaca sul lago di Costanza, capoluogo del Voralberg e patria
della popolazione dei Briganti, gli stessi che ritroveremo poi in Inghilterra e
in Irlanda. Il loro nome durante il periodo celtico fu Brigantium.
Ed
altri nomi per Candelora Candelaia, Ceriola, Siriola , Zariola
Oltre
ai bucanevi, fiori
sacri alla Dea perché primi a sbocciare e di colore bianco, non posso che
pensare ad altri due fiori che nascono e sono sacri a questo periodo: la
primula, e per queste zone il croco. Tutti e tre parlano di qualcosa che sorge
fragile eppure perfetto, proteso verso il sole. Qualcosa che ha avuto il
coraggio di andare oltre il gelo e di fare capolino per primo.
E se analizziamo
la numerologia uno dei
comuni denominatori che abbiamo incontrato nelle tradizioni legate ad
Imbolc-Candelora è un numero: il 40 che condivide il significato del numero 13,
la morte simbolica. Ciò che sembra è solo apparenza, la morte apre solo ad una
nuova primavera.
Immagini tratte dal web
Libri letti e siti consultati da cui ho tratto riferimenti e spunti:
* Lunario, Alfredo Cattabiani
* Numina Rustica, Bruna Maria Dallago Veneri
* Feste Pagane, Roberto Fattore
* La Chandeleur et la Saint -Valentin en Savoi, Revue d'ethnographie et des traditiones populaires, Arnold Van Gennep
* Lunario Toscano 1805
* http://www.acam.it/candelora-origini-e-tradizioni-popolari-e-pagane/ La festa del Fuoco Andrea Romanazzi
* www.treccani.it
* http://www.materterra.it/
* http://www.prolococervinara.it
* http://www.lasoffittadellestreghe.it
* http://www.memoriapopolare.it/storie/tradizioni/la-candelora-in-italia/26
* http://www.cronacheesoteriche.com
* http://www.celticworld.it
* http://www.ilcalderonemagico.it
* http://www.brauchtumsseiten.de/a-z/m/maria-lichtmess/home.html
* http://www.mdr.de/religion/religion/maria-lichtmess100.html
* http://www.jahreskreis.info/files/imbolc.html
* http://www.keltoi.ch/lichtmess
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