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lunedì 25 dicembre 2023

Le Necropoli di Castaneda, Mesocco-Coop e Santa Maria in Calanca testimonianze e reperti della varietà culturale durante l’Età del Ferro (Cantone Grigioni italiano, Svizzera)



1. Castaneda

1.1 Il ritrovamento

Le prime tracce di sepolture a Castaneda, in Val Mesolcina nel Grigioni italiano e riferibili al Primo Periodo La Tène furono scoperte già a cavallo del 1878. Varie esplorazioni erano già state condotte, infatti, tra la fine del XIX secolo ed il 1929 e le campagne di scavi avevano permesso il ritrovamento di centinaia di oggetti, spesso andati precedentemente perduti poiché finiti in collezioni di privati all'estero, le quali, poi, entravano spesso a fare parte delle raccolte di Musei come quelli di Berlino o di Brawnschweig nel Land della Bassa Sassonia in Germania, oppure in Italia, Francia e Stati Uniti. Sono pochi i reperti che, a dispetto della quantità di ritrovamenti originari, sono oggi custoditi nel Rätisches Museum-Museo Retico di Coira.

Non c'è da stupirsi di tanta dispersione se negli scavi e nelle ricerche sulle più di cento tombe esplorate almeno sino al 1903 non fu affiancato un reale metodo scientifico: i reperti non furono infatti inventariati e finirono accantonati senza riferimenti precisi e senza che nemmeno si sapesse né a quale tomba appartenessero né come fossero disposti all’interno delle sepolture.

Un abitante di Castaneda, nel febbraio 1928, scoprì nuove tombe e a questo punto il Rätisches Museum-Museo Retico di Coira organizzò la prima esplorazione sistematica della necropoli dal 1929 al 1931 con Walo Burkart1 alla direzione dei lavori.

1.2 Dalla Cultura di Canegrate ai Leponti

All’epoca quest’area sud-occidentale del Grigioni fu abitata dai Leponti che abitavano anche la Val Bregaglia e la Val Calanca. In queste aree già nella Tarda Età del Bronzo compaiono i segni della Cultura ticinese-lombarda di Canegrate, che lasciò poi nell’Età del Ferro spazio alla Cultura di Golasecca attestata attraverso la presenza di ricchi reperti soprattutto di ambito tombale, con sepolture sia ad incinerazione che ad inumazione. La necropoli di Castaneda ha offerto il ritrovamento di fibule e pendenti, collane d’ambra, situle, vasi in terracotta e legno ed anche contenitori in bronzo così come quella di Cama. Anche la necropoli di Mesocco ha regalato ricchi ritrovamenti di corredi funebri.

1.3 La necropoli

Nel 1935, durante la posa di una condotta idrica a Castaneda sopra il campo di scavo del 1932 e ad ovest della chiesa, degli operai scoprirono i resti di quattro sepolture intatte risalenti a più di duemila anni fa.

Fra i ritrovamenti particolare menzione merita un boccale a becco (di cui parlerò più tardi) che fortunatamente non fu venduto poiché custodiva, nella sua parte più prominente, un’iscrizione che risulta essere la più antica testimonianza scritta del Grigioni, evidenziando come fra le varie conquiste dell’Età del Ferro vi fu anche la scrittura. 

La necropoli di Castaneda comprende al suo interno fino a duecentocinquanta camere funerarie in pietra databili dal VI al III secolo a.C. riconducibili ad esclusive sepolture ad inumazione. Le immagini che seguono, di proprietà dell’Archäologischen Dienst Graubünden-Servizio Archeologico del Grigioni, ci illustrano come le sepolture siano state ritrovate sotto gran parte dell’attuale borgo, fra i campi, le abitazioni odierne ed il cimitero e mostrano come fra i ritrovamenti vi siano state anche tombe di bambini.

Dalla disposizione delle sepolture e dal ritrovamento di un sasso divisorio conficcato a 40 cm. sotto il livello del terreno, si è giunti alla conclusione che l’area ove sorge la necropoli sia stata divisa tra famiglie e che le stesse si occupavano della sepoltura dei propri membri.

Le tombe erano sempre delimitate da pietre dritte o da muretti a secco e, delle numerose ritrovate, nessuna ha restituito resti dei defunti che vi erano stati tumulati, ciò a causa delle peculiarità acide del terreno. Nessuna tomba aveva un fondo lastricato che invece era coperto di ghiaia grossa, ogni sepoltura veniva coperta sulla sommità da lastre di pietra che, poste come coperchio, fungevano da chiusura. Sulle tombe degli adulti, le lastre erano posizionate, in doppio o triplo strato, mentre i bambini erano sovrastati da un solo piano litico.

I corpi erano sepolti senza una cassa a custodirli, si presentavano semplicemente allungati e stesi sul dorso. In tutte le tombe femminili ed anche in parecchie altre, la testa poggiava su una tavola di legno su cui si creava una sorta di rivestimento a base di muschio di cui si è trovata traccia, a riprova che i defunti venivano adagiati con il capo su un cuscino di borraccine. I morti sono sempre vestiti e orientati in maniera variabile, nonostante ciò si è notato che la direzione più usuale sia NE-SO. 

1.4 Il corredo funerario

Ogni tomba ha permesso il ritrovamento di corredi funerari degni di nota. Tra i vari ritrovamenti, qui di seguito i più frequenti:

- Fibule. Utilizzate sia come spille di sicurezza sia come ornamenti, erano di diversa foggia: fibule a sanguisuga, fibule Certosa, fibule La Tène. Le prime due erano esclusivamente in bronzo, l’ultimo tipo poteva essere anche in ferro. La posizione delle fibule nelle tombe non è unitaria, sebbene nella maggior parte dei casi siano state ritrovate all’altezza di collo e petto, usate per fissare l’ultimo abbigliamento del defunto. La loro datazione è sicura e va dal periodo anteriore il primo IV sec. a. C. sino alla metà del III sec. a. C. , collocandosi in uno spazio temporale di massimo 200 anni. Questo corrisponde all’ultima fase della prima Età del Ferro.

- Orecchini. Creati in bronzo, mostrano diametri importanti sino ai 12 cm., muniti di perle d’ambra che possono essere anche doppio coniche, più raramente le stesse perle possono anche essere in vetro.

- Bracciali. In bronzo, potevano essere chiusi o aperti; questi ultimi erano forgiati a rappresentare una spirale la cui testa spesso era modellata a forma di serpente.

- Anelli. In bronzo come i bracciali, chiusi o aperti ed anche in questo caso laddove erano aperti richiamavano la forma di spirale.

- Collane. Anch’esse fatte con perle di ambra e/o vetro. Talvolta anche con anellini di bronzo che si alternavano alle perle di cui sopra.

- Cinture. In bronzo ed in ferro, spesso rinvenute con annesse fibre di tessuto dei vestiti dei defunti.

- Armi. Un solo ritrovamento: una spada in ferro, rinvenuta durante gli scavi del 1899 e custodita al Museo Retico di Coira. Le tombe maschili, anche di bambini ed adolescenti, includono sempre un coltello, da non considerarsi arma bensì oggetto di uso domestico.

1.5 Testimonianze di usi rituali

Accanto agli oggetti personali di cui abbiamo dato descrizione, i corredi funerari includevano anche altri elementi che richiamano a forme di culto pagano, appartenenti a queste popolazioni e anche altri di gran lunga più antichi.

I defunti non erano accompagnati solo da oggetti che potevano aver utilizzato in vita, ma anche da offerte poste su un asse disposto perpendicolarmente rispetto al corpo, in generale all’altezza dei piedi. Tale asse sorreggeva vasi in bronzo e terracotta che avevano lo scopo, con il loro contenuto, di accompagnare il defunto nell’oltretomba. Fra le chiare offerte rituali nei vasi di bronzo ritroviamo miglio e nocciole, mentre i vasi in terracotta, contenevano probabilmente liquidi a noi non pervenuti. Un boccale, inoltre, conteneva una crosta nera di provenienza organica che però non è attribuibile ad alimento alcuno. In un'altra tomba, all’interno di una tazza di legno era contenuta una sostanza blu non riconducibile ad una bevanda ma bensì a del lapis, con la stessa polvere blu sparsa tutt’intorno il cadavere. Il lapis arrivava da Andeer, attraverso il San Bernardino, che a differenza del San Gottardo era ben conosciuto dalle antiche popolazioni della zona e non solo. Il colore blu era utilizzato come talismano contro i cattivi spiriti: è lecito quindi pensare che cospargere la tomba ed offrire in una tazza del lapis corrispondesse ad un viatico per l’aldilà contro spiriti malvagi e che fosse utilizzato per garantire al defunto una protezione anche nel percorso verso la seconda vita.

Dobbiamo ancora fare menzione di alcune tombe, peraltro vicine, a quelle precedentemente descritte, accomunate da una peculiarità: in queste tombe, infatti, i defunti erano tutti corredati di un ciondolo in bronzo a forma di cestino e, in una di queste, il piccolo cestino era ricolmo di miglio, come ad emulare il contenitore bronzeo posto ai piedi del defunto. Questa particolarità rappresenta la testimonianza di un rito funerario rintracciabile già nell’Antico Egitto faraonico con tracce di pani avvolti in bende, e semi di frumento trovati fra le dita delle mummie.

Il culto dei morti nella zona e quindi anche a Castaneda, si collega ad una tradizione che includeva, per ogni tomba, la creazione di una fossa profonda riempita di carbone di legna contenente pezzi di terracotta, il tutto riconducibile ad un rito del fuoco.

1.6 Immagini delle campagne di scavo e ricostruzioni del Rätisches Museum-Museo Retico di Chur-Coira


1. L’area contrassegnata indica quella occupata dalla necropoli rispetto all’odierno insediamento di Castaneda



2. Gli scavi del 1929 quando emersero le prime tombe


         3. Tomba ricoperta con una sola lastra di pietra, dalle dimensioni sembra la tomba di un bambino


4. Parte superiore di inumazione femminile con corredo funerario: orecchini, collana e due fibule a fissarne le vesti

5. Altra inumazione femminile con ben visibili orecchini, collana e spille

6. I reperti funerari ritrovati hanno permesso la ricostruzione grafica dell’abbigliamento sia di donne che di uomini. La riproduzione dell’immagine dell’uomo richiama l’abbigliamento maschile tra il 450 ed il 250 a.C.

7. I ricchi corredi femminili hanno invece permesso la ricostruzione di un abbigliamento di donna compreso tra il 430 ed il 380 a.C. 

1.7 L’antico villaggio

Sempre a Castaneda si è anche scoperto l’antico villaggio coevo alla necropoli, costituito da case in pendenza a circa centocinquanta metri dalla chiesa. Le abitazioni, numerose, non differivano granché da quelle del Bronzo e riprendevano un modello tipico delle popolazioni germaniche nelle quali la calce non era ancora in uso, ovvero generalmente di forma tonda, in legno, formate da canne poi rivestite di argilla e ricoperte di paglia. La certezza che tali abitazioni siano contemporanee degli occupanti della necropoli è data dal ritrovamento di resti fittili nel materiale archeologico.

1.8 La brocca a becco (Schnabelkanne) con iscrizione in alfabeto leponzio

La rilevante scoperta relata alla necropoli in questione è data dall’iscrizione della brocca a becco rialzato (Tomba 53) di cui ho accennato prima, che si presentò molto deteriorata agli archeologi eccetto che nella parte dell'iscrizione. La sua unicità consiste nel fatto che la brocca, prodotta originariamente nell’Italia centrale, rappresenta la prima scritta di cui si abbia traccia nel Grigioni. 

Questo tipo di brocca, risalente al V-IV sec. a. C., che gli archeologi chiamano con denominazione internazionale Schnabelkanne, è scritta in caratteri leponzi con ogni probabilità appartenenti all’ “Alfabeto di Sondrio”, che si legge da destra a sinistra, ed è incisa con punta tagliente ad occupare tutta la larghezza del becco. Il significato della dicitura è ancora controverso: verosimilmente, porta il nome del creatore della brocca stessa «Gusos ha creato [questa brocca]»

8.9. Brocca "Schnabelkanne" di Castaneda


10. 11. L'iscrizione sul becco


12. L' incisione disegnata distesa (da leggere da destra a sinistra)

1.9 Altri reperti di corredi funerari

      1.9.1 Tomba 6, V-IV sec. a. C. 


13. Reperti Tomba 6, V-IV sec. a.C. 

Riferimenti numeri relativi agli oggetti dell'immagine

6. Fibula tipo La Tène

7. Fibule a sanguisuga

8. Orecchini con perle d’ambra

9. Anelli da dito e accessori di fibbie

10. Perle d’ambra


       1.9.2 Tomba 68


14. Collana in ambra

2.Mesocco-Coop/Benabbia

Nel 1969, durante gli scavi per la costruzione del supermercato Coop a Mesocco sono state rinvenute sedici tombe sia ad inumazione che ad incinerazione riferibili cronologicamente al VI-V sec. a.C.

Tutte le tombe disponevano, anche in questo caso, di ricchi corredi, fra i reperti importanti una situla ed una cista a coste.

2.1 Reperti funerari tombe varie


15.Vaso fittile tornito e dipinto VI-V sec. a.C. (Tomba 6)

16. Cista a coste VI-V sec. a. C. (Tomba 71)

17. Situla VI-V sec. a.C. (Tomba 11)

Per quanto riguarda Benabbia, ed in particolare la sua stele, si veda l’articolo riportato nella sitografia. La frazione di Mesocco ha permesso il ritrovamento di reperti che rivelano la presenza di un’ estesissima necropoli sull’altipiano di Gorda e che fu utilizzata per un periodo molto vario, con riferimenti che vanno dalla Cultura Leponzia a seguire quella romana, longobarda, carolingia e quindi feudale.


3. Santa Maria in Calanca

Nel 1937 e nel 1968 nel villaggio furono scoperte diverse sepolture risalenti all'Età del Ferro e romane. Tra quelle dell'Età del Ferro spicca la Tomba 6, una sepoltura del La Tène Medio con orecchini, fibule, una collana di perle di ambra e vetro e ceramiche.

3.1 Reperti di corredo funerario Tomba 6


19. Reperti di corredo funerario

Riferimenti numeri relativi agli oggetti dell'immagine

4. Ciotola

5. Contenitore bottiglia in argilla

6. Perle in vetro e ambra

8. Anello in bronzo

9. Fibule, La Tène Medio

10. Fibule a coda di granchio

11. Vaso a trottola, I° sec. a. C. Ritrovamento, presumibilmente di tomba, Santa Maria in Calanca-Casa Turconi


20. Reperto di corredo funerario

7. Orecchini con perle d’ambra


Conclusioni

I ritrovamenti delle necropoli in oggetto forniscono uno spaccato ben preciso sia della pratica delle inumazioni nel suo processo e nella modalità che dei rituali legati alle sepolture del periodo La Tène nella zona considerata. La defunta o il defunto non solo era accompagnato da una serie di oggetti che aveva usato in vita, ma il ritrovamento di una tazza con del lapis ci offre anche la visione di una pratica di protezione da spiriti malvagi che potevano ostacolare il passaggio e percorso nell’Oltretomba. I reperti constano di contenitori vari e ciste, ornamenti personali quali collane, orecchini, bracciali e soprattutto di numerose fibule, la cui forma delinea momenti storici ben precisi. La brocca a becco, denominata archeologicamente “Schnabelkanne” di Castaneda rappresenta un unicum, in quanto è l’oggetto con iscrizione più antico del Grigioni: la scritta è riconducibile, infatti, all’ “Alfabeto di Sodrio”, una particolare variazione di Lepontico che si legge da destra a sinistra. Questo tipo di brocca a becco è un tipo di contenitore ritrovato frequentemente nei siti La Tène, sebbene questo modello non sia esclusiva di questo periodo. 


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1 La figura di Walo Burkart (Magden 25 aprile 1887 – Chur 28 novembre 1952) è cruciale in tutta la scoperta e ricerca dell’area del Canton Grigioni. Nato in Argovia prese il diploma superiore iscrivendosi successivamente all ‘ETH Zürich, università tecnico-scientifica nata nel 1855 sulla falsariga dell’École Politecnique de Paris, divenendo guardia forestale a partire dal 1916, mentre dal 1927 iniziò a cercare reperti archeologici in tutto il Cantone, sue le scoperte e le descrizioni di quaranta siti archeologici preistorici. Fonte: de.Wikipedia.org 



Immagini

* Tratte dall’archivio personale laddove con firma filigrana

* Tratte dal Archäologischen Dienst Graubünden-Servizio Archeologico del Grigioni: 1,2,3,4,5,6,7, 10, 11

* Tratta da Burkart Walo, Die Schnabelkanne von Castaneda (1938) : 12


Bibliografia

* Erb Hans, Das Rätische Museum, ein Spiegel von Bündens Kultur und GeschichteStiftung Rätisches Museum 1979

* Duval Paul-Marie-Eluère Christiane, Les Celtes, Edition Gallimard 2009


Fonti locali

* Rätisches Museum-Museo Retico Chur-Coira


Sitografia

* Cfr. Das Rätisches Museum-Il Museo Retico di Chur-Coira, (Kanton Graubünden-Cantone Grigioni, Svizzera)

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2023/12/il-ratisches-museum-museo-retico-di.html

* Cfr. Reperti e ritrovamenti, dalle Età dei Metalli ai Celto-Reti. Il piano interrato del Rätisches Museum-Museo Retico di Chur-Coira (Kanton Graubünden-Cantone Grigioni, Svizzera)

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2023/12/reperti-e-ritrovamenti-dalle-eta-dei.html

* Historisches Lexikon der Schweiz (HLS)-Schweizer Geschichte 

https://hls-dhs-dss.ch/de/

*Bibliotek der Universität Zürich

https://www.ub.uzh.ch/de.html


Articoli e monografie on line

* Bassetti Aldo, La civiltà del ferro nella Svizzera Italiana con speciale riguardo a Castaneda preistorica1944-n.4 Quaderni grigionitaliani Ann.13

* Boldini R. Intorno alle recenti scoperte archeologiche in quel di Mesocco1968-n.37 Quaderni grigionitaliani

* Burkart WaloLa necropoli e l'abitato preistorico Castaneda di Calanca1932 Pro Grigioni Italiano-Quaderni grigionitaliani

* Burkart Walo, Die Schnabelkanne von Castaneda, (Zeitschrift: Anzeiger für schweizerische Altertumskunde : Neue Folge), 1938

* Burkart Walo, Appunti archeologici sul comune di Mesocco (Archäologisches aus der Gemeinde Misox-Bündnerisches Monatsblatt : Zeitschrift für bündnerische Geschichte, Landes-und Volkskunde), 1941-1942

* Primas MargaritaBemerkungen zu den Siedlungsfunden von Castaneda GR, 1976-Band 59 Jahrbuch der Schweizerischen Gesellschaft für Ur-und Frühgeschichte Annuaire de la Société Suisse de Préhistoire et d'Archéologie Annuario della Società Svizzera di Preistoria e d'Archeologia

Uscita di Culturaltura e Associazione archeologica ticinese 12 giugno 2021


Videografia

* Pro Grigioni Italiano, «Tracce del passato»L'Età del Bronzo e l'Età del Ferro

https://www.youtube.com/watch?v=bUnhw5nADtU&ab_channel=ProGrigioniItaliano




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