Lettori fissi

lunedì 27 giugno 2016

La tisana dell'Offerta e dell' Accoglienza






Sai perchè una tisana?
C'è molto di piu' della semplice gentilezza e condivisione nell'offrire una tisana....
La tisana è a base di acqua, elemento di cui noi siamo costituiti primariamente. E' quindi l'insieme dell'acqua con erbe e piante della Natura, così Sacre.
Offrire una tisana diventa così non solo l'offerta di una bevanda, ma dell'acqua che si mescola all'acqua, dell'elemento primario che si mescola all'elemento primario. Del me che si mescola a te, dello scambio che diventa dialogo, apertura, fiducia.
La tisana cambia ma rimane sempre uguale a se stessa, ora in erba, ora in infuso, mantiene il suo profumo e la sua essenza. Un'erba, una pianta, quando impari a conoscerla non la dimentichi piu'. La riconosci dalla fragranza, dal gusto, dalla sensazione che ti lascia. La tisana richiede il suo tempo per l'infusione e per rilasciare il suo aroma, i suoi odori, che sedimentano nell'anima e fanno bene allo spirito. Ed allora la tisana diventa offerta ed accoglienza, dove la prima non si scinde dalla seconda, ma anzi la integra. E' una semplice ritualità, che diventa invito alla lentezza, quella lentezza che muove le stagioni ed i suoi ritmi e che come danza cadenzata, ci offre sempre frutti e scenari nuovi, anche quando nella vita sembra non cambiare nulla, solo perchè abbiamo dimenticato di osservarla. Accogli l'invito ad una tisana insieme, con una nuova consapevolezza, quella di cio' che sei che ti giunge da chi apparentemente è fuori di te, e che tendendoti una mano nell'offrirti una tazza, sta facendo molto piu' di un semplice porgertela, ti sta offrendo un profumo, un'essenza, che accomuna le vite e le rende, fosse anche solo per un istante, un momento unico.


Lujanta







Immagini tratte dal web




domenica 5 giugno 2016

Bergfeuer, i Fuochi Solstiziali preistorici del Tirolo



Immagine Albin Niederstrasser

                                                Testo di Lujanta

Ogni anno nel Tempo del Solstizio d’Estate, oggi nel periodo che va indicativamente fra la metà ed il 21 giugno, si ripete da millenni lo stesso rituale sulle pareti rocciose del Tirolo e del Sud Tirolo, sono i Bergfeuer, i Fuochi di Montagna, che ci parlano dell’antica e quanto mai presente connessione fra gli esseri umani ed il Sole. La parola tedesca 'Feuer' (fuoco) risale etimologicamente al proto-germanico 'Fuir' che è anche radice per l'Inglese 'fire'.


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I falo’ del solstizio, sono pratica diffusa dalle montagne al mare, ma qui assumono una forma particolare che ci riporta indietro a decine di secoli fa, quando il Sole fonte di vita era celebrato nei suoi momenti di passaggio dell’anno, ed a maggior ragione nella giornata che segna la prevalenza di luce rispetto alle ore di buio, il 21 di giugno appunto.  


Immagine Albin Niederstrasser  
I Sonnwendfeuer , cioè i ‘Fuochi della svolta del Sole’ sono in effetti i fuochi che rappresentano un apice, che in quanto tale sottolinea il calare della luce che al 21 di dicembre, quando il Sole sarà al minimo della sua declinazione negativa, segnerà il giorno piu’ corto dell’anno, dove il buio avrà la meglio sulla luce , ma indicando così anche la nascita del ‘Sole Bambino’. 

 


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Questi fuochi proprio perché manifestano un apice sono rappresentati sui punti piu’ alti di questo territorio, e sono la piu’ alta forma di falò artistici . E così il fuoco, simbolo di passione, azione, creazione e creatività oltre che di sessualità, ma anche di nutrimento e trasformazione alchemica, arde sino a spegnersi a tarda notte quando lascerà lo spazio all’alba del giorno piu’ lungo dell’anno, almeno simbolicamente. 

Immagine Albin Niederstrasser

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La tradizione di origine celtica e pre-celtica, fonda le sue radici nei miti solari, 
oltre ad avere la funzione di scansione del calendario e del ciclo di semina e raccolta, ma anche dell’alternanza fra l’attività e il riposo, e dell’invocazione e il ringraziamento degli dei . Queste tradizioni piriche sicuramente avevano anche l’intento di sostenere il Sole, che nei suoi riti di passaggio, secondo la mitologia si affaticava particolarmente,


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suggellando così il legame sole-uomo, dove il primo supporta la vita del secondo e dove invece in questo caso è l’uomo a supportare l’astro nei momenti di maggior impegno richiesto.

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Attualmente i Bergfeuer attingono la loro storia a tempi piu’ recenti e piu’ particolarmente al 1796, quando i Tirolesi fecero voto al Sacro Cuore di Gesù, affinchè la loro terra fosse protetta da un attacco dei Bavaresi che erano uniti ai Francesi. Questo voto non porto’ alla vittoria sulle truppe napoleoniche, ma la tradizione  comunque continuo’ ad essere rispettata sino ai giorni nostri. Quelli dello Zugspitzarena nei pressi di Innsbruck sono famosi per la quantità di fuochi utilizzati per creare le figure tridimensionali che si vedono da lontano (8000/10000 fuochi per montagna) tanto da essersi meritati nel 2010 il riconoscimento Unesco come ‘Patrimonio Culturale Immateriale’. Le figure rappresentate variano da motivi cristiani, a motivi di montagna, animali e fiori, oltre a scritte. Un appunto, prima dell’avvento del calendario gregoriano, il Solstizio si celebrava il 24 giugno, poi anticipato al 21, festa che la Cristianità ha legato alla figura di San Giovanni. Ed in molti luoghi i fuochi del Solstizio assunsero così il nome di fuochi di San Giovanni.   

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Immagine Albin Niederstrasser


Ci fu un tempo in cui il Fuoco era sacro come il Sole, quel tempo è ora, ed impronte antiche e attuali ci fanno ancora udire il vocio notturno che accompagna adesso come allora la lunga veglia, che mentre nella notte fonda i fuochi si smorzano, lasciando spazio alla brace che andrà piano piano ad estinguersi, fa udire ancora nell’aria il saluto di questa gente all’alba del giorno piu’ lungo dell’anno “Benvenuto Sole nel giorno del tuo tripudio…”

Immagine Albin Niederstrasser








Siti consultati da cui ho tratto riferimenti e spunti:


*http://presse.tirol.at/de/tirols-berge-in-flammen-in-der-kuerzesten-nacht-des-jahres/pr524667