Ci fu un Tempo antichissimo in cui gli esseri umani
tutti, comunicavano non solo fra di loro, ma con gli animali, con le piante,
con l’acqua dei ruscelli. Quando ci si recava in un bosco a raccogliere erbe o
a tagliar legna, le erbe dicevano a chi raccoglieva in quale
ora avrebbero mantenuto le loro più alte caratteristiche e così era per il
legname, ogni albero consigliava al tagliaboschi come essere abbattuto e come
offrire la sua vita per il migliore legname, per costruire case o divenire
utensile, o ancora ardere, bruciato dal nobile elemento fuoco. Ma poi venne il
Concilio di Trento [1] che si impose sulle popolazioni e sulle loro tradizioni
sebbene già cristianizzate e tutto questo scomparve.
Note:
[1] E’ nel 1545 che ebbe inizio il Concilio di Trento,
come risposta della Chiesa di Roma all’espandersi della Riforma protestante in
atto, ad opera principalmente di Martin Lutero. Dal Concilio che durò ben
diciotto anni, sino al 1563 sotto il pontificato di tre Papi, nacque il termine
Controriforma con cui il Cattolicesimo intese rinnovare il proprio potere
teologico-spirituale nonché liturgico.
Questo brevissimo racconto segna un passo importante
fra un prima ed un dopo. Fra una Cultura e Tradizione che
fu di tutti ed una che venne imposta. Fra
una Cultura nella quale si era in stretto contatto con la Natura, i suoi Tempi
i suoi Riti che tramandati oralmente rappresentavano il Patrimonio di interi
Popoli, e ciò che imposto dogmaticamente pensò di estirpare Tradizione ed Identità.
Ho voluto riportarlo, perché oggi quella Tradizione orale è scomparsa, almeno
fra le persone più giovani che io ho potuto incontrare. Nonostante queste aree
vivano con estremo fervore i preparativi di eventi oggi legati a passaggi
annuali e festività cattoliche anche se di chiara quanto negata origine pagana,
quando viene domandato loro perché lo facciano, rispondono che è la loro tradizione ed è antichissima, ma ignorando
il substrato culturale e sociale millenario in cui nacque. La versione originale a cui mi sono rifatta è riferita
alla versione della Prof.ssa Dal Lago Veneri, estrapolata da un’opera di inizi
‘900 dal titolo Il Vescovado di Trento e
Bressanone-Antiche fonti e leggende di K. Atz e Pater Adelgott Schatz, e nella
quale versione il Concilio viene reso (forse ricalcando la versione originale
da cui l’ha tratta) come una benedizione per
uomini ed animali, piante ed acque.
Immagine
*createwithtlc.blogspot.com
Bibliografia
*Bruna Maria Dal Lago Fiabe
del Trentino Alto Adige, Mondadori 1997 Pag.195