L'Hexenbödele è una radura nell'abitato di Langstein—Longostagno, da tempo immemore quel luogo è da sempre noto alla popolazione locale. Gli alti larici che lo abitano fungono da corona ad uno di essi di maggiori dimensioni, un albero che da sempre ispira grande rispetto agli abitanti del luogo, poiché quell'albero è la dimora della Wilwis.
La Wilwis è anziana, molto anziana, incurvata dal passare del tempo. È una donna piccola, dai capelli color cenere, e la gente spesso la chiama strega. Non pensate, però, che sia cattiva: al contrario, le sue frasi, spesso espresse in rima o come proverbi, hanno sempre rappresentato una risposta alle questioni più disparate, sebbene quelle parole trovino il loro vero significato solo con il passare del tempo, per chi le ascolta. Lei vive della Conoscenza che non appartiene al Tempo: ha nozione di ciò che tutti chiamano passato e futuro. E quando un argomento richiede un approfondimento, consulta un grande volume, un libro magico.
Rispettata e temuta, i suoi sussurri, è vero, offrono risposte — quelle risposte che molti affermano di desiderare ardentemente. Tuttavia, quelle stesse risposte sono accolte con timore, poiché tutti sanno che le sue visioni si avverano sempre.
Il
suo magico libro è nascosto tra le radici del grande larice che la
ospita, e Lei non esita a sfogliarne le pagine ogni volta che se ne
presenti il bisogno. Ma talvolta è accaduto che qualcuno le
chiedesse da dove nascesse il mondo o quale ne fosse l'origine.
Allora, con voce calma e profonda, ha spiegato:
"Vi furono
Giganti che si presero cura di me fin dalla mia nascita.
Conosco Nove Case, Nove Mondi e un Albero del Mondo,
le cui radici affondano più in profondità di quanto chiunque possa
immaginare. Alla fonte, sotto quelle radici, vivono Tre Donne:
Colei che conosce ciò che fu, Colei che conosce ciò
che è, e Colei che conosce ciò che sarà."
In inverno, la si può scorgere emergere dalla bruma del bosco, nelle giornate di ghiaccio pungente. In quei giorni di freddo intenso, al suo fidato larice preferisce le case altrui, e in particolare la Stube, tutta rivestita in legno. Quel luogo le ricorda la sua casa—albero, dall'odore resinoso a Lei tanto familiare, reso ancor più vivo dal calore del fuoco acceso. Arriva senza preavviso, quando nessuno se lo aspetta, e con la stessa imprevedibilità può svanire, tornando da dove è venuta.
Ma è di fronte alla brace, ipnotizzata dal movimento sinuoso del fuoco, che le sue parole sembrano danzare nella mente di chi l’ascolta. Si trattiene a lungo, farfugliando vocaboli in rima, spesso simili a indovinelli, gettati lì come per ingannare il passare delle ore. Eppure, quelle parole hanno una strana forza: si insinuano in chi le ascolta, e arriva sempre il momento in cui si trasformano in realtà vissuta, come un destino che prende forma.
In passato, accadeva talvolta che la padrona di casa le offrisse un piatto di minestra, un gesto che Lei accoglieva con genuina gratitudine. Ma col passare del tempo, quella presenza, un tempo benvoluta come portatrice di messaggi provenienti dai confini del mondo visibile, iniziò a diventare scomoda, persino invisa al villaggio.
Una mattina, dopo giorni passati nella Stube di un maso, dove sembrava essersi stabilita senza alcuna intenzione di andarsene, i bambini della famiglia, nel tentativo di stupirla e forse spingerla ad allontanarsi, presero dei gusci di uova bianche e li posarono sulla stufa.
Quando la vecchia Wilwis vide ciò, scuoté la testa e disse:
"Sono 'Colei che vede'
Abito queste Montagne prima di ogni altro Spirito
Ho scorto ed udito cose che nessuno conosce
Nove volte bosco e nove volte prato
Lo Schlern come una noce
Il Rotwand come la mano di un bambino
Il Tschagerjoch come una gemma
Ma mai un focolare pieno di gusci di uova"
Da quel momento, si allontanò dalla casa, e nessuno mai più la vide nella radura dell'Hexenbödele.
Note
Attraverso questa lettura della leggenda della Willeweiß, scopriamo che i Germani la chiamavano Wilwis. Qui, l'antica figura assume i tratti della Veggente per antonomasia dei Popoli del Nord, Colei che vede, a cui è dedicato l'intenso volumetto della Vǫluspà.
La narrazione vuole che l’Antica Profetessa delle Montagne, quando il bel tempo la conduce a dimorare tra i rami del larice più possente nella radura dell’Hexenbödele, consulti un libro di Conoscenza che attinge da un non-Tempo. Nello scritto della Vǫluspà, la stessa Veggente, chiamata in Norreno Vǫlva, è essa stessa Conoscenza: Lei che sa del passato e del futuro, poiché custodisce in sé, simultaneamente, memoria ancestrale e visione profetica.
Nella reinterpretazione locale, l'Yggdrasil, il maestoso frassino cosmico della mitologia nordica, lascia il posto a un larice autoctono. Allo stesso modo, le Tre Norne, custodi del destino, trovano una nuova forma narrativa: tre donne misteriose, non esplicitamente definite, che vivono presso le radici del larice nella radura, legate al filo del tempo.
Un altro elemento ricorrente in tutte le versioni della Willeweiß è l’uso di un linguaggio criptico, che richiama l’ermetismo della Vǫlva della Vǫluspà.
La storia culmina in un epilogo che accomuna ogni variante fin qui esplorata. La Veggente delle Alpi scompare, invisibile agli occhi degli uomini. Presenza antica e venerata per millenni, legata alle comunità di queste montagne, diventa infine una figura scomoda, forse per il peso di una cultura emergente che la esclude. Ma la sua scomparsa non è definitiva: la Veggente è un’entità fuori dal Tempo, che trascende le dimensioni del Vivere e del Morire, un simbolo che persiste oltre il visibile.
Immagine
*La Sorcière 1835, Jacques-Raymond Brascassat, Musée des Augustins Toulouse
Bibliografia
*Geshleier Kathrin, Meine Südtiroler Sagenwelt. Ein Sagenbuch für die ganze Familie, Verlag A. Weger 2019
*Polia Mario, Vǫluspà "I detti di colei che vede", Ed. Il Cerchio-Il Corallo 1983
*Meli Marcello, Vǫluspà. Un'apocalisse norrena, Carrocci Editore 2008
Sitografia
*Cfr. La Willeweiß, l'Antica Signora delle Profezie delle montagne (Schlern-Rosengarten/Sciliar-Catinaccio BZ)
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2017/12/la-willewei-lantica-signora-delle.html
*Cfr. La Vecchia dei boschi dell'Oberpurstein (Tauferertal-Valle di Tures BZ)
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2019/11/la-vecchia-dei-boschi-delloberpurstein.html