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martedì 26 dicembre 2017

Da un antico passato a Paracelso e oltre, gli Gnomi della Conoscenza





Legati fondamentalmente all’elemento Terra, entità ctonie, appena vengono nominati portano alla memoria piccoli esseri dal tipico cappello a punta, che fanno parte di una classe formata da quattro rami, legati ai quattro elementi: Terra appunto, Aria, Fuoco e Acqua. Queste entità degli elementi, fulcro insieme ad altre manifestazioni del sacro delle religioni pre- cristiane vennero poi anche riassorbite in dottrine ermetiche ed alchimiste sin dal Medioevo, in cui si asseriva che l’essere umano e tutte le creature fossero generate dalla composizione di queste quattro sostanze allo stato puro.  Gli gnomi spesso assimilati anche a nani ed elfi, che però mantengono peculiarità proprie, sono Esseri della Terra. Il loro nome deriva da Paracelso che li definì così, nel 1493, attribuendo tramite il loro nome la caratteristica degli stessi gnomi, che è quella della Conoscenza. Il termine deriva del resto da ‘gnosi’. Abili ed intelligenti, abitano in luoghi isolati, in cunicoli scavati sotto le piante, negli incavi dei tronchi o in grotte o ancora in miniere abbandonate dove lavorano i metalli insieme ai Nani, la loro capacità di muoversi nel sottosuolo è pari a quella che hanno gli esseri umani a muoversi sul suolo. Nel Rinascimento, quando le scienze sperimentali acquisirono rilievo, la credenza nei quattro elementi divenne desueta ma fu proprio il medico ed alchimista svizzero Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus Von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso, che andando controcorrente, nel suo libro edito postumo nel 1658 dal titolo ‘Liber de nymphis sylphis pygmaeus et salamandres et de ceteris spiritibus', descrisse in maniera dettagliata per la prima volta gli gnomi. Custodi dei tesori della Terra, leggendo di varie tradizioni ho potuto rilevare come ad esempio nel mondo britannico siano visti come entità capricciose e non particolarmente benigne, mentre nel mondo alpino e dolomitico ma anche appenninico invece si relazionino in maniera amichevole con gli umani, intervenendo talvolta con aiuti tangibili in quanto una delle loro caratteristiche è essere abili artigiani oltre a conoscere i magici segreti del mondo animale e delle piante in aggiunta a quello delle pietre e dei minerali, di cui si narra che custodiscano importanti tesori nei loro regni sotterranei. La loro statura non supera gli 80 cm hanno lunghe barbe e talvolta portano i baffi, le gnome spesso portano trecce. 





I loro cappelli conici sono tendenzialmente rossi ma possono essere anche di altri colori. In determinate zone traggono il loro nome dall’area di appartenenza come i Guriuz, gnomi piuttosto selvatici, robusti e con barbe irsute, che abitano l’area di Guriude (o Goriude), nei pressi dell’altipiano del Canin in provincia di Udine.








Immagini tratte dall’archivio personale


Bibliografia

*Catharine Briggs – Dizionario di Fate, Gnomi e Folletti e altri esseri fatati –  Pag. 214 Avagliano Editore, 2009
*Marco Massignan – Il Piccolo Popolo, elfi, gnomi, folletti e creature fatate- Xenia- 2006
*Dino Coltro – Gnomi, anguane, basilischi – Pag. 100 Cierre Edizioni, 2012

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