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Testo di Lujanta
Ogni anno nel Tempo del Solstizio d’Estate, oggi nel periodo
che va indicativamente fra la metà ed il 21 giugno, si ripete da millenni lo
stesso rituale sulle pareti rocciose del Tirolo e del Sud Tirolo, sono i
Bergfeuer, i Fuochi di Montagna, che ci parlano dell’antica e quanto mai
presente connessione fra gli esseri umani ed il Sole. La parola tedesca 'Feuer' (fuoco) risale etimologicamente al proto-germanico 'Fuir' che è anche radice per l'Inglese 'fire'.
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I falo’ del solstizio, sono
pratica diffusa dalle montagne al mare, ma qui assumono una forma particolare che
ci riporta indietro a decine di secoli fa, quando il Sole fonte di vita era
celebrato nei suoi momenti di passaggio dell’anno, ed a maggior ragione nella
giornata che segna la prevalenza di luce rispetto alle ore di buio, il 21 di
giugno appunto.
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I Sonnwendfeuer , cioè i
‘Fuochi della svolta del Sole’ sono in effetti i fuochi che rappresentano un apice,
che in quanto tale sottolinea il calare della luce che al 21 di dicembre, quando il
Sole sarà al minimo della sua declinazione negativa, segnerà il giorno piu’ corto dell’anno, dove il buio avrà la meglio sulla luce , ma indicando così anche la nascita del ‘Sole Bambino’.
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Questi fuochi proprio perché manifestano un apice sono rappresentati sui punti piu’ alti di questo territorio, e sono la piu’ alta forma di falò artistici . E così il fuoco, simbolo di passione, azione, creazione e creatività oltre che di sessualità, ma anche di nutrimento e trasformazione alchemica, arde sino a spegnersi a tarda notte quando lascerà lo spazio all’alba del giorno piu’ lungo dell’anno, almeno simbolicamente.
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oltre ad avere la funzione di scansione del calendario e del ciclo di semina e raccolta, ma anche dell’alternanza fra l’attività e il riposo, e dell’invocazione e il ringraziamento degli dei . Queste tradizioni piriche sicuramente avevano anche l’intento di sostenere il Sole, che nei suoi riti di passaggio, secondo la mitologia si affaticava particolarmente,
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Attualmente i Bergfeuer attingono la loro storia a tempi piu’ recenti e piu’ particolarmente al 1796, quando i Tirolesi fecero voto al Sacro Cuore di Gesù, affinchè la loro terra fosse protetta da un attacco dei Bavaresi che erano uniti ai Francesi. Questo voto non porto’ alla vittoria sulle truppe napoleoniche, ma la tradizione comunque continuo’ ad essere rispettata sino ai giorni nostri. Quelli dello Zugspitzarena nei pressi di Innsbruck sono famosi per la quantità di fuochi utilizzati per creare le figure tridimensionali che si vedono da lontano (8000/10000 fuochi per montagna) tanto da essersi meritati nel 2010 il riconoscimento Unesco come ‘Patrimonio Culturale Immateriale’. Le figure rappresentate variano da motivi cristiani, a motivi di montagna, animali e fiori, oltre a scritte. Un appunto, prima dell’avvento del calendario gregoriano, il Solstizio si celebrava il 24 giugno, poi anticipato al 21, festa che la Cristianità ha legato alla figura di San Giovanni. Ed in molti luoghi i fuochi del Solstizio assunsero così il nome di fuochi di San Giovanni.
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Ci fu un tempo in cui il Fuoco era sacro come il Sole, quel tempo è ora, ed impronte antiche e attuali ci fanno ancora udire il vocio notturno che accompagna adesso come allora la lunga veglia, che mentre nella notte fonda i fuochi si smorzano, lasciando spazio alla brace che andrà piano piano ad estinguersi, fa udire ancora nell’aria il saluto di questa gente all’alba del giorno piu’ lungo dell’anno “Benvenuto Sole nel giorno del tuo tripudio…”
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Siti consultati da cui ho tratto riferimenti e spunti:
*http://presse.tirol.at/de/tirols-berge-in-flammen-in-der-kuerzesten-nacht-des-jahres/pr524667
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