Abitavo soltanto da un mese sulle Dolomiti, in quel Cadore che fu la mia porta d’accesso ai Monti Pallidi. Quel giorno, senza saperlo, fui presa per mano e condotta attraverso sentieri antichi, vivi di storia, cultura, civiltà e sacralità. Fu l’inizio di una ricerca che ancora oggi continua e che mi ha portato a vivere nella Terra dove si consumarono le ultime vicende dei Fanes, la leggendaria popolazione dolomitica la cui storia si snoda tra le valli incantate del Veneto, del Trentino e del Sudtirolo.
Nel 1911 Karl Felix Wolff, colui che riportò in vita il ciclo narrativo sul tramonto della terra di Fanis e sull’epopea della sua popolazione, scrisse nella prefazione al noto Dolomiten Sagen che già un vecchio autore — di cui non cita il nome — pur senza conoscere le leggende, aveva definito la zona tra la Val di Landro e la Valle di Marebbe come una città incantata. E forse, davvero, di questo si tratta: di un luogo sospeso nel tempo, dove la leggenda continua a intrecciarsi con la realtà.
Chi leggerà troverà il risultato di un lavoro iniziato circa sette anni fa, fatto di incontri con il territorio, attraverso escursioni divenute poi lettura, studio, analisi e raccolta di appunti e riflessioni. Ogni passo ha aperto un varco, ha rivelato nuove connessioni, come in una matrioska di storia, mito e simbolismo. Perché l’ascolto genera la ricerca, e la ricerca diventa scoperta.
Così prende vita questa sezione, dedicata a un sentiero dolomitico che si estende oltre. Spazierà tra Veneto e Trentino, tra Sudtirolo e Austria, oltre i confini geografici, ma anche temporali, così come oggi li conosciamo. Un viaggio attraverso il quale accompagnare il lettore in approfondimenti su ciò che è stato, è e sarà legato a questa materia così vasta e complessa.
Gli antichi possedevano un linguaggio più profondo, un codice fatto di simboli e archetipi, una comunicazione alla quale oggi non siamo più abituati. Come sottolinea Ulrike Kindl, docente di germanistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia: «Siamo figli dell’Illuminismo e non più capaci di decifrare le immagini e il loro potere evocativo.»
Eppure, quei simboli non hanno mai smesso di parlare. Negli scritti che seguiranno, affioreranno poco a poco, rivelandosi nelle leggende e nelle loro decodifiche. Vi guiderò lungo questo cammino, conducendovi non solo attraverso la storia — chiave essenziale per comprendere la cultura e le tradizioni — ma anche attraverso la mitologia, le Divinità, i segni lasciati dal tempo.
Infine, vi porterò con me in passeggiate e escursioni, in luoghi dove lo sguardo si posa su un Incanto che è ancora Incontro con qualcosa che continua a esistere, l’impronta invisibile e persistente dei luoghi sacri.
Immagine
* Tratta da internet: Monte Antelao dal Rifugio Laurin — San Vito di Cadore (Veneto, BL) Autore sconosciuto. Se sei l'autore dell' immagine pubblicata e desideri che venga aggiunto un credito o che l'immagine venga rimossa, ti invito a contattarmi.
Nessun commento:
Posta un commento