Negli anni ho spesso provato a domandarmi cosa mi
spinse quel venerdì del 20 novembre 2009, in una giornata uggiosa , che non invogliava
certo l’uscita a decidere di andare a visitare un santuario molto particolare,
nessuna chiesa o cappella, un santuario a cielo aperto. Io che abitavo da un
mese esatto sulle Dolomiti, in quel Cadore che fu la mia porta di accesso ai
Monti Pallidi, fui presa per mano e condotta lungo antichi sentieri vivissimi
non solo di storia, ma di cultura, civiltà, energia, sacro. Da quel momento, da
quel che sentii, nacque una ricerca, che ancor oggi continua e che mi ha
portato a vivere nella Terra che vide le ultime scene dei Fanes, leggendaria
popolazione dolomitica, che sviluppa la propria storia in valli magiche a cavallo fra l’attuale
Veneto, Trentino e Sudtirolo. Nel 1911
Karl Felix Wolff, colui che riporto’ in vita il ciclo narrativo che racconta
del tramonto della terra di Fanis e dell’epopea della sua popolazione nella sua
prefazione al noto ‘Dolomiten Sagen’ , indico’ come già un vecchio autore (di
cui non cita il nome) pur senza conoscere le leggende avesse definito la zona
fra la val di Landro e la valle di Marebbe come una città incantata. Perché di questo si
tratta, di puro incanto e chi leggerà troverà il risultato di un lavoro che iniziato
circa sette anni fa è stato ed è di incontro con il territorio attraverso
escursioni divenute poi lettura, studio, analisi, raccolta di
informazioni ed appunti, che aprirono ed
aprono varchi continui su altro , come in una matrioska della storia, della leggenda, della mitologia, del simbolismo. Ed allora l’ ascolto chiama
ricerca. Nasce così questa sezione del blog dedicata a questo ‘sentiero
dolomitico e non solo’ perché spazierà fra in Veneto ed il Trentino, fra il
Sudtirolo e l’Austria , in un’analisi che va oltre i confini come attualmente
li conosciamo, e attraverso cui condurre il lettore, in approfondimenti di cio' che è
stato, è , e sarà legato in merito a
questa materia così varia e vasta. Gli antichi disponevano di una comunicazione
piu’ profonda fatta di simboli ed archetipi, alla quale oggi noi non siamo piu’
abituati, perché come dice Ulrike Kindl, docente di germanistica all’Università
Ca’ Foscari di Venezia, noi siamo figli dell’Illuminismo e non piu’ abituati a decifrare le immagini
ed il loro potere evocativo. Troverete così in scritti singoli, anche questi simboli mano
a mano che sorgeranno nelle leggende e nelle loro analisi. Sarete presi per mano e condotti non solo
attraverso la storia, approccio
inscindibile per comprendere la cultura e le tradizioni, ma anche e soprattutto
attraverso la mitologia, le divinità, le forme evocative appunto ed anche attraverso brani narrati da
me in cui vi portero’ in passeggiate, in escursioni, che poseranno sguardi su quell’Incanto che continua ad essere
Incontro con qualcosa che non smette mai di esistere, l’impronta energetica dei
luoghi.
Lujanta
Monte Antelao dal rifugio Larin – San Vito di Cadore (BL) |
Immagine tratta dal web
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