Lettori fissi

lunedì 28 marzo 2016

Presa per mano lungo antichi sentieri.....



Negli anni ho spesso provato a domandarmi cosa mi spinse quel venerdì del 20 novembre 2009,  in una giornata uggiosa , che non invogliava certo l’uscita a decidere di andare a visitare un santuario molto particolare, nessuna chiesa o cappella, un santuario a cielo aperto. Io che abitavo da un mese esatto sulle Dolomiti, in quel Cadore che fu la mia porta di accesso ai Monti Pallidi, fui presa per mano e condotta lungo antichi sentieri vivissimi non solo di storia, ma di cultura, civiltà, energia, sacro. Da quel momento, da quel che sentii, nacque una ricerca, che ancor oggi continua e che mi ha portato a vivere nella Terra che vide le ultime scene dei Fanes, leggendaria popolazione dolomitica, che sviluppa la propria storia  in valli magiche a cavallo fra l’attuale Veneto, Trentino e Sudtirolo.  Nel 1911 Karl Felix Wolff, colui che riporto’ in vita il ciclo narrativo che racconta del tramonto della terra di Fanis e dell’epopea della sua popolazione nella sua prefazione al noto ‘Dolomiten Sagen’ , indico’ come già un vecchio autore (di cui non cita il nome) pur senza conoscere le leggende avesse definito la zona fra la val di Landro e la valle di Marebbe come una città incantata. Perché di questo si tratta, di puro incanto e chi leggerà troverà il risultato di un lavoro che iniziato circa sette anni fa è stato ed è di incontro con il territorio attraverso escursioni divenute poi lettura, studio, analisi, raccolta di informazioni ed appunti, che aprirono ed aprono varchi continui su altro , come in una matrioska della storia, della leggenda,  della mitologia,  del simbolismo. Ed allora l’ ascolto chiama ricerca. Nasce così questa sezione del blog dedicata a questo ‘sentiero dolomitico e non solo’ perché spazierà fra in Veneto ed il Trentino, fra il Sudtirolo e l’Austria , in un’analisi che va oltre i confini come attualmente li conosciamo, e attraverso cui condurre il lettore, in approfondimenti di cio' che è stato, è , e sarà legato  in merito a questa materia così varia e vasta. Gli antichi disponevano di una comunicazione piu’ profonda fatta di simboli ed archetipi, alla quale oggi noi non siamo piu’ abituati, perché come dice Ulrike Kindl, docente di germanistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, noi siamo figli dell’Illuminismo e non piu’ abituati a decifrare le immagini ed il loro potere evocativo. Troverete così  in scritti singoli, anche questi simboli mano a mano che sorgeranno nelle leggende e nelle loro analisi.  Sarete presi per mano e condotti non solo attraverso  la storia, approccio inscindibile per comprendere la cultura e le tradizioni, ma anche e soprattutto attraverso la mitologia, le divinità, le forme evocative appunto ed anche attraverso brani narrati da me in cui vi portero’ in passeggiate, in escursioni, che poseranno sguardi  su quell’Incanto che continua ad essere Incontro con qualcosa che non smette mai di esistere, l’impronta energetica dei luoghi.


Lujanta

Monte Antelao dal rifugio Larin – San Vito di Cadore (BL)
 Immagine tratta dal web

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