L'intento
del Blog: un Viaggio fra Sacro Femminino e Cultura Celtica, ma non solo
Fin
dai suoi esordi, il Blog di Lujanta ha inteso dedicarsi
all'esplorazione di un'ampia gamma di argomenti, tutti accomunati
dall'interesse per il Sacro Femminino e la Cultura Celtica. La
passione per l'archeologia e l'antropologia si unisce
all'esplorazione di antiche storie dolomitiche e di luoghi di potere
arcaici. La ricerca, in un'area di matrice prevalentemente
germanofona, conduce naturalmente ad approfondimenti con territori
affini dal punto di vista culturale, e con località che, sebbene
apparentemente distanti, condividono la stessa impronta originaria e
tradizioni comuni, attingendo a un antico bacino culturale condiviso.
1. Pragser See—Lago di Braies, Pragser Tal-Valle di Braies (BZ) Il Lago di Lujanta in inverno con vista sul Sass dla Porta—la Croda del Becco 2810 m.
Provare ad analizzare
ciò che Goethe definì l’Eterno
Femminino implica,
secondo la visione di questo blog, esplorare non solo la figura di un
Sacro Femminile che affonda le sue radici nella notte dei tempi e che
rappresenta l'elemento fondante dell’Antica Europa. Questo viaggio
si sviluppa attraverso leggende e narrazioni, giunte fino a noi, pur
rimaneggiate nel corso dei millenni. L'obiettivo è non solo quello
di indagare le fonti storiche e i reperti archeologici, ma anche di
esplorare l'aspetto folklorico, chiaramente riconducibile a
un'origine comune a diversi territori.
Il
folklore è spesso, ed erroneamente, considerato un “ambito minore”; si dimentica così che esso rappresenta una manifestazione
fondamentale del patrimonio culturale di una società. Attraverso
leggende, canti, tradizioni e usanze, il folklore trasmette nel tempo
una vasta gamma di informazioni, tramandate oralmente di generazione
in generazione. Questo processo protegge e preserva l'identità di un
popolo, mantenendo vivo il suo senso di appartenenza.
Il
termine
folklore
deriva da due parole anglosassoni: folk,
che significa “popolo” e lore,
che significa “saggezza” o “conoscenza”. Sebbene il termine,
nella forma in cui lo conosciamo oggi, sia nato solo nella seconda
metà dell'Ottocento, esso racchiude tutta la saggezza popolare
contenuta nell'ampio bagaglio culturale fatto di miti, leggende,
racconti, superstizioni, proverbi e canti. In altre parole, tutto
quel retaggio che rappresenta un'eredità culturale. Un concetto
simile si ritrova anche nel termine tedesco Volkskunde,
di origine ancora più antica (fine Settecento), che descrive, al
pari del termine britannico, lo studio delle tradizioni popolari.
A
fianco dei parallelismi fra aree germanofone, sorgono anche studi e
comparazioni con regioni confinanti, italiane e non, sempre
nell’ottica di uno sguardo d’insieme che, pur partendo da questa
zona, mira a tessere una trama di interconnessioni che evidenzi
somiglianze e confronti.
I
Celti, altro tema centrale del blog che ne definisce e delimita in
parte il focus, si collegano non solo alla Cultura Celtica, ma anche
a quella di altre popolazioni che condivisero con questo popolo lo stesso
spazio e la stessa storia in questa Regione. I Celti diventano così
un punto di delimitazione, ma anche un'apertura verso le
interconnessioni tra comunità e gruppi che, pur nelle loro differenze,
spesso condivisero Divinità, credenze e visioni del Mondo, creando
un tessuto culturale ricco e complesso, in cui il Sacro si
intrecciava con la vita quotidiana.
L'attenzione
principale del blog è sicuramente rivolta ai Celti originari della
Cultura di Hallstatt, a cui apparteneva anche l'area in cui vivo.
Tuttavia, un altro scopo del blog è quello di approfondire lo studio
di tutto ciò che precedette questa Cultura dell'Età dei Metalli.
L'Europa arcaica, dal Paleolitico in poi, diventa così oggetto di
analisi, rappresentando il substrato culturale che gli Indoeuropei
trovarono al loro arrivo nel Continente. Questo
sguardo indaga come i diversi background culturali si siano
influenzati e, infine, fusi.
Questi argomenti suscitano domande mentre passeggio tra musei e siti
archeologici, o mentre analizzo leggende e usanze. In questo modo, lo
sguardo di Lujanta diventa lo sguardo della lettrice o del lettore,
che attraverso la mia osservazione e narrazione della Storia e delle
Storie, diviene partecipe di un approccio multidisciplinare al Mondo:
il Mondo di Lujanta.
2. Pragser See—Lago di Braies, Pragser Tal—Valle di Braies (BZ)
Il Lago di Lujanta in autunno
Lujanta,
Figlia della Profondità della Montagna
Si
narra che un tempo esistesse una popolazione leggendaria, quella dei
Fanes, che vide la nascita di due gemelle: Dolasilla e Lujanta. La
prima, la più conosciuta, è la guerriera che difenderà il suo
popolo fino alla morte. La gemella, Lujanta, invece, fin dalla
nascita viene scambiata con le marmotte e trascorrerà la sua vita
accolta dalle profondità della terra. Al di là della narrazione
letteraria, qualcosa mi ha sempre condotto verso colei che non è
conosciuta, verso colei il cui nome, in Ladino, significa luminosa,
pur avendo vissuto tutta la sua esistenza nel grembo oscuro della
montagna. Lujanta appare all'inizio e alla fine della storia, come
due punti agli antipodi che delimitano lo spazio ideale per tracciare
un cerchio: quello della vita.
La
Lujanta di questo blog nasce, in questa esistenza, il 2 novembre
1968. Fin da bambina manifesta una predisposizione peculiare per la
riflessione e l’introspezione, tratti che emergono già nei primi
scritti composti sui banchi della scuola primaria. Proprio questa inclinazione mi porta presto a sviluppare un amore profondo: quello per la conoscenza e la cultura, intese come
un patrimonio inestinguibile a cui possiamo attingere a piene mani
ogni giorno. La cultura per me è l’espressione dell’Essere Umano
che, attraverso la sua creazione, diventa il tramite del sé e del
fremito interiore del mondo. Tra le arti, amo particolarmente la
pittura, con una predilezione per quella medievale e rinascimentale.
Mi tocca profondamente la pittura esoterica di Albrecht Dürer, così
come i contrasti drammatici di rossi e neri nelle opere di Caravaggio mi suscitano un grande apprezzamento. Infine, le tonalità vivaci
della pittura impressionista di Armand Guillaumin evocano in me un
forte coinvolgimento emotivo.
Amo
molto il teatro, a differenza del cinema. L'attore teatrale si
rinnova in ogni pièce, ed è proprio attraverso questo continuo
rinnovamento interiore che, salendo sul palco, riesce a comunicare
profondamente con il pubblico. La musica, anch’essa, ha sempre
avuto un ruolo fondamentale nella mia vita: dalla classica, con Bach
in primis, alla musica celtica e folk.
3. Schloss—Castel Welsperg risalente al 1126La
lettura fa parte di me sin da bambina, quando il più bel regalo,
allora come oggi, era ed è un libro. La scrittura è
sempre stata la mia seconda passione. Un testo può essere letto e
riletto, immortalando pensieri e parole che non solo rendono
consapevole chi scrive, ma possono anche essere spunto di
riflessione, offrire nuove visioni e creare quel dialogo che, in
fondo, è fondamentale per aprire la mente e aprirsi agli altri.
Di
contro, ciò che non ho mai amato è la grettezza, sia nei modi che
nei dialoghi, l’ottusità dei concetti, i giudizi gratuiti, e tutto
ciò che viene imposto, anche in modo sottile. Detesto chi non sa
mettersi in discussione, chi crede di avere sempre ragione e manca
dell'apertura mentale necessaria per sostenere un confronto
autentico. Amo chi ha idee diverse dalle mie, perché mi offre
l'opportunità di confrontarmi. Il confronto è una delle costanti
della mia vita: con me stessa, con gli altri e con ciò che mi
circonda. È uno dei fulcri dell’esistenza, senza il quale credo
che la vita non possa esprimere appieno il suo valore.
4. Intorno a casaDicevo
del confronto, prima di tutto con me stessa. Ci fu un momento in cui,
in questo “Spazio Sacro” che è la Vita, emerse un nuovo aspetto
di me stessa con cui dovetti confrontarmi, non senza difficoltà.
Circa due decenni fa, mi ritrovai, da un giorno all’altro, in punto
di morte. Fra lo stupore generale, invece, riaprii gli occhi e mi
ripresi. Da quel momento iniziò quella che io, con ironia, definisco
la mia “vita 2.0”. Oltre i cinque sensi comunemente usati, mi
resi conto di aver sviluppato qualcosa di più. Riscoprii ciò che
oggi viene definito sensitività,
ma che io preferisco chiamare semplicemente una sensibilità più
profonda.
Vorrei
sfatare un mito: non ho mai considerato questa sensibilità un dono,
perché, in mezzo a mille incertezze, ho una certezza: le facoltà
psichiche appartengono a tutti e possono essere sviluppate. Siamo
stati culturalmente distaccati dal percepire, una capacità peculiare
dell'essere umano, che nei secoli è stata prima perseguitata e poi
spesso ridicolizzata. Chi ha voluto mantenere la Donna e l'Uomo in
una condizione frammentata rispetto al proprio Essere ci ha inculcato
l'idea che esista solo ciò che è visibile, quando in realtà il
visibile rappresenta solo una minuscola parte del Tutto.
Fortunatamente, la fisica quantistica e alcuni ricercatori seri ci
stanno documentando che siamo molto più completi di quanto siamo
stati abituati a pensare.
Così
iniziai a vedere oltre ciò che è comunemente visibile, a udire
oltre ciò che è comunemente udibile, e a percepire eventi che non
avrei potuto conoscere. Ho dovuto imparare a riconoscere, valutare,
ascoltare e discernere, ma soprattutto a fare silenzio dentro di me.
Ho imparato a mettere da parte le acquisizioni culturali e sociali
della mente, per accogliere qualcosa che, latente in me, aveva
trovato la via per manifestarsi. In seguito sono arrivati il Dharma,
la Meditazione e il Reiki, che sono diventati fondamenti della mia
vita, così come l'amore e il legame profondo con la Natura e i cicli
legati ad essa e alla Terra. Questo legame mi porta, appena
possibile, a camminare specialmente in montagna, dove il silenzio
unico dei monti è la più alta forma di comunicazione che la Natura
possa offrirci per entrare in contatto con noi stessi.
Attraverso
il “sentire” ho dovuto imparare un rispetto più profondo: per
ciò che percepisco, ma anche per chi ho davanti, per i suoi pensieri
e sentimenti. Ho imparato ad affiancare ciò che c'è di più sacro
nella vita, l'Esperienza, e a lasciare che ognuno faccia le proprie.
Se
dovessi inscrivere un quadrato, simbolo della natura umana e della
fase terrena e fisica di questa esistenza, all'interno della
circolarità della Vita, intesa nel suo senso più ampio e non
limitata a questa dimensione, identificherei quattro punti cardine.
Questi rifermenti, che nel tempo sono diventati ricordo e consapevolezza,
rappresentano i miei interessi principali: l'Antico Egitto, l'Eresia
Catara, le Culture originarie politeiste dell'Antica Europa con
particolare riguardo alle Tradizioni Celtiche di matrice celto—germanica, e infine il Tibet. A prima vista, queste coordinate possono sembrare distanti tra loro, ma lo sono solo per l'apparente
divisione del Tempo.
Questo
blog nasce così, non solo per portarvi attraverso le mie ricerche,
ma anche per condurvi nei miei ricordi, in reminiscenze sopite e
risvegliate, in contatti attraverso storie e narrazioni, che
avranno l’intento di offrirvi spunti e di invogliarvi all’ascolto
di voi stessi,
all’osservazione,
al riconoscervi nella giusta misura e nella vostra infinità
immensità oltre le
apparenze
ed i cliché.
Nella sezione Testimonianze
troverete
due brani
di
coloro
che
erano
per
la
sottoscritta
dei perfetti sconosciuti, e che dopo la condivisione di miei
“sguardi” su quello che io amo definire “infinito presente”,
hanno
scelto di omaggiarmi con loro scritti. Del primo
troverete
solo le iniziali per motivi di privacy, mentre il secondo, blogger e
docente
universitario,
ha inserito l’articolo nel suo blog.
Grazie
della lettura.
Lujanta
Immagini
* Tratte dall'archivio personale