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giovedì 25 dicembre 2025

La Tròta (Val di Fiemme, Trentino)

 



Un tempo, il rispetto per gli anziani e per coloro che avevano una disabilità era considerato qualcosa di sacro, da trasmettere ai più piccoli. Quando un bambino si faceva scherno di uno di loro, gli si impartiva una lezione con uno scapaccione e la promessa che, di notte, la Tròta avrebbe pensato al resto.

Oggi, invece, la Tròta non si nomina più: è caduta nell’oblio, sostituita dal più generico incubo”, spesso legato a una cattiva digestione, effetto di un pasto abbondante. Tuttavia, nei nostri avi, il ricordo della Tròta era ben radicato, tanto nitido che ne tramandavano la storia.

Vestiva solo stracci e aveva un aspetto tanto ripugnante quanto inquietante: il naso adunco, il mento sporgente e un neo dal quale spuntava un lungo pelo le segnavano il volto. Un’apparizione capace di suscitare disgusto e terrore in chiunque avesse la sventura di incontrarla.

I giovani monelli del borgo non attendevano altro che incontrarla, per prenderla a male parole, facendosi scherno di lei e della sua bruttezza. La Tròta provava a difendersi come poteva, lanciando, se le capitava sottomano, qualche sasso raccolto per strada, mentre inveiva contro i disgraziati che la perseguitavano e contro le famiglie colpevoli di non essere state in grado di educarli.

Afflitta per lunghi anni, giunse infine, per la Tròta il momento della Morte. In quell'istante, la vecchia si rivolse a Dio, chiedendo vendetta contro i suoi aggressori. Ma il Signore fu chiaro: se non avesse abbandonato l’odio che albergava nel suo cuore, le porte del Paradiso le sarebbero rimaste per sempre precluse. Tuttavia, incuriosito, Dio volle sapere cosa intendesse per vendetta. La Tròta, con voce carica di rancore, spiegò che mai era riuscita a catturare uno dei suoi molestatori e chiese, come unico desiderio, di poter diventare il loro Tormento peggiore, affinché non spaventassero mai più né anziani né disabili.

Il Signore, vedendo in lei una scintilla di giustizia, accolse la sua richiesta, ma pose delle condizioni: la Tròta avrebbe potuto agire solo col favore delle tenebre e colpire esclusivamente durante il sonno di coloro che avevano mostrato crudeltà verso i più deboli. Così, Dio fece di lei uno strumento di ammonimento e castigo, un’incarnazione della sua volontà. Da quel momento, chiunque avesse la coscienza sporca diventava preda della Tròta. Di notte, in sogno, la vecchia appariva con le sue unghie affilate come artigli, inseguendo le sue vittime in una corsa interminabile. Immobilizzati dal terrore, i malcapitati restavano paralizzati, sperando che quella visione spaventosa svanisse. Ma la Tròta non si accontentava: la paura che infliggeva si rifletteva anche negli occhi di chi, al risveglio e madido di sudore, continuava a sentire la stretta gelida di quell’Incubo. Solo il sopraggiungere della luce del giorno riusciva a liberare le sue prede.

Ma, se questa era la forma più comune di incontro con questa Strega, ve ne era un’altra, altrettanto terribile. La sua vittima si trovava in sogno, vestita solo di una camicia bianca e senza nient’altro addosso, dinanzi allo sguardo di profondo rimprovero della Tròta, che gli incuteva una vergogna senza pari, lasciandolo con le gambe incapaci di reggerlo. Ad un certo punto, la Figura assumeva la sua forma di persecutrice più spaventosa e iniziava una corsa da cui, a gambe levate, il dormiente cercava di allontanarsi, ma senza successo: la vecchia laida era sempre alle sue spalle, pronta ad agguantarlo in un attimo. Soltanto chi aveva la fortuna di dormire accanto a qualcuno poteva essere svegliato da quell’Incubo straziante, trovando sollievo al risveglio.



Note

Dall’Oppressione impersonale alla funzione morale

I livelli che andremo ad analizzare evidenziano come questa leggenda conservi tratti “addomesticati” in rapporto ad una versione originaria rispetto alla quale sicuramente differisce enormemente. Leggendo è evidente che la stratificazione alla quale abbiamo assistito durante la lettura è forte e strutturata. In questa versione la Tròta diviene figura ibridata, perde il gesto, il tempo e l’esperienza dell’Oppressione Notturna e riorienta tutto il sua agire. A tal proposito è necessario precisare che le funzioni morali ed educative della Tròta non appartengono al nucleo originario dell’Oppressione Notturna che si configura, invece, nelle sue forme più arcaiche come esperienza impersonale poiché non sceglie per colpa, merito oppure comportamento chi colpire. Il suo accadere ovvero non cade, come abbiamo visto nella leggenda, nella dualità “buoni” “cattivi”. Soprattutto non ha funzione né educatrice né ammonitrice. In questa versione siamo in una rielaborazione successiva in cui le viene attribuito un agire etico e di divenire un ammonimento morale.

Cristianizzazione e riorientamento morale della Figura

Nella seconda parte della leggenda, in cui la Tròta, ormai prossima alla Morte, si rivolge a Dio chiedendo di diventare Tormento Notturno per chi perseguita i più deboli, essa appare così per la prima volta in questa singolare veste. Se da un lato si può riconoscere una cristianizzazione del processo leggendario pagano — processo che appare indubbio, considerando come queste Entità abbiano origine in contesti culturali e cultuali completamente estranei alla forma, ai riti e ai contenuti propri del Cristianesimo, come già discusso in altri testi — dall’altro è evidente come questa narrazione rappresenti una stratificazione ormai compiuta per due motivi principali. Il primo è che la Strega, figura per eccellenza ribelle e indipendente, si ritrova, in questa versione, a sottomettersi alla volontà del Dio cristiano, invocandolo per realizzare il proprio desiderio. Il secondo è che il Signore monoteista, pur riconoscendo che l’anima della Tròta non è ancora degna del Paradiso, ne accoglie la richiesta, ravvisando nella sua sete di vendetta una forma di giustizia, volta a difendere chi non è in grado di proteggersi.

Il paradosso della maledizione cristiana

Tuttavia, la storia mette in luce una contraddizione interessante: il Cristianesimo condanna la maledizione come estranea alla morale cristiana, mentre fin dalle origini non mancano invocazioni rivolte a Dio per infliggere punizioni ai malvagi, punizioni che si armonizzano con una concezione di giustizia divina implacabile, evidenziando un paradosso di ordine concettuale.

La Strega come soggetto esorcizzabile

Più ancora, ciò che colpisce è il fatto che una Strega possa essere considerata in qualche modo esorcizzabile o liberabile da un’influenza negativa. Alcune versioni della leggenda suggeriscono che questa influenza derivi da un comportamento materno inadeguato, come una scarsa adesione alla dottrina cristiana, oppure da un battesimo eseguito in modo scorretto, incapace quindi di garantire la protezione spirituale al neonato.

Il volto doppio della Strega

Infine, emerge un aspetto simbolico che merita attenzione: la Strega, spesso descritta come una figura di straordinaria bellezza, attinge dalla sua natura mutaforma per rivelare una versione di sé che incarna tutto ciò che vi è di più terribile e spaventoso, a partire dall’aspetto. In questa lettura, tipica dell’impianto cristianizzato, la bellezza cela l’orrore; ma se ci si discosta da tale visione, l’orrore può a sua volta celare una forma di bellezza. Questo gioco di opposti rende la Tròta una figura affascinante, capace di attraversare la narrazione con un potere che trascende il Tempo. 






Immagine

* Creata con l’A.I.

Bibliografia

* Degiampietro Candido, Fiabe, leggende e saghe fiemmesi,

Edizioni Pezzini 1988

Sitografia

* Cfr. Malvina, la Donna che conosceva la Morte (Val di Fassa, Trentino)

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2025/12/malvina-la-donna-che-conosceva-la-morte.html

* Cfr. La Smara e i molti nomi della Trude: un'analisi del Tormento Notturno tra le Alpi e alcune aree orientali d'Italia. 

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2025/12/la-smara-e-i-molti-nomi-della-trude.html

* Cfr. Frau Drude—Trude

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2018/12/frau-drude-trude.html

* Cfr. L'Alp

https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2018/12/l-alp.html





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