1. Dea Dolmen di Langeneichstädt
Landesmuseum für Vorgeschichte Halle-Museo Statale della Preistoria di Halle
Il ritrovamento
Era il 1987 quando durante i lavori di aratura di un campo, un contadino si imbatté in una pietra di grandi dimensioni. L'area posta su una collina poi rivelatasi un tumulo, aveva visto già in tempi passati la costruzione di una torre di vedetta, l' Eichstätter Warte, facente parte di un sistema di difesa altomedievale che dista solo trenta metri dal ritrovamento. Una volta rimosso il sottile strato di terra che separava la superficie da una serie di pietre, ciò che venne alla luce fu una tomba a camera, della lunghezza di 5,3 metri.
2. Le prime fasi dello scavo, si notino i pochi centimetri di terra che ricoprivano la tomba
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La tomba a camera ed il materiale rinvenuto
Le tombe a camera preistoriche erano spesso utilizzate come tombe collettive, questo significa che servivano per più membri della stessa comunità, questo è anche confermato dalla disposizione dei reperti che mostrano come la camera venisse sgomberata regolarmente per permettere poi nuove sepolture. La tomba mostra così di essere stata aperta più volte al fine di consentire la rimozione dei corredi funerari. Questa è la ragione principale per cui internamente sono stati trovati pochi reperti e di piccole dimensioni.
Fra gli oggetti rinvenuti vi furono gioielli realizzati con ossa di animali, rame, perline di marmo e ambra, che hanno fatto pensare che questa tomba, utilizzata da Culture diverse, almeno in un caso sia stata utilizzata per la sepoltura di un membro importante della comunità. In particolare al centro della camera funeraria sono stati trovati diversi coni di corno bovino oltre alle ossa già citate, il tutto si colloca nel contesto rituale della morte del Neolitico, in cui i coni di corni sono usuali come offerta all'interno delle sepolture, così come nei fossati circolari. Nella Bernburg Kultur-Cultura di Bernburg in Sachsen-Anhalt Sassonia-Anhalt sono note anche sepolture intere di bestiame comprensivo di carri e di gioghi.
Durante il ritrovamento, la lastra di copertura che fu usata dai costruttori della tomba evidenziò come fosse un menhir sbozzato alla base, alto 1,76 metri e di precedente creazione. La tomba da un rilevamento al radiocarbonio è databile al Neolitico Medio fra il 3600 ed il 2700 a.C. e i reperti ceramici gravemente frantumati ritrovati principalmente vicino all'accesso ed alla parete sud, risultano essere appartenenti ad un periodo che in area germanica si divise fra tre Culture peculiari:
Walternienburg Kultur – Cultura di Walternienburg (3350-3100 a.C.)
Bernburg Kultur – Cultura di Bernburg (3100-2800 a.C.)
Salzmünder Kultur – Cultura di Salzmünde (3375-3100 a.C.)
3.4. Ceramica tipica e sotto particolare della stessa Walternienburg Kultur – Cultura di Walternienburg
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Molte domande sono ancora però senza una risposta, in quanto le tombe a camera e le sepolture collettive sono tipiche della Walternienburg-Bernburg Kultur – Cultura di Walternienburg-Bernburg, mentre sono inconsuete per la Salzmünder Kultur – Cultura di Salzmünde, alla quale appartengono invece i resti; aver quindi trovato reperti di questa Cultura apre a diversi interrogativi sui contatti culturali fra i vari gruppi.
Le ossa umane ritrovate – da un'analisi al radiocarbonio - collocano la più antica occupazione della camera funeraria in un periodo compreso fra il 3369 ed il 3105 a.C. mentre l'ultima fase di utilizzo potrebbe essere collegata alla Schnurkeramik Kultur - Cultura della Ceramica Cordata (2800-2050 a.C.)
5. La tomba megalitica come appare oggi, la copia del menhir è stata ricollocata - pur non conoscendone la posizione iniziale - come doveva essere un tempo ancor prima della costruzione tombale
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La colonna in arenaria grigio-gialla chiaro lascia intravedere, sin dal primo sguardo, sembianze umane; sebbene di forma fallica, mostra nella sua parte superiore, i tratti stilizzati di un ovale a stelo femminile, decorato con tre linee orizzontali e una verticale oltre a due piccoli fori, che richiamano due piccoli occhi, uno sguardo che per chi lo scolpì significava la vista nel Mondo della Morte. Queste caratteristiche hanno ampi riferimenti a livello europeo e legano la struttura in pietra all'immagine della Grande Madre. Il menhir fu adagiato come copertura in maniera tale che il volto guardasse verso l' interno della tomba. Tale posizionamento potrebbe aver onorato, e persino magicamente rafforzato chi vi era sepolto, inoltre ricorda l'immagine di Culto di quell'epoca storica e di come il Mondo dei Vivi ed il Mondo dei Morti fosse unito, in quanto la Divinità ctonia era inscindibilmente legata agli aspetti della fertilità in tutte le sue manifestazioni ed alla rigenerazione nella morte (Müller 1988). Sempre sulla parte superiore - al di sotto del volto - si evidenziano anche i tratti finemente scolpiti di un'ascia, simbolo secondo gli archeologi di status maschile, così come una coppa sulla corona indica un altro elemento di rango maschile. L'elemento femminile e quello maschile sulla stessa pietra rappresentano così il Matrimonio Sacro delle due polarità, che coesiste in questa Dea. I fianchi della pietra presentano tracce di levigatura e graffi che ci riportano a tradizioni che appunto dal Neolitico, sono rimaste vive e praticate in tutta Europa per millenni, sino a tempi relativamente recenti come quelle di sfregare il proprio corpo contro un masso, una pietra che si riteneva avesse la capacità di aumentare la fertilità o di guarire da malattie semplicemente attraverso il contatto con essa. Anche segni di graffi sempre sullo stesso masso indicano che granelli dello stesso venivano asportati ed uniti al cibo, sempre per beneficiare una
persona, una famiglia, il bestiame. Del resto la tradizione di
asportare farina di roccia è documentata anche in Sudtirolo, affinché
potesse portare giovamento a chi la mangiasse amalgamata ai cibi, questa usanza che come vediamo è attestata dall'Età della Pietra, si è trasformata in ambito alpino-dolomitico passando dall'asportazione di piccole parti di roccia riferita a massi considerati sacri, alla sottrazione di polvere di statue e dipinti sacri di santi che hanno sostituito il Culto politeista dell'Antica Europa, mantenendo però intatta una Tradizione.
6. Primo piano del menhir intero
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Vi
è però anche un'altra interpretazione dell'ovale del volto nel
quale alcuni ricercatori vedono uno scudo da battaglia sempre
stilizzato, che potrebbe forse simboleggiare la protezione degli antenati. Infatti nell'ambito del Culto degli Antenati, vi sono
indicazioni di scudi animati
grazie ad alcune pratiche, che avrebbero supportato il guerriero
durante la battaglia con il potere speciale degli avi.
L'originale
di questo menhir protetto da intemperie è custodito al Landesmuseum für Vorgeschichte Halle-Museo Statale della Preistoria di Halle, quello presente sul sito del ritrovamento è una
copia (una seconda, dato che la prima fu rubata nel 2006), un'altra
riproduzione è visibile presso Burg Querfurt-Castello
di Querfurt.
Il
tumulo su cui sorge la tomba è uno dei tanti tumuli sepolcrali
livellati scoperti durante rilievi aerei. Tumuli accomunati dallo
stesso asse di allineamento e che potrebbero risalire allo stesso
periodo storico.
7.8. Particolari dell'enigmatico volto della Dea Dolmen
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Il
menhir della Dea dolmen continua ad essere uno dei rarissimi
esempi di menhir dell'Europa centrale decorati che ricordano una figura umana. In Sachsen-Anhalt Sassonia-Anhalt esistono numerosi menhir
che inizialmente segnavano i tumuli funerari o comunque luoghi degni
di una certa importanza e riutilizzati in strutture funerarie
megalitiche.
Con
il suo linguaggio simbolico il menhir della tomba megalitica di
Langeneichstädt offre una visione complessa sul mondo sia magico che
sepolcrale di un'epoca che ha più di 5000 anni. Un menhir, una Dea
che con il suo sguardo vegliava il Mondo dei Vivi e quello dei Morti,
una Madre la cui radice affondava nella scura terra di un tumulo, nel
potere e saggezza degli Antenati, nella forza rigeneratrice della
Morte.
Immagini
*1, 3, 4, 6, 7, 8 Tratte dall'archivio personale
*2, 5 Proprietà del Landesmuseum für Vorgeschichte Halle-Museo Statale della Preistoria di Halle
Bibliografia
*Groht Johannes, Menhire in Deutschland, Landesmuseum für Vorgeschichte Halle 2013
*Meller Harald, Schönheit, Macht und Tod, 120 Funde aus 120 Jahren, Landesmuseum für Vorgeschichte Halle 2001
Sitografia
*cfr. Il potere della pietra, un antico luogo di culto litico Heilig Geist im Ahrntal-Santo Spirito in Valle Aurina (Prettau-Predoi BZ)
http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2020/01/il-potere-della-pietra-un-antico-luogo.html
*cfr.Burg-Castel Karneid-Cornedo ed il Santuario di Maria Weiβenstein - Pietralba, I varchi della Morte della Eisacktal-Valle Isarco
https://ilblogdilujanta.blogspot.com/2018/07/castel-karneid-cornedo-ed-il-santuario.html
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