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venerdì 7 gennaio 2022

Ajdovska Deklika, la Vergine Etena del Monte Prisank-Prisani (Slovenia)





Molto tempo fa, fra le alte rocce del Monte Prisank-Prisani viveva insieme a due sorelle una fanciulla; da tutti era conosciuta come Aidovska Deklika-La Vergine Etena (1). Era grande, grandissima, quasi come le vette fra le quali viveva, dotata di buon cuore si prendeva cura di tutti i viaggiatori, che principalmente per questioni di trasporto erano costretti ad oltrepassare il passo del Vršič-della Moistrocca. La strada che conduceva al colle era tortuosa ed il clima spesso mostrava il suo aspetto più pericoloso. In inverno la neve ed il ghiaccio, rendevano malagevole il percorso ed in estate improvvise nebbie si alzavano - anche nelle giornate più calde ed apparentemente serene - togliendo completamente visibilità e trasformando di fatto la strada in un luogo cieco ed estremamente rischioso. 

In quei momenti Ajdovska Deklika non esitava a lasciare la sua dimora, poiché il suo fine udito le permetteva di rilevare anche la più piccola situazione di insicurezza, disagio, paura e le grida che chiamavano il suo nome in aiuto. Giungeva in un battito di ciglia sul luogo dove i trasportatori di merci affaticati dal lungo tragitto si bloccavano, creando varchi tra le nebbie o tra la neve e permettendo così la continuazione del viaggio. La Gigantessa oltre ad essere un punto di riferimento per tutti, era molto amata, tanto che quando gli stessi trasportatori erano di ritorno, liberi dai loro carichi di merci, non dimenticavano mai di lasciare pane e vino lungo la strada che conduceva al monte Prisank-Prisani, perché era loro cura assicurarsi che quella Regina delle Vette non avesse mai da patire la fame o la sete. Ma la Dama Bianca – anche così era chiamata con le sue sorelle – oltre ad essere una guida fra gli impervi tornanti, era anche una Fata Madrina. Per ogni nuovo nato del villaggio, lei si dirigeva a casa della famiglia, si disponeva di fronte alla culla della bambina o del bambino e poi profetizzava il suo futuro. 

Fu così che fece una notte in cui ad una pastora era nato un bel bambino paffuto. Si recò presso la casa, la madre si era assopita dopo le fatiche del parto, non distante da lei una culla in legno, all'interno un fagottino nato da pochissime ore, dormiva serenamente avvolto in coperte di lana, che dovevano coprirne il piccolo corpo nella fredda notte montana. La Vergine Etena si chinò dolcemente sulla culla, lo guardò ben bene, poi si sedette accanto al fuoco e profetizzò "Quando sarai un uomo adulto diventerai un abile cacciatore, come questo villaggio e questa valle non hanno mai conosciuto, ma un giorno ahimé ucciderai Zlatorog, il bianco camoscio dalle corna dorate." Non appena le sorelle della Gigantessa vennero a conoscenza della profezia, la maledissero. Così Ajdovska Deklika come rientrò a casa nel Monte Prisank-Prisani, si trasformò in roccia e purtroppo non fu più in grado di offrire il suo prezioso aiuto ai viaggiatori, attraverso i tortuosi e spesso difficili tracciati montani. Il tempo però le diede ragione, poiché il suo atto di veggenza si verificò a distanza di qualche decennio, esattamente come lei aveva visto. Oggi il suo volto emerge ancora dalla pietra a guardia della Valle che abitò ed amò, a ricordo della sua storia.





 Note 

 1) La versione slovena si riferisce a questa Gigantessa con il termine Ajdovska Deklika che viene tradotto in Inglese con Heathen Maiden. Si può leggere un articolo completamente dedicato al lessema (origine ed utilizzo linguistico) il cui link è nelle fonti. 

 2) La leggenda porta con sé diversi elementi comuni anche ad altre mitologie europee, in primis a quella alpino-dolomitica; i Giganti connessi alle montagne, dove in questo caso abbiamo una o meglio tre Gigantesse protagoniste, Triade composta da Fate Madrine. Riguardo l'argomento fata si apre un tema che meriterà un articolo a sé stante, in un'analisi di tipo fondamentalmente antropologico, e che quindi non affronterò in questa sede. Possiamo intanto ricordare la fiaba dei Grimm La Bella Addormentata, che è forse il più famoso riferimento, quando si parla di queste Antiche Signore del Fato, protettrici delle donne incinte e delle puerpere. Dame del Fato che erano quindi capaci di predire con assoluta accuratezza il destino, e che soprattutto lo facevano vicino al fuoco della casa in cui si svolgeva l'atto di veggenza. In Slovenia sono conosciute come Sojenice o Rojenice, ma sono riconosciute in area balcanica quanto baltica. E' interessante vedere come uno studio con riferimenti culturali di fine 1800 (Copeland 1931) riporti che queste Donne del Destino sono anche legate alla credenza delle anime dei morti, proprio perché tessono il destino del nascituro, ma ne tagliano anche il filo legato all'ultimo respiro. Ne decidono quindi la sorte, la durata, come le peculiarità della vita e la modalità della morte, assomigliando così alle Norne germaniche. 

3) L'aspetto interessante e che distingue la versione odierna da quella più datata e risalente al XIX secolo, è che nel lavoro di approfondimento del mito sloveno a cui sopra ho fatto riferimento, viene evidenziato che a volte queste Signore del Destino vengono comunemente confuse con le fate o dame bianche, ma in origine erano sicuramente distinte da esse. 

4) Della versione più originale di cui si dispone, abbiamo dunque elementi che riportano a connessioni della Montagna Sacra con queste Gigantesse (come anche avviene con i Nani), che erano Filatrici del Destino, capaci di filare la sorte e di atti di veggenza, che veniva manifestata accanto al fuoco della casa; questo rimanda anche alle veggenti alpine di questa Provincia come la Willeweiss, La Wilwis dell'Hexenbödele o la Vecchia dell'Oberpurstein che profetizzavano nelle stube dei masi.

5) Per quanto concerne la Triade di Vergini del Destino, troviamo anche richiami alla figura Tre Vergini di Meransen-Maranza, meglio conosciute, in ambito sia locale sia riferito alle aree di appartenenza germanofona dove erano venerate, con il nome de le Tre Bethen, sebbene vi siano anche peculiarità specifiche e diverse a connotarle. 

6) Viene manifestato anche l'aspetto della maledizione, lanciata da due delle sorelle. Dunque esseri fatati sì, ma non necessariamente con la prerogativa esclusivamente benevola con cui dall' 800 in poi si è abituati ad associare la figura della Fata, nei racconti sia fiabeschi che leggendari, rendendo infantile ciò che un tempo non era di certo tale. Sappiamo infatti che laddove qualcuno avesse osato entrare nella Valle dei Laghi - di cui erano custodi - senza il loro permesso, avrebbero scatenato frane e smottamenti. Siamo quindi, in una lettura adeguata al contesto primordiale, oltre la scissione duale del bene e del male.

7) La gratitudine verso di loro veniva manifestata con offerte (pane e vino) che rimandano a offerte rituali di più antica matrice, dato che questo racconto, già arrivato a noi con differenze dalla versione più antica di cui ci parla Copeland, rimane comunque di matrice arcaica.

8) Il Camoscio dalle Corna d'Oro rappresenta invece la figura mitologica teriomorfa, che come spesso narrano racconti di origine ancestrale è la chiave per accedere ad un tesoro dal valore inestimabile custodito nella montagna. 






Immagine

*kraji.eu slovenija vrsic 


Bibliografia 

*AA.VV. Slovenian Folktales. 12 slovenskih ljudskih 

pripovedi Imprimo Ljubljana 2012 


*Dušica Kunaver – Brigita Lipovšek 

Slovenia in Folk Tales. Zlatorog in mith and reality

Kunaver 


Sitografia

*cfr. Il concetto di etenismo analisi dell'origine del termine e suoi utilizzi in ambito europeo

http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2022/01/il-concetto-di-etenismo-analisi-dell.html


*cfr. La Willeweiß, l'Antica Signora delle Profezie delle montagne (Schlern-Rosengarten/Sciliar-Catinaccio BZ)

http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2017/12/la-willewei-lantica-signora-delle.html


*cfr. La Vecchia dei boschi dell'Oberpurstein (Tauferertal-Valle di Tures BZ)

http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2019/11/la-vecchia-dei-boschi-delloberpurstein.html


*cfr. La Wilwis, la Veggente della radura dell'Hexenbödele (Langstein-Longostagno BZ)

http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2019/11/la-wilwis-la-veggente-della-radura.html


*cfr. Wielenberg, nel nome di Wielbeth, la Dea lunare, una delle Tre Bethen, la Triade di Dee celtiche delle Dolomiti pusteresi

http://ilblogdilujanta.blogspot.com/2016/11/wielenberg-nel-nome-di-wielbeth-la-dea.html Articoli e Monografie on line *F.S. Copeland Slovene Folklore (1931)


Articoli e Monografie on line

*F.S. Copeland

Slovene Folklore (1931)