Una volta, diverso tempo fa, il social network funzionava anche discretamente bene. Parlo nello specifico di Facebook, che con gli anni è diventato macchinoso: mostra temi che non mi interessano, imponendomi video e reel di personaggi e argomenti che non cercherei mai. Purtroppo, i contenuti hanno perso qualità. Questo vale per il profilo personale, ma per le pagine la situazione è ancora peggiore. La cosa più sconcertante è che anche per quella di cui sono titolare — Fra Sacro Femminino e Celti nella Terra senza Tempo le Dolomiti — le notifiche di studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori che seguirei volentieri vengono eclissate, così come le notifiche relative agli articoli e alle immagini che pubblico sulla mia pagina, perfino a me stessa. Per non dire di follower che mi dicono di non vedere la mia pagina da mesi, nemmeno quando, ovviamente, pubblico un contenuto. Anche questo, purtroppo, non è una novità.
Dal momento che ho notato questo “meccanismo alterato” ormai da anni, ho finito per abbandonare quasi completamente il mio profilo, usando Facebook solo per gestire la pagina. A lungo andare, però, mi sono stancata di questa malagestione e ho deciso di cercare un’alternativa. Non amo particolarmente i social, ma riconosco che Internet può essere una risorsa straordinaria per lo scambio, lo studio e la cultura, se ben strutturato anche per questi scopi.
A maggio ho aperto, proprio per i motivi di cui sopra, una pagina su X (ex Twitter), dove credo mi troverò più a mio agio nel condividere i miei lavori. Sto ancora cercando di comprenderne bene le funzionalità per imparare a utilizzarlo al meglio; per ora, nell'ultimo mese, ho pubblicato solo il mio articolo più recente sull’Equinozio d’Autunno. Inoltre, ho deciso di creare un canale Telegram per condividere testi e contenuti provenienti anche da altre fonti. Non intendo certo inviare notifiche a raffica, ma oggi, con un numero crescente di social e piattaforme, trovo fondamentale scegliere luoghi che, seppur virtuali, risultino il più possibile affidabili e accurati, per chi desidera uno spazio di scambio serio.
Sia su X che su Telegram, il nome rimane invariato: Il blog di Lujanta. Rimane attiva anche la mia pagina di ricerca su Academia.edu, dove potete trovarmi con il mio nome completo, Daniela Isa Albero (ho aggiunto, da tempo, il mio secondo nome di nascita per distinguermi da un archeologo spagnolo con cui condivido, curiosamente, sia nome che cognome, al fine di evitare di ricevere notifiche relative alle sue citazioni). Su Telegram sarà più semplice instaurare uno scambio diretto, sempre con la discrezione che mi contraddistingue e senza abusare né del mezzo né dell’interesse delle persone che avranno l’opportunità e il piacere di seguirmi.
Comprendo perfettamente che non tutti possano o debbano essere presenti su tutti i social o su ogni piattaforma esistente; tuttavia, ritengo importante scegliere con cura gli spazi più adatti per la divulgazione dei miei scritti. Questo significa che non ho intenzione di abbandonare Facebook, ma piuttosto di ampliare le possibilità per le mie lettrici e i miei lettori, permettendo loro di scegliere tra opzioni selezionate per qualità e pertinenza. Restano sempre benvenuti su Facebook, ma, ricevendo notifiche dalle altre piattaforme che considero più adeguate al tipo di condivisione che desidero, avranno modo di accedere ai miei materiali attraverso canali diversi.
Di seguito i link per seguirmi
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* Tratta dall’archivio personale
Tabià, Stabizzane Fr.ne di Auronzo di Cadore (BL)