Sono arrivata tra questi monti circa sette anni fa. La prima cosa che mi colpì fu la natura, potente come non l'avevo mai incontrata. Le cime, i corsi d’acqua, i boschi mi hanno fatto provare emozioni che non avevo mai vissuto, e ho capito, così, che questa montagna è un sentimento profondo, un tuffo al cuore; non puoi respingerlo. Rapisce con panorami mozzafiato, in ogni stagione, durante tutto l’anno, ma soprattutto rapisce interiormente, regalando libertà inaspettate. Ho cominciato ad ascoltarla, come ogni Terra che ci chiami per aprirsi, svelarsi, narrarsi. Castelli, leggende, sentieri, laghi, città d’arte, pronti ad offrire visioni ed esperienze nuove, che hanno un profumo: quello dei fiori di montagna, degli abeti, della cannella e delle spezie.
Mi sono trovata così di fronte, innanzitutto, ai ritmi della natura cadenzati e, soprattutto, ancora profondamente rispettati. Un rapporto tra gli abitanti ed i cicli della terra e delle stagioni, scandito da rituali vivi, che ancora raccontano tradizioni antichissime, millenarie, che vivono e respirano oggi come ieri.
Ed è attraverso quel respiro che, ogni giorno, ringrazio di vivere in questo paradiso, perché, se nei miei sogni più belli, il paradiso aveva una forma, colori, profumi e armonie, ho scoperto che tutto questo esiste qui, oggi.
Ogni luogo, poi, porta con sé un’energia particolare…questa lenisce e guarisce. In questi luoghi nacquero i Celti con la Cultura di Hallstatt, e qui il Culto legato alla Madre Primigenia ha scandito la vita di abitanti e personaggi leggendari. La Fiamma della Grande Madre delle Dolomiti arde di fronte a me, accesa il 20 settembre 2015 dopo più di duemila anni, e di cui sono Guardiana insieme ad altre compagne e compagni. Il sentiero è tracciato; lungo il percorso, ogni tanto, mi fermerò per portarvi con me nelle mie ricerche sulla tradizione locale ma non solo: alla scoperta di luoghi e curiosità, ma anche nelle mie riflessioni, nei miei pensieri, nelle storie che racconterò. Questo blog, quindi, non sarà aggiornato sistematicamente, ma quando lungo la Via farò una pausa, la condividerò con voi.
Tu, viandante che incroci il mio cammino, sii la benvenuta, sii il benvenuto.
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* Tratta dall’ archivio personale Gsiesertal —Val Casies, gennaio 2016